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Buoni postali

Ho fatto una sciocchezza. Avevo dei buoni postali cointestati con la mia anziana e malata madre. Per evitare problema in caso di dipartita di mia madre, li ho disinvestiti e ho sottoscritto nuovi buoni solo a me intestati.
In pratica ora rischio un accertamento. Che documenti mi devo procurare e mettere da parte per dimostare la mia buona fede?
Mi potrebbero contestare sia prelievo che versamenti, chiedendomi irpef, iva e irap. Bisogna che mi pari il c. Peraltro non avendo commesso nessun reato.
 
Sulla base di cosa deduci che rischi un accertamento?
Non mettere il carro davanti ai buoi...
Conserva comunque tutta la documentazione.
Saluti.

PS perché citi anche l'iva e l'irap?
 
Rocco
Credo che Sciaccone citi l'iva e l'irpef essendo evidentemente un soggetto passivo.
Ritengo la sua preoccupazione più che fondata atteso che l'ufficio potrebbe considerare l'operazione come ricavi omessi e quindi concordo con l'indicazione che hai dato di conservare tutta la documentazione con la speranza e l'augurio che non serva.
ciao
 
Io sono residente all'estero. Tuttavia ho visto che in caso di accertamento bancario è invalso di supporre per i privati l'esercizio di un'attività imprenditoriale in nero e quindi di far pagare anche iva, irap e relative sanzioni.
Comunque le poste non rilasciano alcuna documentazione. Eventualmente la dovrei chiedere. Ma cosa devo chiedere? La copia dei buoni incassati?
Le date di prelievo e versamento coincidono, cosi come l'ufficio postale.
 
basta tenere la contabile della riscossione..te la danno normalmente con i soldi dove è scritto il lordo le ritenute e il netto e la stampa del riquadro con il numero ufficio la data e l'importo...senti l'ufficio se ti fanno anche la fotocopia dei buoni riscossi...
ti servirà per giustificare eventuali richieste di chiarimenti sulla provenienza dei soldi per i nuovi investimenti...da verificare se c'è "donazione".....
 
Si, mi hanno dato un documento, con l'indicazione dei buoni cessati, degli importi incassati (che corrispondono, salvo i necessari arrotondamenti) a quelli reinvestiti, e delle imposte trattenute. Ma questo documento è privo di timbro e firma.
Intendiamoci, l'agenzia delle entrate dispone di tutti i dati relativi a investimenti e disinvestimenti. Purtroppo per il contribuente la buona fede e poca da quelle parti e i dirigenti prendono la percentuale sulla evasione (anche inesistente) recuperata.
 
Buonasera

Secondo me non rischi nulla è proprio prevista la condizione per annullare il redditometro di dimostrare che acquisto/investimento proviene da fondi disinvestiti e il tuo caso è proprio questo, disinvesti e reinvesti dato che le date coincidono a mio parere non avrai nessun problema di dimostrare il tutto.

E' perfettamente legale e anche previsto dal redditometro disinvestire e reinvestire infatti il redditometro prevede i saldi dei conti correnti proprio perche va a verificare gil aumenti il tuo è un semplice spostamento di liquidita.

E' ovvio che dovra conservare la documentazione che dimostra il disinvestimento e il reivestimento delle cifre, direi di stare piu che tranquillo hai effettuato un'operazione trasparente e prevista dalla norme fiscali.

Al contrario la situazione sarebbe stata complessa qualora ti fossi presentato allo sportello con il contante e ti saresti trovato nella difficoltà/impossibilità di dimostrare da dove proviene (in questo caso si dovresti preoccupare).

Saluti
 
Ultima modifica:
Con l'ade non si sta mai tranquilli.
Sono memore di un caso capitato ad un mio amico. In pratica perse il lavoro (dipendente) e qualche anno dopo l'ade gli invia un avviso di accertamento per mancata dichiarazione dei redditi, stimati sinteticamente in 18000 euro annui circa. Accertati sinteticamente e derivanti da possesso di un appartamento e di un auto di terza mano.
Alla fine sto poveraccio dovette fare ricorso. Nonostante la CTP dichiarò la pretesa dell'ade manifestatamente infondata in fatto ed in diritto. L'ade imperterrita fece ricorso fino in cassazione. Perdendo tutti i gradi di giudizio, per manifesta infondatezza della pretesa. Intanto il mio amico ci rimise tempo, salute e denari.
 
Buonasera

Negli ultimi mesi sono state approvate norme per far pagare le spese alla parte soccombente e anche richiedere un risarcimento dal danno nei casi in cui si nota proprio una infondatezza della pretesa, ho anche letto numerose sentenze di un bravissimo studio legale di Lecce che piu volte è riscito sia a far pagare tutte le spese alla parte soccombente ma ad ottenere anche un risarcimento del danno (ho letto le sentenze dunque è certo questo).

Ovviamente è basilare affidarsi a professionisti veramente preparati che si aggiornano e conosco la materia tributaria.

Saluti
 
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