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Sponsorizzare i lavoratori stranieri nel Regno Unito, eBook gratuito in pdf di 18 pagine.
Sponsoring Foreign Workers in the UK.
I datori di lavoro del Regno Unito che intendono assumere personale proveniente da fuori il Regno Unito devono sponsorizzare i futuri dipendenti stranieri.
Dopo la Brexit e la fine del periodo di transizione, anche i cittadini provenienti dall’Unione Europea, Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera necessitano di essere sponsorizzati dal datore di lavoro presente nel Regno Unito per cui intendono svolgere attività lavorativa.
Oggi, infatti, per poter assumere nel Regno Unito un cittadino straniero che non sia già in possesso di un permesso di soggiorno a tempo indeterminato, del settled status o del pre-settled status, i datori di lavoro del Regno Unito devono sponsorizzare il dipendente straniero che intendono assumere.
Per poter fare ciò, il datore di lavoro deve essere in possesso di una licenza come sponsor (“sponsorship licence”), che gli consenta di rilasciare un certificato di sponsorizzazione al futuro dipendente.
A sua volta, il cittadino straniero, una volta ricevuto il certificato di sponsorizzazione, dovrà occuparsi di richiedere un visto per entrare nel Regno Unito e svolgere il lavoro per cui è stato sponsorizzato. La licenza da sponsor è richiesta anche per sponsorizzare quei cittadini stranieri che verranno nel Regno Unito a svolgere attività lavorativa non retribuita, come ad esempio lavorare per una charity. Al contrario, il datore di lavoro non avrà bisogno di detta licenza per assumere cittadini Irlandesi, o cittadini europei che già siano in possesso di settled e pre-settled status ai sensi del “EU Settlement Scheme”, e coloro che sono in possesso di un permesso di soggiorno a tempo indeterminato nel Regno Unito.
E’ importante sottolineare che la semplice sponsorizzazione di un cittadino straniero da parte di un datore di lavoro nel Regno Unito non comporta l’automatico rilascio del visto al cittadino straniero. Il rilascio del visto dipende, infatti, da tutta una serie di circostanze e requisiti in capo al richiedente.
A cura di:
Questo e-book è aggiornato al 17 ottobre 2022. La Legislazione e la prassi amministrativa sono in continua evoluzione. Prestare attenzione alle modifiche intervenute dopo la pubblicazione.
Il visto per lavoratori qualificati, al fine di entrare e rimanere a vivere nel Regno Unito per svolgere attività lavorativa qualificata, eBook di 24 pagine.
ISBN: 9788891660480
Il visto per i lavoratori qualificati consente ai cittadini stranieri di entrare e rimanere a vivere Regno Unito per svolgere attività lavorativa qualificata.
Per ottenere il visto, è necessario che il richiedente ottenga preventivamente un certificato di sponsorizzazione da un datore di lavoro inglese munito di licenza da sponsor rilasciata da Home Office. Il datore di lavoro situato nel Regno Unito, infatti, per poter sponsorizzare e assumere dipendenti stranieri, deve essere stato preventivamente approvato da Home Office.
E’ necessario inoltre che il richiedente ottenga un’offerta per lo svolgimento di un lavoro che rientri nell’elenco delle professioni ammissibili e che gli venga offerto uno stipendio minimo, il cui importo varia a seconda del tipo di lavoro che il richiedente andrà a svolgere una volta entrato nel Regno Unito. Il richiedente deve inoltre essere in grado di parlare, leggere e scrivere l’inglese e solitamente dovrà dimostrare la propria conoscenza dell’inglese al momento della presentazione della domanda. Qualora il soggetto non sia in possesso dei requisiti per richiedere uno skilled worker visa, questi, per poter lavorare nel Regno Unito, dovrà preventivamente richiedere e ottenere un altro tipo di visto.
A cura di:
Aggiornato con la Legge di bilancio 2022 legge n. 234 del 30/12/2021 - art. 1 comma 763. Edizione 2022, pdf di 327 pagine.
Esame della normativa che riguarda:
Con questa monografia abbiamo voluto fornire un contributo ai lavoratori che rientrano in Italia ed intendono utilizzare gli sgravi fiscali riconosciuti per incentivarne il rimpatrio.
Ci rivolgiamo quindi ai lavoratori espatriati, alle Aziende, alle Associazioni professionali, alle Organizzazioni sindacali, agli Ordini professionali, alle Università, e in genere a tutti coloro che affrontano i temi direttamente connessi alle problematiche del lavoro estero.
Abbiamo cercato di affrontare queste tematiche, e saminando tutta la normativa in un arco di tempo molto ampio che parte d all'anno 2003 per giungere sino ad oggi. Questo lungo percorso, ci ha offerto la possibilità di osservare come le leggi che si sono avvicendate nel corso del tempo, si siano adeguate e affinate alle reali necessità contingenti, nel contempo abbiano creato problemi applicativi, derivanti dall'intrecciarsi e/o dal sovrapporsi delle norme precedenti con quelle successive.
Sintesi
Premessa.
1. Ricercatori - Le norme per il rientro dei ricercatori dal 2004 al 2008: excursus normativo.
1.1 L’introduzione delle norme e prassi per agevolare il rientro dei ricercatori
2. Ricercatori e docenti - Le norme per il rientro dei ricercatori e docenti dal 2009 al 2021: excursus normativo.
2.1 L’agevolazione riservata ai Ricercatori si estende anche ai Docenti: cosa cambia con il D.L. 185/2008.
2.2 Proroga delle agevolazioni a tutto il 2015 con ricadute fino al 2017: D.L. 78/2010.
2.3 La Legge di Stabilità 2015 amplia ulteriormente la portata delle agevolazioni
2.4 La Legge di Bilancio 2017 rende le agevolazioni permanenti
2.5 D.L. 34/2019 art. 5 commi 4 e 5 (decreto crescita) convertito nella legge 58 del 28/6/2019, incrementa le agevolazioni e supera il problema relativo all'iscrizione all'Aire (16)
2.5.1. Modifiche apportate all'articolo 44 del d.l. 78/2010 - rientro ricercatori/docenti
2.5.2 Mancata iscrizione all'Aire.
2.5.3 Modifiche apportate all'articolo 44 del d.l. 78/2010 - rientro ricercatori/docenti dalla Legge di Bilancio 2022 (L. 30/12/2021 n. 234 art. 1 comma 763)
2.5.4 Ricercatori/docenti: reiterazione del beneficio (Risposta interpello n. 239 del 29/4/22)
3. Lavoratori contro-esodati - Le norme per il rientro dei lavoratori contro-esodati dal 2010 al 2017: excursus normativo.
3.1 Nuovi provvedimenti a favore dei laureati
3.2 La legge di Stabilità 2016 proroga i benefici sino al 31/12/2017.
3.3 Il "Decreto internazionalizzazione" all'articolo 16 comma 2 del D.lgs 147/2015 ridefinisce e rende stabili le agevolazioni contenute nella legge 238/2010.
4. Lavoratori impatriati - Le norme di riferimento per i lavoratori "impatriati" dal 2015 al 2019: excursus normativo.
4.1 Normativa e prassi riferita al "Decreto internazionalizzazione" – Dlgs 147 del 14/9/2015 – art. 16
4.2 Normativa riferita all'articolo 5 commi 1 e 2 - Decreto legge n. 34 del 30/4/2019 (Decreto crescita) modificato in sede di conversione nella legge 58 del 28/9/2019
4.3 Normativa riferita all'articolo 13/ter - Decreto legge n. 124/2019 del 26/10/2019 (Decreto fiscale) convertito nella legge 157 del 29/12/2019
4.4 Legge di Bilancio 2021 (Art. 1 comma 50 - Legge n. 178 del 30/15/2020)
5. Quesiti & Questioni
5.1 Quesiti anteriori all'art. 5 del d.l. 34 del 1/5/19 e all'articolo 13/ter del D.L. 124/2019.
1. Impatriati laureati - restituzione dei benefici
2. I 24 mesi di lavoro all'estero non coincidono con l'iscrizione all'Aire.
3. Impatriati dalla Svizzera - Regimi fiscali privilegiati
4. Impatriati i benefici si certificano sulla Certificazione Unica.
5. Ricercatrice non assunta come tale.
6. Impatriato - precedente distacco e successivo nuovo datore straniero.
7. Impatriato - proveniente da datore di lavoro Usa - assunzione in Italia da parte società del gruppo.
8. Controesodati - problema della continuità del lavoro all'estero.
9. Impatriati - Conciliare i 24 mesi di lavoro all'estero con due anni di residenza estera.
10. Impatriati - Distacco dalla società italiana non è il distacco dalla società straniera.
11. Impatriati residenza in base ai criteri "tie breaker rules"
12. Ricercatore che rientra come impatriato - Non è non iscritto AIRE.
13. Ricercatore che rientra in Italia - Requisiti
14. Impatriato lavoratore specializzato da U.K.
15. Impatriato che non supera il periodo di prova.
16. Ricercatore con due anni di ricerca a cavaliere dei due anni
17. Impatriato dalla Cina con otto anni di esperienza.
18. Impatriato da U.K. - Agevolazione in base all'articolo 16 comma 2 - Con quale procedura?.
19. Impatriati laureata a Basilea che rientra in Italia - decorrenza benefici
20. Rientro in Italia manager con 4 anni all'estero.
21. Impatriati laureati che residenti in Italia non hanno pagato le imposte.
22. Laureato impatriato o contro-esodato? Che confusione.
23. Impatriato laureato che prende la residenza in Italia ma ci lavorava già dal 2015.
24. Impatriati - opzione e distacco.
25. Impatriata dall'Irlanda con laurea può fruire di sgravi?.
26. Impatriati laureati dall'Inghilterra con altro periodo in Spagna.
27. Impatriati. Laureato dal 2014 residente in Svizzera: puo fruire di agevolazioni?.
28. Impatriati - Manager in rientro dalla Germania: è valida la residenza in un residence?.
29. Impatriati: come fare la richiesta al datore di lavoro?.
30. È ancora valida l' opzione prevista per i contro-esodati?.
31. Impatriato da U.K. laureato si ferma solo 2 anni per poi ripartire , rientra negli sgravi?.
32. Impatriato dal Messico.
33. Impatriato dalla Spagna dove lavora dal 2007, che misura per gli sgravi?.
34. Impatriato ART DIRECTOR, ha diritto se privo dei 5 anni di residenza all'estero?.
35. Impatriato con laurea magistrale quanti anni di lavoro all'estero servono?.
36. Contro-esodati che non hanno esercitato l'opzione conviene fare ricorso?
37. Impatriati: applicabile il comma 1 oppure il comma 2 dell'art. 16 ?.
38. Impatriati: rientro ad agosto - decorrenza dei benefici
39. Impatriato che in Italia non ha ancora un lavoro puo avere l'agevolazione?.
40. Laureati impatriati a regime con il D.Lgs. 147/2015.
41. Impatriati ex articolo 16 c. 2 D.Lgs. 147/2015. Residenza applicazione tie breaker rules?.
42. Confusione tra contro-esodati e impatriati
43. Contro-esodati che non hanno esercitato l'opzione.
44. Ha diritto il laureato che rientra in Italia in base al comma 2 articolo 16 D.Lgs. 147/2015?.
45. Ora non si applica più la legge 238/2010 - Come si tassa l' indennità di trasferimento e alloggio?.
46. Impatriato laureato in U.K. rientra in Italia come autonomo.
47. Rientro in Italia dagli Usa - Benefici per il lavoratore.
48. Contro-esodato dalla Svezia - mancato esercizio dell'opzione.
49. Impatriato residente in Francia con un anno sabbatico nel 2017 in Italia.
50. Impatriato dirigente in Francia con solo 3 anni all'estero.
51. Laureato impatriato che non rimane due anni in Italia.
52. Laureato impatriato dall'Inghilterra.
53. Impatriati. Titolo di studio all'estero - Calcolo dell'agevolazione.
54. Impatriati permanenza residenza all'estero.
55. Controesodati restituzione dei benefici fiscali
56. Dirigente francese assunto in Italia.
57. Impatriati da Hong Kong e dal Regno Unito - Agevolazioni previste.
58. Impatriati, quale documentazione da acquisire da parte del datore?.
59. Contro-esodati dal 2012 - termine fruizione dei benefici
60. Bonus nuove assunzioni - Riduzione contributiva 10% Paesi non convenzionati
61. Legge Stabilità 2016 e agevolazioni per assunzione per l’estero.
5.2 Nuovi quesiti dopo il d.l. 34/2019 (art. 15) e l'articolo 13/ter del D.L. 124/2019.
62. Impatriati - art. 5 D.L. 34 - Benefici specifici per le aziende.
63. Impatriati - art. 5 D.L. 34 - Mancata iscrizione Aire.
64. Impatriati Decreto Crescita - Quando il datore è straniero e in Italia si opera da remoto.
65. Articolo 5 Decreto crescita - Non iscritti AIRE.
66. IMPATRIATI da Singapore - Dubbi sulla portata dell'articolo 13/ter del decreto fiscale che introduce il "Fondo Controesodo"
67. IMPATRIATI - Moglie e figli a Milano - marito in Svizzera.
68. IMPATRIATI - Il rientro in Italia dopo Brexit; non viene precisato se si tratta di "lavoratrice" oppure di "laureata" - Limiti per il 2020.
69. RICERCATORE IMPATRIATO - prima in aspettativa all'estero.
70. IMPATRIATO RICERCATORE che non viene assunto come ricercatore.
71. IMPATRIATI - Decorrenza dei benefici - Non ne avrebbe diritto se ricerca un nuovo lavoro.
72. RICERCATORE non iscritto AIRE - Termini per richiedere il beneficio.
73. IMPATRIATO da Bruxelles assunto da impresa statale.
74. IMPATRIATI il comma 2 articolo 16 non viene abrogato anzi non si è toccato.
75. Impatriati in base all'articolo 5 del decreto crescita - divario tra i beneficiari ante e post
76. Impatriato non iscritto AIRE - Richiesta rimborso dei benefici non fruiti
77. RICERCATORI IMPATRIATI dal 2017 - Nuovi benefici potenziati inapplicabili
78. IMPATRIATI in base all'articolo 13/Ter del DL 124/2019 - Quale criterio adottare?.
79. IMPATRIATO rientrato ante 30/4/2019 dalla Francia. Applicazione ulteriore beneficio previsto dalla LEGGE DI BILANCIO 2021 (art. 1 comma 50)
80. IMPATRIATO terminato di fruire del beneficio al 31/12/2020. Applicazione ulteriore incentivo previsto dalla LEGGE DI BILANCIO 2021 (art. 1 comma 50). Termine per la domanda.
81. IMPATRIATO DA U.K. non laureato rientrerebbe in Italia dal 2020.
82. IMPATRIATI. Applicazione della Legge di Bilancio 2021 per figli a carico o acquisto immobile residenziale
83. IMPATRIATI. Acquisto dell'abitazione residenziale. Proroga dei benefici in base all'articolo 16 comma 3 bis del DLGS. 147/2015.
84. IMPATRIATI Trasferimento a Genova nel 2021 con moglie e figlio già residente all'estero con acquisto dell'abitazione residenziale. Durata dei benefici ordinari e quelli ulteriori quinquennali. Eventuali vantaggi previdenziali
85. IMPATRIATI - Dipendente già agevolato vuole estendere il beneficio per un ulteriore quinquennio applicando l'articolo 1 comma 50 della Legge di Bilancio 2021.
86. IMPATRIATI - Proroga ulteriore quinquennio relativo a parziale immobile ricevuto in eredità.
87. IMPATRIATI - Impatrio infermiera da UK ante 30/04/2021. Benefici depotenziati
88. IMPATRIATI - Eventuale danno pensionistico.
89. IMPATRIATI RICERCATORI - DOCENTI- APPLICAZIONE DELLA LEGGE DI BILANCIO 2022 (L. 30/12/2021, N. 234 ARTICOLO 1 COMMA 763)
90. Decreto crescita- lavoratore con residenza provincia Sud vorrebbe rientrare al Nord.
91. Lavoratore assunto in Italia da datore non residente. Problematiche.
92. Impatriati - Lavoratore assunto in Italia inizialmente come autonomo, vorrebbe optare per il lavoro subordinato
93. Impatriati - Laureato rientrerebbe in base articolo 16 comma 2 Dlgs 147/2015. Dubbi sulla residenza fiscale anteriore al rimpatrio.
94. Impatriati - Decorrenza dei benefici
95. Impatriati - Applicazione "Fondo controesodo" - Acquisizione della residenza il 30/4/2019 - Decorrenza dei benefici
La disciplina dei licenziamenti all'epoca dell'emergenza sanitaria da Covid-19.
eBook in pdf di 119 pagine aggiornato fino al Decreto Sostegni Bis, D.L. 73/2021 e fac-simili di lettera di licenziamento e di impugnazione.
Mai come quando la crisi si fa sentire pressante, così tanto da indebolire un paese produttivo come l’Italia, ci si rende conto che forse gli strumenti normativi a disposizione non sono in grado di rispondere alle emergenze limitandone i danni.
L’ultimo decennio è sicuramente stato foriero di importanti novità in materia di disciplina del lavoro.
Ricordiamo infatti la prima, in ordine di tempo, delle quattro più recenti riforme in materia di lavoro, anche se non da tutti condivisa e in alcuni casi risultata poco adatta, è stata quella del 2012, la legge n. 92/2012 “Disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita” che ha apportato significative novità in materia di disciplina di risoluzione dei contratti di lavoro.
Grazie ad essa sono stati introdotti una serie di interventi, sotto il profilo sia sostanziale che processuale, in tema di licenziamenti individuali, licenziamenti collettivi, dimissioni, risoluzione consensuale del rapporto di lavoro, ammortizzatori sociali e rito del lavoro.
Le novità introdotte dalla Riforma Fornero in materia di licenziamento ed in particolare in materia di licenziamento per giustificato motivo oggettivo, sono state rilevanti, basti pensare alla rigida procedura che il datore di lavoro è tenuto ad osservare preventivamente all’attuazione del licenziamento, oppure alla possibilità, in presenza di talune forme di riscontrata illegittimità del licenziamento, di non reintegrare il lavoratore.
Queste novità hanno inciso in misura significativa in particolare sulle risoluzioni dei rapporti di lavoro alle quali si applica l’art. 18 della legge n. 300 del 1970.
Da qui si sono susseguite una serie di normative che hanno in qualche modo aggiustato il tiro, tutte con lo scopo di ridisegnare il mercato del lavoro proprio in un momento in cui tutte le certezze si stavano perdendo, dove il tasso di disoccupazione raggiungeva i massimi storici, a confronto di alcuni paesi nella nostra Europa dove invece le assunzioni correvano e corrono velocemente.
Ecco quindi il susseguirsi della Riforma Giovannini-Letta, della legge Poletti ed infine, anche se siamo certi che non sarà sicuramente l’ultima riforma, il cosiddetto Jobs Act, il cui impianto normativo si è completato con I Decreti Legislativi che hanno consentito l’attuazione a regime della Riforma.
Se da un punto di vista strutturale e normative quindi l’ultimo decennio ha riformato radicalmente la normative in materia di disciplina del lavoro, il 2020 e 2021 sono anni segnati profondamente da un tipo diverso di emergenza, quella legata alla pandemia per Covid-19 che purtroppo evidenzierà i propri effetti nefasti anche nel futuro e di cui purtroppo anche in materia di lavoro ci si è dovuti occupare al fine di salvaguardare I diritti di entrambi le parti in gioco ovvero dei datori di lavoro e dei lavoratori dipendenti, Parti duramente colpite entrambi dall’emergenza sanitaria.
Lo spirito quindi di questo lavoro è quello di capire come la normativa sui licenziamenti si inserisca in un contesto di crisi economica e produttiva resa ancora più profonda per effetto dell’emergenza sanitaria, momento storico che chiede inevitabilmente un approccio particolare con interventi adeguati a contenere la crisi.
Analizzeremo conseguentemente quali siano le azioni più idonee da porre in atto in un’ottica di ripresa e di salvaguardia del mercato del lavoro nella sua totalità partendo dalla valutazione dell’efficacia degli attuali strumenti di ammortizzatori sociali attivabili, individuando anche laddove si riscontrassero, le criticità degli stessi e conseguentemente le nuove misure sperimentali o strutturali da adottare nel futuro.
Premessa
1. I motivi che portano all’estinzione del rapporto di lavoro per licenziamento
1.1 Licenziamento per giusta causa
1.2 Licenziamento per giustificato motivo
1.2.1 Il giustificato motivo soggettivo
1.2.2 Giustificato motivo oggettivo
2. Licenziamenti individuali e licenziamenti collettivi
3. La riforma Jobs Act
3.1 I Decreti Attuativi
3.2 Gli Ammortizzatori Sociali
3.2.1 Naspi - La Nuova Assicurazione Sociale per l’impiego
3.2.2 Dis-Coll
3.2.3 Asdi- Il Nuovo Assegno di Disoccupazione (Titolo III, art. 16)
4. Licenziamento post Jobs Ac
4.1 La procedura dei licenziamenti
4.2 La tutela reale e la tutela obbligatoria
4.2.1 La tutela reale
4.2.2 La tutela obbligatoria
4.4 I licenziamenti
4.4.1 Licenziamento discriminatorio
4.4.2 Licenziamento disciplinare
4.4.3 Giustificato motivo oggettivo
4.4.4 Per motivi di salute
4.4.5 Licenziamenti con vizi di forma
4.4.6 I licenziamenti collettivi per riduzione di personale
4.4.7 La revoca del licenziamento
4.4.8 Il rito speciale di impugnazione dei licenziamenti
4.4.9 Jobs Act – articolo 18 e dipendenti pubblici
4.4.10 La nuova conciliazione volontaria
4.4.11 Il contratto di lavoro a tempo indeterminato e a tutele crescenti
5. Il ticket licenziamento
6. Il licenziamento all'epoca del Covid-19
7. Lo sblocco dei divieti
8. Le raccomandazioni di primavera della Commissione Europea del 02.06.2021
9. Covid-19: situazioni particolari
10. Le conseguenze in caso di licenziamento illegittimo Covid-19 9
Appendice
FAC SIMILE LETTERA DI LICENZIAMENTO PER MOTIVI OGGETTIVI
FAC SIMILE LETTERA DI LICENZIAMENTO PER GIUSTA CAUSA
FAC SIMILE LETTERA DI IMPUGNAZIONE DI LICENZIAMENTO
FAC SIMILE RICORSO PER IMPUGNATURA DI LICENZIAMENTO
Aggiornato con la conversione in legge del D.L. 18 del 17 marzo 2020 (Cura Italia).
Mai come in questo periodo il tema degli ammortizzatori sociali è stato così sentito dall’intero sistema produttivo. In occasione della pandemia Covid19 ed alle conseguenti chiusure degli esercizi commerciali e dei siti produttivi il ricorso agli ammortizzatori sociali ha coinvolto praticamente tutto il mondo del lavoro. Un vero stress-test dell’impianto disegnato dal D.lgs 148/15. Il decreto legislativo, inserito nella più ampia manovra passata alla storia come JobsAct, traendo esperienza dalla crisi del 2009 ha previsto al fianco degli ammortizzatori sociali “storici” (il sistema della cassa integrazione ordinaria e straordinaria) una copertura rispetto a settori, fino a quel momento, poco interessati alla gestione di temporanee crisi d’impresa.
Le considerazioni che si possono fare a valle del dramma Coronavirus, ed alle conseguenze che lo stesso ha determinato nel mondo del lavoro ed al nuovo assetto che ne deriva degli ammortizzatori sociali, sono diverse. Partirei dal porre quattro questioni che ritengo primarie:
Sono quesiti importantissimi quelli che ci lascia come eredità la crisi della pandemia del 2020. Per provare a fornire una complessiva, sia pure in termini generali, risposta ritengo che sia necessario partire dalla valutazione di quello che ha funzionato e quello che non ha funzionato in questi mesi.
Avere tanti strumenti differenti suddivisi per tipologia e dimensione d’impresa crea una difficoltà enorme di gestione del sistema obbligando sia gli operatori professionali (consulenti del lavoro) che la PA ad impiantare, conoscere e manutenere sistemi tecnologici differenti. La tecnologia in una situazione del genere diventa un amplificatore di burocrazia. Esattamente il contrario dell’approccio digitale ai problemi. Un sistema non si semplifica trasformando moduli cartacei in digitali, si semplifica utilizzando l’analisi digitale per un suo ripensamento. Quindi uno strumento “tagliato su misura” per ogni impresa non diventa sinonimo di strumento idoneo, al contrario crea una babele di procedure nella quale è difficile districarsi. A tutto ciò deve aggiungersi che il D.lgs 148 ha previsto la creazione di ammortizzatori sociali di comparto, i fondi bilaterali, creati dalle forze sociali di settore. Un simile impianto prevede un presupposto fondamentale.
La chiarezza di chi sia rappresentativo di un settore e quale sia la contrattazione collettiva di effettivo riferimento. Senza di ciò il sistema di finanziamento di questi fondi rischia di entrare in quel complesso di dubbi interpretativi che ha sempre accompagnato gli istituti presenti nella cd. “parte obbligatoria” del CCNL alla stregua degli enti bilaterali, della sanità integrativa o della previdenza complementare. In definitiva se non si parte dalla vigenza erga omnes di talune disposizioni diventa impossibile pretendere la contribuzione e, conseguentemente in un sistema puramente assicurativo, la prestazione.
Veniamo al punto successivo. In mancanza di contribuzione manca la prestazione. Questo è evidente in un impianto assicurativo classico ma il concetto è difficilmente traslabile in un meccanismo di sicurezza sociale in cui il contraente (datore di lavoro) ed il beneficiario (lavoratore) sono soggetti diversi. La prestazione consente di evitare il licenziamento del lavoratore ed il mantenimento del rapporto di lavoro sia pure in fase di temporanea sospensione. Si evita di generare disoccupazione involontaria. Pertanto, in ossequio all’art. 38 Cost., dovrebbe valere, per ogni tipologia di ammortizzatore, il principio dell’automaticità della prestazione fermo restando l’obbligo contributivo del datore di lavoro.
Altro tema importante è quello relativo alla funzione propria degli ammortizzatori sociali.
Il nome stesso “ammortizzatore” evoca la funzione di quel meccanismo che serve ad evitare colpi improvvisi ed a superare dossi o avvallamenti stradali con il minor danno possibile. Sul punto il richiamato D.lgs 148/15 aveva ben introdotto meccanismi che impedissero l’attivazione degli strumenti per funzioni diverse (pensiamo al caso di cessazione dell’attività aziendale) promuovendo in tali circostanze meccanismi di presa in carico del lavoratore da parte dei servizi di ricollocazione con supporto della assicurazione sociale per l’impiego (naspi). Negli anni questi concetti sono stati un po’ lasciati in disparte dal sistema che ha preferito “tornare all’antico” accantonando la ricollocazione dei lavoratori, propria delle politiche attive del lavoro, e privilegiando il sostegno al mancato reddito riprendendo quindi temi di politiche passive del lavoro. Un meccanismo così impostato rende difficile ipotizzare riprese occupazionali visto anche il dichiarato e mai realizzato potenziamento tecnico/organizzativo dei centri per l’impiego ai quali l’avvento della figura dei “navigator” non ha fornito alcun beneficio concreto.
Ultimo tema sollevato è quello relativo al finanziamento degli ammortizzatori sociali.
La questione è molto ampia e delicata. Mi limito solo a segnalare che la risposta dipenderà dalla funzione che il sistema darà agli stessi. Se rimanessero nell’alveo di uno strumento temporaneo di “sicurezza aziendale” il loro costo non potrà che essere a carico delle imprese e dei lavoratori. Se invece si evolvesse a meccanismo di generale ed universale difesa dalla povertà (reddito di cittadinanza), ancorchè temporanea, del lavoratore potrebbe aprirsi un tema di riconsiderare come destinatario del costo non il mondo del lavoro ma l’intera collettività. In questo caso l’aggravio per la fiscalità generale sarebbe compensato dal minor onere per le imprese che potrebbe tradursi con maggior gettito salariale e quindi maggior introito fiscale.
Tematiche ampie e strutturali.
Sicuramente lo stress test Covid19 non passerà inosservato anche in tema di ammortizzatori sociali che saranno probabilmente ristrutturati. Come ogni crisi, anche questa, avrà come conseguenza elementi di miglioramento. L’economista Joseph Schumpeter insegnava che proprio dalla crisi, la cui etimologia greca fa riferimento al cambiamento, deriva ogni miglioramento sociale. Speriamo valga anche questa volta.
Paolo Stern – presidente Nexumstp S.p.A.
1. La Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria
1.1 Introduzione
1.2 CIGO – Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria
1.3 Causali
1.4 Misura e durata della CIGO
1.5 Come si fa – Procedura di presentazione e rimborso della CIGO
1.6 Decadenza
1.7 Aggiornamento circolare Inps 19 gennaio 2017, n. 9
2. Le integrazioni salariali straordinarie
Premessa: entrata in vigore delle nuove norme
2.1 Campo di applicazione: le imprese ed i lavoratori beneficiari
2.1.1 Le imprese rientranti nel campo di applicazione
2.1.2 Casistiche particolari: imprese operanti in un’area di crisi industriale complessa
2.1.3 Criteri di computo per il raggiungimento del requisito dimensionale e lavoratori beneficiari
2.1.4 Nozione di unità produttiva
2.1.5 Finanziamento
2.2 Causali di intervento e durata
2.2.1 Presupposti e durata
2.2.2 Durata massima complessiva dei trattamenti
2.3 Misura del trattamento ed aspetti previdenziali
2.4 Richiesta dell’integrazione salariale: fase sindacale e procedura amministrativa
2.4.1 Fase sindacale
2.4.2 Fase amministrativa
2.5 Compatibilità della CIGS con altri istituti
2.5.1 Condizionalità, politiche attive del lavoro e le relative sanzioni
2.6 Sanzioni e verifiche circa gli impegni aziendali assunti
2.7 Regime transitorio
2.8 Ammortizzatori sociali in deroga
2.9 Il contratto di solidarietà espansiva
3. I Fondi di solidarietà bilaterali
3.1 Introduzione
3.2 Fondi di solidarietà ordinari
3.3 Fondi di solidarietà alternativi
3.4 FSBA – Fondo alternativo bilaterale per l’artigianato
3.5 MFondi di Integrazione Salariale (da FSR a FIS)
3.5.1 Assegno di solidarietà
3.5.2 Assegno ordinario
3.6 La contribuzione
3.7 Fondo di solidarietà per i lavoratori del credito cooperativo
3.8 Fondo di solidarietà trasporto
3.9 Chiarimenti e novità
4. Misure urgenti in materia di ammortizzatori sociali nel Decreto Cura Italia
4.1 Introduzione
4.2 Cassa integrazione ordinaria e assegno ordinario: nuove proccedure semplificate
4.3 Cassa Integrazione ordinaria in sostituzione di quella straordinaria
4.4 Trattamaneto di assegno ordinario in sostituzione di assegni di solidarietà in corso
4.5 Cassa Integrazione in deroga per le aziende prive di tutela
4.5.1 Fac-simili
4.6 Consultazione e accordo sindacale: modifiche in sede di conversione del decreto
4.7 Novità sulla cassa integrazione in deroga
Appendice
Normativa
Prassi
Le nuove regole dello Smart working tenuto conto delle disposizioni specifiche emanate per affrontare l'emergenza Coronavirus (fino al D.P.C.M. 9 marzo 2020).
La L. 22 maggio 2017, n. 81 disciplina:
Nel presente ebook si prenderà in considerazione solo la parte riguardante il lavoro agile alla luce dei d.p.c.m. di marzo 2020, che riguardano l’evento eccezionale e straordinario del COVID-19, c.d. CORONAVIRUS. Nello specifico, si vuol:
Sintesi
1. Lavoro agile e coronavirus ed evoluzione normativa
1.1 Coronavirus e normativa prevista dal Governo
1.2 L. 81/2017: lavoro agile e coronavirus
2. Lavoro agile: nozione e trattamento economico e normativo
2.1 Lavoro agile e definizione
2.2 Coronavirus ed accordo individuale
Comunicazione al lavoratore di avvio di smart working
Autodichiarazione
2.3 Diritti e doveri del lavoratore agile
2.4 Recesso
3. Lavoro agile e sicurezza sul lavoro
3.1 Sicurezza sul lavoro: l. 81/2017 e d.lgs. 81/2008
Modulo
Aggiornato con la Legge di stabilità 2019 e con i più recenti documenti di prassi in materia:
Adottare un piano di Welfare aziendale significa investire nel benessere dei dipendenti.
È infatti appurato che un miglioramento del clima aziendale e del grado di soddisfazione personale rende i lavoratori più produttivi. Il Welfare può quindi rivelarsi un ottimo investimento a medio e lungo termine.
Sempre più di frequente vengono pubblicizzati sui giornali i servizi resi dalle grandi multinazionali ai propri dipendenti: asili nido interni, flessibilità, borse di studio. Tali misure rientrano appunto nel concetto di Welfare aziendale destinato a migliorare la conciliazione tra vita privata e professionale. Ciò dimostra, inoltre, che le aziende che adottano i piani di Welfare traggono profitto non solo in termini di produttività, ma anche in prestigio e popolarità, diventando posti di lavoro più ambiti e attirando lavoratori più qualificati.
Indice
1. Welfare: il benessere in azienda
2. Le misure del welfare aziendale
3. Attivazione del Welfare
3.1 Iter di attuazione
3.2 Condizioni: categorie o generalità dei lavoratori
3.3 Modalità di adozione del Welfare
3.4 Strumenti per l’attuazione del Welfare
3.5 Welfare e Premi di risultato
3.6 Welfare per obiettivi
3.7 Case Study Luxottica
3.8 Case Study :il Welfare in Ducati
4. Agevolazioni per la conciliazione vita-lavoro
5. Schemi ed esempi
5.1 Bozza di questionario
5.2 Bozza di regolamento Welfare aziendale
5.3 Bozza di Contratto integrativo aziendale
6. Normativa
6.1 Interpello Agenzia delle Entrate - Risposta del 25.01.2019 n. 10
6.2 Interpello Agenzia delle Entrate - Risposta del 28.12.2018 n. 164
6.3 Interpello Agenzia delle Entrate - Risposta del 27.12.2018 n. 130
6.4 Circolare Agenzia delle Entrate del 29.03.2018 n. 5/E
Il budget rappresenta uno strumento fondamentale in termine di programmazione aziendale e pianificazione finanziaria, raggiungendo personalizzazioni tipiche e diversificate per ogni azienda in relazione alle specificità delle stesse.
Infatti, le informazioni presenti nel budget non sono sempre uguali, ma si concretizzano nelle corrette informazioni che ogni azienda ha necessità di predisporre in ordine alle proprie necessità.
Si pensi infatti ad un gruppo di aziende piuttosto che ad una azienda multinazionale oppure ad una singola azienda, ognuna di esse avrà rendicontazioni diverse e modalità esplicative diverse.
Il volume vuole essere una guida agli operatori del settore nell’analisi di bilancio, nella registrazione contabile e nel definire il corretto funzionamento di tutto il processo di budget del personale.
Introduzione
1. Il costo del personale in Bilancio
2. Gli elementi contabili del costo del personale
3. La contabilizzazione del cedolino paga
4. Elementi della retribuzione indiretta
4.1 Le ferie
4.2 La contabilizzazione dei permessi
4.3 La contabilizzazione della Tredicesima e della Quattordicesima mensilità
5. Il trattamento di fine rapporto
5.1 Anticipazione del TFR
6. Budget del personale e costo del lavoro
6.1 Il budget del personale
6.2 Le fasi del budgeting
6.2 Elementi essenziali nel predisporre un budget del personale
6.3 Costi della manodopera: dati per la verifica degli scostamenti
7. Sviluppi di costo e tipologie di contabilizzazione
7.1 Retribuzione (e TFR), costi assistenziali e di previdenza complementare
7.2 Contributi INPS e assicurazione INAIL
7.3 Imponibile fiscale e imponibile contributivo
7.4 Welfare aziendale e flexible benefits
7.5 Costo dell’assenteismo
7.6 Il costo delle sanzioni collegate al licenziamento illegittimo
7.7 Irap
8. La predisposizione del piano del budget del personale
Il testo di 44 pagine, in forma di pensieri , aforismi e immagini, è stato pensato e scritto per la lettura veloce. Non è un trattato, ma un invito a porsi domande e a modificare alcune abitudini nell'uso del tempo di lavoro
Nell’epoca della connessione continua e dell’economia delle 24 ore, le professioni consulenziali trovano vantaggi analizzando e, se necessario, modificando la propria gestione del tempo di lavoro.
Questo training in forma di e-book, propone idee, pratiche ed esperienze per favorire una riflessione e per intervenire sull’organizzazione personale con due generi di proposte:
L'e-book è arricchito da illustrazioni che rendono la lettura piacevole e rilassante, favorendo la riflessione anche con lo sguardo.
Autore: Galileo Dallolio
Illustrazioni: Domenico Trombetti
1. Concentrazione in fase di sorpasso
2. Energia organizzativa
3. Immersi nella routine
4. Abitudini di pensiero
5. Generalizzazioni
6. Iperattività? Perché no
7. I piani non sono nulla e la pianificazione è tutto
8. Il meglio è nemico del bene
9. Cosa si intende per attacco virale
10. Motivazione
11. Produttività intellettuale
12. Giornate che cominciano in un modo
13. Disturbo?
14. Identità, indipendenza e connessione continua
15. ‘Vissero infelici perchè costava meno’
16. Parlare di futuro
17. Cinque anni fa, fra cinque anni
18. Aforismi sul tempo
19. L’ansia è uno stato d’animo temporaneo
20. Nove antivirus
21. ‘Concludo un lavoro e la richiamo’
22. Considerazioni per evitare l’effetto ipnotico dello schermo del pc
23. Accumulo di risposte non date
24. ‘La riunione comincia alle 14,42’
25. Pratiche salvatempo
26. La pre-riunione e la riunione
27. Parole ben formate
28. Doppia agenda
29. Parassiti
30. Lavoro e parole
31. Libere associazioni
32. Salva-distrazioni
33. Sicuri di essere stati compresi?
34. La scrittura sinottica
35. Le dispiace se prendo appunti?
36. Discussioni
37. Fissare le idee
38. La disorganizzazione degli altri
39. Abituatevi…
Pacchetto contenente 2 ebook:
1. Legge di bilancio 2019 e D.L. 4/2019
1.1 Legge di Bilancio
1.2 D.L. 4/2019
2. D.L. 4/2019: riforma pensionistica
2.1. Quota 100
2.2. Pensione anticipata
2.3. Opzione donna
2.4. Presentazione delle domande: artt. 14, 15 e 16 del d.l. 4/2019
2.5. Lavoratori precoci
2.6. Ape Sociale
3. FAQ
3.1 Quota 100
1. D: In quota 100 il requisito dell’età è adeguato agli incrementi alla speranza di vita?
2. D: In quota 100, è possibile cumulare periodi assicurativi presenti su più gestioni?
3. D: La quota 100 comporta l’abrogazione della pensione di vecchiaia?
4. D: Ho 64 anni e 36 anni di anzianità contributiva, ad aprile 2019, posso accedere a quota 100?
5. D: Ho 63 anni e 37 anni di anzianità contributiva, ad aprile 2019, posso accedere a quota 100?
6. D: Avrò 64 anni e 36 anni di anzianità contributiva, ad aprile 2020, posso accedere a quota 100?
7. D: Avrò 62 anni nel 2023 e 38 anni di anzianità contributiva, ad aprile 2019, posso accedere a quota 100?
8. D: Ho 63 anni e 38 anni di anzianità contributiva, a gennaio 2019, posso accedere a quota 100?
9. D: Con quota 100, la mia pensione come viene calcolata?
10. D: Quota 100 è cumulabile con redditi di lavoro dipendente?
11. D: Quota 100 si applica ai dipendenti dell’Arma dei Carabinieri?
3.2 Pensione anticipata
1. D: Con l'entrata in vigore del DL 4-2019 ’ è stata modificata la pensione di vecchiaia?
2. D: E’ stata modificata la pensione anticipata, prevista dall’art. 24, comma 10, del dl. 201/2011, conv. in l. 214/2011?
3. D: Nella pensione anticipata si applica l’adeguamento alla speranza di vita?
3.3 Opzione donna
1. D: Sono una lavoratrice dipendente nata 3 settembre 1958 ed ho 35 anni di anzianità contributiva nel gennaio 2019, posso andare in pensione con opzione donna?
2. D: Sono una lavoratrice dipendente nata 3 settembre 1959 ed ho 35 anni di anzianità contributiva nel gennaio 2019, posso andare in pensione con opzione donna?
3. D: Sono una lavoratrice autonoma nata 3 settembre 1959 ed ho 35 anni di anzianità contributiva nel gennaio 2019, posso andare in pensione con opzione donna?
4. D: Nell’opzione donna, il requisito anagrafico è soggetto all’adeguamento alla speranza di vita?
3.4 Ape sociale
1. D: Qual è il requisito anagrafico per poter usufruire dell’APE sociale?
2. D: L’APE sociale ha subito modifiche dal d.l. 4/2019?
3. D: Usufruisco dell’ASDI posso avere accesso all’APE sociale?
4. D: Agli operai dell’agricoltura è possibile applicare l’APE sociale?
5. D: Esiste l’APE sociale donna?
6. D: All’APE sociale possono accedere colore che i si trovino in stato di disoccupazione?
7. D: L’indennità dell’APE sociale è compatibile con la percezione di redditi da lavoro?
8. D: A quanto ammonta lì’indennità dell’APE sociale?
4. Normativa.
D.L. 28 GENNAIO 2019, N. 4.
Prassi
1. Legge di bilancio 2019 e D.L. 4/2019.
1.1 La legge di bilancio.
1.2 D.L. 4/2019.
2. D.L. 4/2019: reddito di cittadinanza.
2.1 Reddito di cittadinanza e pensione di cittadinanza: differenze.
2.2 Beneficiari e requisiti
2.2.1 Diritto di soggiorno e cittadini UE.
2.2.2 Diritto di soggiorno e cittadini extracomunitari
2.3 Beneficio economico.
2.4 Durata ed erogazione.
2.5 Variazioni della composizione del nucleo familiare e
2.5.1 … delle condizioni occupazionali e patrimoniali
2.6 Patto per il lavoro e patto per l’inclusione sociale.
2.7 Richiesta del beneficio.
2.8 Riconoscimento e verifica del beneficio.
2.9 Carta Rdc.
2.10 Sanzioni
2.11 Incentivi all’assunzione e Rdc.
2.11.1 Altri incentivi e cumulabilità.
2.12 Reddito di cittadina e reddito di inclusione.
2.13 Reddito di cittadinanza e NASpI
2.14 Reddito di cittadinanza ed assegno di ricollocazione.
