News Pubblicata il 05/06/2019

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DL crescita: pensioni piu vicine con il contratto di espansione

Tra gli emendamenti del Decreto crescita il "contratto di espansione" per la riorganizzazione di grandi aziende prevede anche uno scivolo verso la pensione



Tra gli emendamenti presentati dal Governo nella conversione del Decreto crescita  un nuovo strumento per la gestione delle crisi e riorganizzazione di grandi aziende , che dovrebbe prendere il posto dei contratti di solidarietà espansiva , detto "contratto di espansione."   La norma infatti sostituirebbe il vigente art. 41 del dlgs n. 148/2015 ma riguarderà solo le imprese in fase di riorganizzazione con un numero di dipendenti superiore alle mille unità. La conversione in legge è attesa entro la fine del mese di giugno. 

La norma, se approvata dall'Aula, sarebbe sperimentale e applicabile per ora  solo per il 2019 e 2020 . Le risorse necessarie ammontano a 40 mln nel 2019 e 30 mln per il 2020.

Dal punto di vista procedurale il  contratto di espansione  dovrà essere concordato in sede ministeriale  con le rappresentanze sindacali ,   prevedendo in maniera contestuale :

Riguardo agli interventi per l'accompagnamento all'uscita  viene ulteriormente specificato che il contratto di espansione potrà prevedere :

  1.  richiesta di  CIGS in deroga  fino a 18 mesi , anche non continuativi 
  2.  versamento di  un' indennità mensile  commisurata alla pensione per i lavoratori a cui manchino non piu di 84 mesi  dalla pensione di vecchiaia o anticipata (7 anni).  Questo percorso potrà essere finanziato anche dai fondi di solidarietà bilaterali 
  3.  Per chi non puo accedere al prepensionamento  sarà  possibile una riduzione  di orario del  30%  e anche oltre se necessario , per tutto il periodo del contratto di espansione.

La novità del sostegno all'esodo prevista nel "contratto di espansione " ricorda la misura dell'isopensione contenuta nella riforma Fornero , che ugualmente prevede la possibilità di risoluzione del contratto per i lavoratori cui manchino al massimo 7 anni alla pensione,  con un contributo economico a carico dei datori di lavoro. In questo caso pero potrebbe essere piu appetibile per  le aziende in quanto  per chi accede poi alla pensione di vecchiaia  non dovranno essere versati i contributi correlati.  Nel caso in cui, invece, l’accompagnamento punti alla pensione anticipata, i contributi previdenziali sono dovuti ma  solo per i periodi non coperti dalla contribuzione figurativa maturata  a seguito della fine del rapporto di lavoro. 

 Per i lavoratori esodati  con questo nuovo "contratto di espansione" gli esperti del Sole 24 ore evidenziano il  vantaggio di fissare in anticipo i termini del loro accesso alla pensione mettendoli al riparo da fuutre riforme previdenziali, sempre possibili . Dall'altra parte pero   l'assegno pensionistico mancante di ben 7 anni di contributi pieni  sarà ovviamente ridotto.


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Fonte: Il Sole 24 Ore



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