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Cosa devo chiedere nel preventivo se voglio guadagnare 2750 euro puliti

2750 netti/mese con 450 euro/mese di spese in fattura diventano?

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MrDike

Utente
Risolto il problema dell'IRAP resta il problema dell'INPS di cui sono certo che esista un minimo intorno alle 3000/4000 euro perché mi venne confermato da un commercialista qualche anno fa a cui feci qualche domanda sull'argomento. Dico bene?
L'attività si inquadra come "artigiana", pertanto soggetta al pagamento dei contributi fissi INPS su un dato minimale di reddito (Euro 15.516,00 per il 2014) ed entro certi massimali (Euro 76.718,00, ovvero Euro 100.123,00).

In conseguenza di quanto sopra, il contributo calcolato sul reddito "minimale" risulta essere pari ad Euro 3.451,99 per i titolari di qualunque età e coadiuvanti / coadiutori di età superiore ai 21 anni, ovvero pari ad Euro 2.986,51 per i coadiuvanti / coadiutori di età non superiore ai 21 anni.

L'aliquota è pari al 22,20%/23,20% nel primo caso, ovvero al 19,20%/20,20% nel secondo.

Ad ogni buon conto, nella Circolare INPS del 4 febbraio 2014 n. 19 vi sono tutti i dettagli.

C'è però chi inquadra tale attività come libero professionale, pertanto soggetta alla contribuzione separata INPS nella misura fissa del 27,72% (non vi sono minimali o massimali di reddito in questo caso).

Nella Circolare INPS del 4 febbraio 2014 n. 18 vi sono i dettagli di specie.
 
L'attività si inquadra come "artigiana", pertanto soggetta al pagamento dei contributi fissi INPS su un dato minimale di reddito (Euro 15.516,00 per il 2014) ed entro certi massimali (Euro 76.718,00, ovvero Euro 100.123,00).

In conseguenza di quanto sopra, il contributo calcolato sul reddito "minimale" risulta essere pari ad Euro 3.451,99 per i titolari di qualunque età e coadiuvanti / coadiutori di età superiore ai 21 anni, ovvero pari ad Euro 2.986,51 per i coadiuvanti / coadiutori di età non superiore ai 21 anni.

L'aliquota è pari al 22,20%/23,20% nel primo caso, ovvero al 19,20%/20,20% nel secondo.

Ad ogni buon conto, nella Circolare INPS del 4 febbraio 2014 n. 19 vi sono tutti i dettagli.

C'è però chi inquadra tale attività come libero professionale, pertanto soggetta alla contribuzione separata INPS nella misura fissa del 27,72% (non vi sono minimali o massimali di reddito in questo caso).

Nella Circolare INPS del 4 febbraio 2014 n. 18 vi sono i dettagli di specie.
1.Sei davvero bravissimo, complimenti! Il fatto di inquadrare o meno l'attività come libero professionista è una pura questione economica giusto? Cioè se il tuo cliente fatturasse 10000 euro lo inquadri come libero professionista mentre se fatturasse 16000 come artigiano, giusto?
2.La questione dell’IRAP, per i liberi professionisti, rimane sempre la stessa? Cioè, anche loro non la pagano, giusto?
 
Ultima modifica di un moderatore:
Sempre grazie, ancora 2 domande:

1.Sei davvero bravissimo, complimenti! Il fatto di inquadrare o meno l'attività come libero professionista è una pura questione economica giusto? Cioè se il tuo cliente fatturasse 10000 euro lo inquadri come libero professionista mentre se fatturasse 16000 come artigiano, giusto?

2.La questione dell’IRAP, per i liberi professionisti, rimane sempre la stessa? Cioè, anche loro non la pagano, giusto?
 

MrDike

Utente
Sempre grazie, ancora 2 domande:

1.Sei davvero bravissimo, complimenti! Il fatto di inquadrare o meno l'attività come libero professionista è una pura questione economica giusto? Cioè se il tuo cliente fatturasse 10000 euro lo inquadri come libero professionista mentre se fatturasse 16000 come artigiano, giusto?

2.La questione dell’IRAP, per i liberi professionisti, rimane sempre la stessa? Cioè, anche loro non la pagano, giusto?

Non si tratta di una questione economica.

Il professionista è colui il quale nello svolgere il proprio lavoro utilizza il cosiddetto intuitu personae; chi non utilizza l'intuitu personae è un un lavoratore autonomo che utilizza la sua arte o mestiere.

Il web designer crea un'opera "artigianale" (un sito web), pertanto, a mio avviso, deve essere inquadrato come artigiano e non come libero professionista.

Sarà dunque necessaria l'iscrizione al Registro delle Imprese (Camera di Commercio) con l'obbligo di versamento del diritto annuale, l'iscrizione all'INPS sezione artigiani (e commercianti) con l'obbligo dei versamenti fissi annuali come precedentemente illustrato e naturalmente l'apertura della partita IVA presso l'Agenzia delle Entrate.

Tali operazioni vengono effettuate a mezzo di una "COMUNICAZIONE UNICA" (ComUnica) da un intermediario abilitato.

Considerato che Lei ha escluso sin dall'inizio la possibilità di optare per regimi fiscali agevolati, verserà l'IRPEF secondo le aliquote progressive:

Reddito imponibile

  • fino a 15.000 euro: 23% del reddito;
  • da 15.001 a 28.000 euro: 3.450 + 27% sulla parte oltre i 15.000 euro;
  • da 28.001 a 55.000 euro: 6.960 + 38% sulla parte oltre i 28.000 euro;
  • da 55.001 a 75.000 euro: 17.220 + 41% sulla parte oltre i 55.000 euro;
  • oltre 75.000 euro: 25.420 + 43% sulla parte oltre i 75.000 euro.

Quanto sopra non tiene tuttavia conto delle eventuali detrazioni d'imposta spettanti (ad esempio, figli a carico), di oneri deducibili/detraibili, nonchè di tutti i componenti che andranno ancora prima a formare il suo reddito di lavoro autonomo.

Verserà poi trimestralmente l'IVA nella misura del 22% - detratta la parte fiscalmente detraibile su eventuali acquisti - sulle fatture emesse e il saldo con la dichiarazione dei redditi (oltre all'eventuale acconto a fine dicembre).

La questione IRAP è sempre la stessa, ma non è detto che un "libero professionista" non sia tenuto al versamento: è necessario valutarne il caso.
 
Ti ringrazio molto, la questione IRPEF l'ho intesa come la descrivi.
La variabile iva l’ho valutata in questo modo:
Quando devo calcolare l’utile tolgo dal totale annuo il 22% di iva, cioè se in un anno ho fatto 10 fatture da 1220 euro prendo ai fini del conteggio dell’utile un fatturato (non so se si chiama così) di 10000 euro. Da queste 10000 tolgo le spese, sempre al netto dell’iva (ad eccezione di quelle non deducibili che mi sono servite per fare il lavoro) e su quello che mi resta calcolo l’INPS con il tuo criterio (*) poi procedo allo stesso modo ovvero su quello che mi resta calcolo l’IRPEF e stop. Tra le spese inserisco anche diritto camerale (100 euro), commercialista (2000 euro) ed INAIL (100 euro). Quando invece voglio calcolare il totale (reddito lordo ivato) da inserire in preventivo calcolo il reddito a cui corrisponde l’utile che mi sono prefissato di guadagnare e gli aggiungo l’iva.
In sostanza l’iva non la prendo mai in considerazione ad eccezione che per le spese non deducibili.
Se in un anno stendessi 10 fatture da 1000 euro trimestralmente verserei 550 euro, questo è il conto che farei.
(*) Sto valutando di inserire anche questa opzione nel conteggio che sto preparando ma leggendoti non sono più molto convinto. Pensavo di creare una funzione che usi le due tipologie di calcolo dell’INPS (quella che ho trovato sul sito e quella propostami da te) in modo tale da far pagare il meno possibile al lavoratore e che tenga conto della soglia di 180000 di fatturato, cifra che io intendo sempre al netto dell’iva).
 
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E' giusto questo calcolo?

Utile1: reddito - spese
Utile2: Utile1 - inps(calcolato su Utile1)
Utile3: Utile2 - irpef(calcolato su Utile2) - irap(calcolato su Utile1**)

** Solo se da conteggiare per il motivo di cui abbiamo parlato
 
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