Il decreto del Governo per i pagamenti dei crediti delle imprese da parte delle pubbliche amministrazioni in preparazione è slittato a lunedì. Questo la dice lunga sulle difficoltà pratiche di realizzare quanto da tutti atteso e dato per certo già per ieri.
La Camera dei deputati ha approvato l'altro giorno la risoluzione che incarica il Governo chiedendo misure "di eseguibilità immediata e semplificata" che diano la priorità a imprese e professionisti, e solo in un secondo tempo alle banche. Il ministro Grilli ha escluso che il decreto prevede l'aumento delle addizionali regionali IRPEF.
Si preannunciano però lungaggini burocratiche (decreti attuativi centrali e locali, contratti con vincoli stretti per accedere ai prestiti) per liberare davvero la liquidità necessaria, che è cosa ben diversa dalle voci nei capitoli di bilancio dello Stato. Dagli organi di stampa specializzata filtrano già indiscrezioni sui contenuti. Vediamo qualche anticipazione.
Ti potrebbero interessare
1) Le risorse disponibili per i pagamenti alle imprese
- Per Comuni e Provincie dovrebbero essere a disposizione complessivamente 9 miliardi di euro: 5 miliardi svincolati dal Patto di stabilità + un fondo di prestiti di circa 2 miliardi nel 2013 e 2 nel 2014. Per prenotarli gli enti locali dovranno comunicare online i loro debiti entro il 30 aprile. Entro il 15 maggio un decreto del ministero dell'Economia dovrebbe poi fissarne la ripartizione.
Per quanto riguarda i Comuni con riserve di liquidità bloccate dal patto: l'ente dovrebbe fissare le risorse da liberare dal capitolo residui passivi in conto capitale bilancio 2013. Sembra addirittura che se non saranno saldati almeno il 90% dei debiti indicati entro fine anno gli amministratori locali ne risponderanno direttamente, avranno trattenuti due mesi di stipendio. Per gli enti tenuti a certificare i crediti delle imprese un ritardo nella registrazione on line entro 20 giorni dall'entrata in vigore del decreto comporterà 100 euro di multa per ogni giorno. Potrebbe anche essere possibile un "patto di stabilità orizzontale" tra i Comuni che hanno surplus di cassa e quelli in difficoltà, già previsto dal comma 4 ter art. 1 decreto semplificazioni fiscali, ma che era stato sospeso per il 2013.
- Per le Regioni: per quanto riguarda debiti non sanitari dovrebbero essere disponibili 8 miliardi di euro con un fondo prestiti (da restituire entro 30 anni) di cui 3 miliardi per il 2013 e 5 per il 2014.
- Per i debiti invece della Sanità regionale si parla di 5 miliardi nel 2013 e 9 nel 2014 ma per potervi accedere si preannunciano vincoli molto stretti come ad esempio l'impegno delle Aziende Locali a non accedere a prestiti né mutui né prestare garanzie a controllate e partecipate per i successivi 5 anni. Questo potrebbe rivelarsi davvero un impegno arduo da accettare.
- Le imprese con crediti verso le amministrazioni centrali ovvero i Ministeri, dovrebbero poter compensare tali crediti con i debiti iscritti a ruolo per tutto il 2012 e non solo del primo semestre come indicato inizialmente
Le risorse per la liquidità necessaria verranno da emissioni di titoli di stato per 25 miliardi sia nel 2013 che nel 2014. Per pagare i relativi interessi ci saranno nuovi tagli lineari sulle spese dei ministeri.
Era circolata anche la voce di un ipotesi di aumento dell' aliquota della addizionale regionale IRPEF che potrebbe arrivare al 3,33%, anticipando una norma del decreto sul federalismo fiscale che la fissava per il 2015: il ministro Grilli però sembra contrario e forse questa è una delle ragioni del ritardo nella approvazionedel decreto.