Buonasera, sono una collega. Ho scaricato il suo ebook sul lavoro all'estero. Ho un quesito da sottoporle. Ho cliente che lavora in somalia come ingegnere per una ONG umanitaria danese con contratto annuale, da sempre iscritta AIRE in quanto lavoratrice presso ONG straniere. A fine 2012 trasferisce la residenza in Italia per avere accesso ad un mutuo per l'acquisto di un immobile ma continua a prestare lavoro all'estero. Dal 2014 l'ONG di diritto danese inizia a fare un prelievo del 10% sul salario corrisposto come aliquota a favore del governo danese. è corretto? va chiesto il rimborso di tali imposte? il reddito sarà tassato in Italia? Conviene re-iscriversi all'AIRE x non subire la tassazione in Italia? Accade qualcosa se si iscrive nuovamente all'AIRE in relazione ai benefici prima casa? Grazie
Gentile Collega,
io credo che se il lavoratore per il 2013 è residente fiscale in Italia, dovrà corrispondere la tasse in Italia per i redditi prodotti in tutto il mondo; non mi pare inoltre che sia stata stipulata una Convenzione tra l'Italia e la Somalia.
Se il lavoratore opera in Somalia, pur dipendendo da datore di lavoro danese, e non è residente fiscale in Danimarca, non mi pare corretto che sconti le imposte in Danimarca (Non conosco in ogni caso la fiscalità danese, però si dovrebbero rispettare dei principi generali come appunto quello della territorialità).
Ritengo inoltre che al momento in cui il lavoratore sarà in regime di duplice imposizione, essendo appunto residente fiscale in Italia, dovrà chiedere il rimborso per il imposte corrisposte in Danimarca.
Per quanto riguarda il perdere nuovamente la residenza in Italia, si dovrebbero seguire le regole generali. Nutrirei comunque qualche perplessità su tutta questa operazione che è stata fatta ad arte per avere solo un mutuo; devono comunque esserci elementi temporali, oggettivi e soggettivi, per essere o meno residente in un certo luogo.
Ti saluto molto cordialmente.
Luigi Rodella
