Gio.
Utente
Dal "Buongiorno" 1a pagina del quotidiano "La Stampa" di stamane di Massimo Gramellini, con il suo eccellente modo di scrivere e di proporsi sempre ben dosato, merita sicuramente una meditazione!
LA BOTTIGLIA DI NESSUNO.-
Una spiaggia libera, una delle poche rimaste sulla costa più privatizzata d’Europa. Conficcata nella sabbia, una bottiglia di plastica vuota. Infine una coppia di adulti abbastanza evoluti: hanno libri e giornali sotto il braccio, lui chiede a lei chi è questo Corona, ricevendo risposte evasive. Piantano l’ombrellone a meno di un metro dalla bottiglia. Prendono il sole ascoltando civilmente la musica nelle cuffie, parlano fra loro con una certa indignazione di ecologia e costi della politica, mangiano la frutta avendo cura di mettere le bucce in un sacchetto e il sacchetto dentro il cestino dei rifiuti.
La bottiglia derelitta no. Ci inciampano persino, tanto è vicina, ma non la toccano. E quando la sera lasciano la spiaggia, la bottiglia rimane là. Monumento imperituro all’idea che del bene comune hanno molti italiani, per i quali ciò che è pubblico non è di tutti, ma di nessuno. Quindi dello Stato, un’entità esterna a cui non sentono di appartenere, se non come finanziatori forzati attraverso le tasse. Da noi il proverbio scandinavo «Pulisci davanti alla porta di casa tua e tutta la città sarà pulita» non avrebbe possibilità di attecchire, perché la porta di casa siamo pronti a lucidarla pure con la lingua, ma qualsiasi cosa le stia davanti esula dalla sfera delle nostre attenzioni. E quando qualcuno ce lo fa notare, rispondiamo con la più arcitaliana delle frasi: «Non è di mia competenza». P.S. La bottiglia di nessuno l’ho poi gettata io nel cestino, ma quante dovrò ancora gettarne prima di pareggiare le volte in cui non l’ho fatto.
Buon w.e. a tutti!
LA BOTTIGLIA DI NESSUNO.-
Una spiaggia libera, una delle poche rimaste sulla costa più privatizzata d’Europa. Conficcata nella sabbia, una bottiglia di plastica vuota. Infine una coppia di adulti abbastanza evoluti: hanno libri e giornali sotto il braccio, lui chiede a lei chi è questo Corona, ricevendo risposte evasive. Piantano l’ombrellone a meno di un metro dalla bottiglia. Prendono il sole ascoltando civilmente la musica nelle cuffie, parlano fra loro con una certa indignazione di ecologia e costi della politica, mangiano la frutta avendo cura di mettere le bucce in un sacchetto e il sacchetto dentro il cestino dei rifiuti.
La bottiglia derelitta no. Ci inciampano persino, tanto è vicina, ma non la toccano. E quando la sera lasciano la spiaggia, la bottiglia rimane là. Monumento imperituro all’idea che del bene comune hanno molti italiani, per i quali ciò che è pubblico non è di tutti, ma di nessuno. Quindi dello Stato, un’entità esterna a cui non sentono di appartenere, se non come finanziatori forzati attraverso le tasse. Da noi il proverbio scandinavo «Pulisci davanti alla porta di casa tua e tutta la città sarà pulita» non avrebbe possibilità di attecchire, perché la porta di casa siamo pronti a lucidarla pure con la lingua, ma qualsiasi cosa le stia davanti esula dalla sfera delle nostre attenzioni. E quando qualcuno ce lo fa notare, rispondiamo con la più arcitaliana delle frasi: «Non è di mia competenza». P.S. La bottiglia di nessuno l’ho poi gettata io nel cestino, ma quante dovrò ancora gettarne prima di pareggiare le volte in cui non l’ho fatto.
Buon w.e. a tutti!