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Misuratore fiscale

T

turi

Ospite
Re: Misuratore fiscale ovvero omissione di ricavi?

Ciao Alberto, buona serata a te... non vai in giro a fare il carnevale?
 
A

alberto.

Ospite
Re: Misuratore fiscale ovvero omissione di ricavi?

già dato domenica... mi han riempito di coriandoli e schiuma dalla testa ai piedi, mi son divertito, ma una volta mi basta :)

ciao e alla prossima, buona serata
 
T

turi

Ospite
Re: Misuratore fiscale ovvero omissione di ricavi?

Qui da noi è un mortorio, forse per via del cattivo tempo...

Alla prox Alberto, io chiudo... buona serata
 
F

fabiano corna

Ospite
Ciao a tutti.

leggo solo ora il quesito di Andy.

vediamo di riassumere quanto sin qui detto dai simpatici ed autorevoli amici.

Sicuramente il commerciante non ha attuato un comportamento ortodosso e pertanto può essere redarguito da diverse censure.

Cmq ricapitolando:

1) egli acquista in proprio la merce da altri grossisti

2) espone detta merce nello spazio messogli a disposizione dalla struttura del supermercato

3) consegna la merce ai clienti avventori in base ai loro desideri.

E' questo il momento su cui focalizzare l'attenzione.

L'elemento giuridico da valutare è quello di individuare quando si realizza la "traditio", ossia il passaggio di proprietà della merce dal venditore al consumatore.

Solitamente in un supermercato questa si realizza al momento del pagamento alla cassa.

Perché un contratto possa ritenersi concluso sono necessari alcuni elementi essenziali tra cui la volontà e l'accordo delle parti (art 1325 c.c.)

La volontà e l'accordo tra le parti scaturiscono dall'intenzione che queste hanno maturato in base alla situazione, al contesto, alla rappresentazione ed al convincimento che psichicamente hanno interiorizzato.

Nel momento in cui avviene la consegna del bene nessuna delle due parti ritiene ancora di aver concluso il contratto, aver cioè operto compiutamente la compravendita.

L'acquirente è convinto ed intenzionato a concludere l'accordo con il supermercato, tant'é che si dirige verso la cassa, paga, asporta la merce senza muovere obiezioni, convinto, solo nel momento in cui riceve lo scontrino, di essere diventato proprietario della merce. La cassiera, che in quel momento rappresenta il supermercato, è convinta di star vendendo una propria merce il cui prezzo le è stato indicato dal foglietto stampato dal registratore non fiscale. Ed il nostro commerciante? Sicuramente non si è posto il convincimento di realizzare in proprio una compravendita con l'avventore.

Questa è la volontà delle parti frutto della propria libera e lecita rappresentazione psichica.

A questo punto è evidente che lo scontrino fiscale non doveva essere rilasciato dal commerciante.

Vediamo allora se sia possibile dare una fisionomia giuridicamente apprezzabile ai fatti.

I nostri amici hanno fatto giuste ed acute osservazioni al riguardo: Karl8 mette in guardia dal pericolo che il meccanismo possa nascondere simulatoriamente un vero e proprio rapporto di lavoro dipendente; Alberto ci vede, seppur atipicamente, un'attività di commercio all'ingrosso, tesi questa avallata pure da Marlin, anche se lo stesso Alberto successivamente manifesta il dubbio che i fatti evidenzino un'attività al dettaglio; Gino rimane del parere che si tratti di commercio al dettaglio.

Personalmente credo che la fattispecie tipica più prossima da ricondurre al divenire dei fatti, sia quella del commercio all'ingrosso.

Se analizziamo la psiche intenzionale che gli operatori sviluppano ad ogni consegna di bene , notiamo che il commerciante mentre consegna la verdura al consumatore, è convinto di effettuare una vendita al super, il super è convinto di acquistare una merce dal commerciante. Ciò è conclamato dalla fattura di vendita che viene spiccata alla fine di ogni mese, non contestata e regolarmente saldata.

Tutti gli amici sono concordi nel ritenere che questo rapporto vada meglio regolarizzato, ma a questo ci penserà Andy per il futuro. Non penso che possa parlarsi di rapporto di lavoro perché manca l'elemento della subordinarietà.

Ciao a tutti, con amicizia
 
A

Andy

Ospite
...grazie ancora per i vostri pregievoli interventi...concordo con turi nel dire che negli adempimenti di inzio attività non ha avuto una altrettanto pregievole assistenza fiscale; purtroppo si è rivolto al sottoscritto a giochi fatti...certo che che un contratto di somministrazione potrebbe essere una soluzione...staremo a vedere..ciao
 
A

Andy

Ospite
...tuttavia interpellato l'amministratore del supermercato mi ha risposto di aver tenuto sempre lo stesso comportamento anche con altri commercianti (mai dotandoli di registratore fiscale) che hanno preceduto il mio assistito...probabilmente questi non hanno mai ricevuto una verifca fiscale..mah...
 
K

Karl8.

Ospite
Buongiorno Andy,
solo uno spunto: il contratto esistente con il supermercato potrebbe configurarsi come somministrazione?
A proposito di somministrazione mi viene in mente il contratto di catering con cui una parte si impegna verso corrispettivo di un prezzo ad approviggionare l’altra parte di pasti, unendo fornitura di merce con esecuzione di un servizio. Sostituisci "pasto" con "frutta" e ci siamo quasi.
Cmq come detto da fabiano effettivamente il commercio all'ingrosso sembra essere la più naturale "interpretazione" dell'attività.
Saluti
 
T

turi

Ospite
Io credo che il commerciante accetterebbe di buon grado più che un rimprovero. Fortunato anche il titolare del supermercato i cui avventori si dirigono verso la cassa, pagano, portano via la merce senza muovere ciglio… E questa è una gran bella cosa, diversamente da quanto succede nei nostri studi, ove ci chiedono di portare anche il cagnolino a passeggio (con me non ci provano) e poi arrivederci e grazie (e non sempre te lo dicono)… Vedo che da una attenta analisi della psiche intenzionale degli operatori, che agiscono sulla base della libera e lecita rappresentazione psichica, tutti sono convinti di quello che fanno, dalla cassiera all’acquirente, dal commerciante al supermercato. Interessante anche l’individuazione della possibile vendita all’ingrosso all’interno del supermercato. Il povero commerciante venderebbe all’ingrosso ad acquirenti sempre diversi, un finocchio, mezzo chilo di pere, un chilo di banane e così via per tutta la giornata. A me sembra tutto chiaro…
Chissà se lo è anche per il povero Andy… anche se sono convinto che riuscirà a definire il rapporto tra le parti ed applicare la prevista disciplina fiscale.
Saluti
 
P

passante

Ospite
io la vedrei cosi':
l'unica irregolarita contestabile é la mancata installazione di un misuratore fiscale. Il rapporto commerciale é tra il "fruttarolo" e il supermercato, rapporto inquadrato nel contratto stipulato. Il fatto che la merce venga consegnata ai clienti non implica un obbligo di documentazione fiscale. L'obbligo nasce al momento della restituzione degli incassi riferiti alle vendite di frutta da parte del supermercato, in quel momento nasce l'obbligo di documentare fiscalmente tali incassi. A proposito dell'istallazione del misuratore fiscale, l'obbligo nasce dalla possibilità (anche se improbabile, ma comunque possibile) da parte del "fruttarolo" di poter effettuare vendite dirette senza far pagare il cliente alle casse del supermrcato (ipotetico accordo verbale con il titolare del supermercato).
 
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