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ADOTTATA LA CORPORATE SUSTAINABILITY DUE DILIGENCE DIRECTIVE, CSDDD

Adottata la Corporate Sustainability Due Diligence Directive, CSDDD

CSDDD: scadenze, obblighi e sanzioni. Come prepararsi

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Il 24 marzo 2024 il Parlamento Europeo ha adottato il testo definitivo della Corporate Sustainability Due Diligence Directive, CSDDD, o anche CS3D (dopo un lungo processo di elaborazione legislativa che ha coinvolto in discussione i diversi Stati membri dell’Unione Europea). Sarà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale Europea entro l’autunno, e i Paesi membri avranno un periodo di due anni (dalla data di pubblicazione sulla GU europea) per recepire il testo nel diritto nazionale.

 La CSDDD delinea i requisiti delle misure di due diligence (in accordo con quanto previsto dalla Direttiva (UE) CSRD[1]) che le aziende devono implementare per prevenire, mitigare e rimediare agli impatti negativi sui diritti umani e sull’ambiente con riferimento alle operazioni proprie e dei partner commerciali.

[1] Per approfondimenti si veda R. Bauer, M. Peta, “Reporting di sostenibilità ESG. Indicazioni per società quotate micro e PMI non quotate", Maggioli, febbraio 2024.

1) CSDDD Perimetro soggettivo e scadenze

Rientrano nel perimetro dell’obbligo della CSDDD:

  • le Società madri e le imprese dell'UE con:
    • più di 1.000 dipendenti e un fatturato netto globale superiore a 450 milioni,
    • i franchising che operano nell’Unione con un fatturato superiore a 80 milioni di EURO, di cui almeno 22,5 derivanti da diritti di licenza di euro nell'ultimo esercizio finanziario;
  • le Società madri e Società Extra che generano nell’UE:
    •  un fatturato netto di oltre 450 milioni nell’esercizio finanziario, indipendentemente dal numero di dipendenti.

La CSDDD prevede l’applicazione progressiva degli obblighi:

  • a partire dal 2027: le imprese con più di 5.000 dipendenti e un fatturato superiore a 1.500 milioni di EURO;
  • a partire dal 2028: le imprese con più di 3.000 dipendenti e un fatturato superiore a 900 milioni di EURO;
  • a partire dal 2029: tutte le altre imprese che rientrano nell’ambito di applicazione della direttiva (ovvero quelle con oltre 1.000 dipendenti e un fatturato superiore a 450 milioni di EURO.

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2) CSDDD Gli obblighi

In tutti i casi previsti, le aziende dovranno integrare la due diligence secondo le linee guida dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, OCSE, Guidelines for Multinational Enterprises on Responsible Business ConductGuide Lines RBC” (ultima versione 8 giugno 2023). (L’ autrice ha trattato i punti essenziali delle linee guida dell’OCSE in un precede articolo  “Principi di rendicontazione di sostenibilità e due diligence ambientale Ocse 2023”)

 Gli obblighi riguardano:

  • L’ integrazione del dovere di diligenza nelle politiche e nei sistemi di gestione del rischio attraverso una descrizione dell'approccio aziendale, il codice di condotta, policy aziendali e una descrizione dei processi messi in atto per integrare la due diligence, comprese le misure per verificare la conformità. 
  • L’individuazione e la valutazione degli impatti negativi sui diritti umani e ambientali negativi reali e potenziali, ove necessario, dando priorità agli impatti negativi potenziali e reali, come il lavoro minorile, lo sfruttamento del lavoro, l'inquinamento, la deforestazione e i danni agli ecosistemi. Detti obblighi implicano l’adozione di misure adeguate a mappare ed effettuare una valutazione approfondita delle operazioni pertinenti al fine di identificare le aree generali in cui è più probabile che si verifichino e siano più gravi gli impatti negativi.
  • Stabilire e mantenere strumenti di segnalazione e canali di reclamo con persone o organizzazioni che nutrono legittime preoccupazioni riguardo agli effetti negativi effettivi o potenziali. Le aziende dovrebbero stabilire una procedura equa, accessibile, prevedibile e trasparente per la gestione dei reclami e adottare misure per prevenire ritorsioni nei confronti di coloro che presentano reclami.
  • Svolgere un coinvolgimento efficace con le parti interessate mediante consultazioni efficaci e trasparenti. Sono parti interessate i dipendenti dell'azienda, i dipendenti delle sue controllate, i sindacati e le rappresentanze dei lavoratori, i consumatori. Includono anche altri individui, gruppi, comunità o entità i cui diritti o interessi potrebbero essere influenzati dai prodotti, dai servizi e dalle operazioni di tale azienda, delle sue filiali e dei suoi partner commerciali, compresi i dipendenti dei partner commerciali dell'azienda, dei sindacati e dei lavoratori rappresentanti, istituzioni nazionali per i diritti umani e l’ambiente, organizzazioni della società civile, altro...
  • La prevenzione, arresto o minimizzazione degli impatti negativi, sui diritti umani e sull'ambiente reali e potenziali e l’adozione di misure appropriate. Ad esempio:
    • chiedere ad un partner commerciale diretto la garanzia contrattuale del rispetto del codice di condotta aziendale e di un piano d'azione di prevenzione; 
    • sviluppare e implementare un piano d'azione di prevenzione con tempistiche ragionevoli e chiaramente definite per l'implementazione di misure appropriate e indicatori qualitativi e quantitativi per misurare il miglioramento;
    • effettuare investimenti finanziari e non finanziari necessari per adeguamenti o aggiornamenti, ad esempio degli impianti, della produzione, o di altri processi operativi e infrastrutture;
    • apportare modifiche o i miglioramenti necessari al piano aziendale dell’azienda, alle strategie e alle operazioni complessive, comprese le pratiche di acquisto, progettazione e distribuzione.
  • La verifica, monitoraggio e valutazione dell'efficacia delle misure. Le aziende dovrebbero effettuare valutazioni periodiche delle misure di due diligence nelle proprie operazioni e nella catena di valore, per valutare l’implementazione e l’efficacia di sistemi per l’identificazione, prevenzione, mitigazione, cessazione e minimizzazione degli impatti negativi. Le valutazioni dovrebbero basarsi su indicatori qualitativi e quantitativi ed informazioni provenienti dalle parti interessate.
  • Rendicontare la politica e le misure di due diligence in conformità alle disposizioni della Direttiva (UE) CSRD.

3) CSDDD Competenza e sanzioni

Le aziende sono responsabili per i danni causati sulle persone e sull’ambiente se non hanno rispettato, intenzionalmente o per negligenza, i propri obblighi di due diligence riguardanti la prevenzione e la mitigazione degli impatti negativi. 

La CSRDDD prevede l’impegno importante per gli stati membri di:

- prevedere le autorità preposte al controllo. Possono essere le Agenzia del Lavoro, l’Agenzia Europea dell’Ambiente, l’Agenzia dell’Unione Europea per i Diritti Fondamentali o altre organizzazioni internazionali con esperienza nella due diligence. Dovranno:

-  individuare le linee guida che includano le indicazioni per le aziende e le migliori pratiche per condurre la due diligence, indicazioni pratiche sui piani di transizione, indicazioni settoriali specifiche, per il coinvolgimento delle parti interessate e la raccolta delle informazioni.

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4) CSDDD Come prepararsi

Alcune attività dell’impresa per prepararsi alla CSDDD:

comprendere se rientra nell'ambito del CS3D

X

confrontare le politiche attuali di due diligence coni nuovi requisiti 

 

X

Identificare le parti coinvolte che potrebbero fornire input agi sforzi e azioni di due diligence e individuare il modo di coinvolgerli

 

X

Formulare una strategia e modello aziendale allineati alla due diligence

X

Mappare gli obblighi di due diligence nell’informativa di sostenibilità (ESRS 2)

X

Assegnare ruoli, competenze e responsabilità all’interno dell’organizzazione per la conformità alla CSDDD

X

Valutare l’opportunità di considerare la CSDDD come acceleratore della strategia sostenibile e per realizzare appieno i suoi vantaggi

X

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