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Profili giuridici della Direttiva sulla sostenibilità aziendale.
Dalla Responsabilità Sociale delle Imprese alla Rendicontazione: un'analisi del quadro giuridico attraverso il Codice Civile, il Diritto dell'Impresa e il Codice della Crisi d'Impresa e dell'Insolvenza.
Aggiornato al D. Lgs. 125/2024 che ha recepito la Direttiva (UE) CSRD, in vigore dal 25 settembre 2024, rendendo operativi i doveri di informazione sui Fattori ESG
eBook in pdf di 117 pagine.
Questo volume rappresenta una guida essenziale per comprendere il complesso quadro giuridico della sostenibilità, con un'attenzione particolare alle implicazioni del Codice Civile, del Diritto dell'Impresa e del Codice della Crisi d'Impresa e dell'Insolvenza.
La "Corporate Sustainability Reporting Directive" (CSRD) è un chiaro segnale dell'impegno dell'Unione Europea per promuovere lo sviluppo sostenibile e la responsabilità sociale delle imprese. Questo impegno si basa sulla necessità di affrontare sfide globali come i cambiamenti climatici, i conflitti, la povertà e la pandemia, riconoscendo il ruolo cruciale delle imprese nel trovare un equilibrio tra crescita economica, coesione sociale e tutela ambientale.
L'eBook esplora il concetto di "valore" nelle imprese moderne, andando oltre la semplice massimizzazione del profitto per includere obiettivi di sostenibilità ambientale e inclusione sociale. Questo implica un'evoluzione nella governance aziendale e una nuova visione del rapporto tra imprese, fiscalità e sistema finanziario, tutti orientati verso la sostenibilità.
La "Corporate Sustainability Reporting Directive" rappresenta una svolta epocale, introducendo obblighi giuridici per le imprese riguardo alla rendicontazione di sostenibilità e l'uso di standard di reporting europei. Questa direttiva obbliga le aziende a trasformarsi in imprese sostenibili per mantenere la competitività e l'accesso ai finanziamenti.
Contenuto dell'eBook:
L'eBook è rivolto non solo ai professionisti del diritto e agli esperti di sostenibilità, ma anche a imprenditori, dirigenti aziendali, consulenti e a chiunque sia interessato a comprendere le nuove sfide e opportunità legate alla sostenibilità aziendale.
Introduzione
1. La Corporate Sustainability Reporting Directive: il quadro di riferimento
1.1 Lo Sviluppo Sostenibile-Sostenibilità: brevi cenni
1.1.1 Sviluppo Sostenibile-Sostenibilità: evoluzione a livello internazionale e caratteristiche dei principi contenuti nei documenti/atti internazionali
1.1.2 Sviluppo Sostenibile: evoluzione a livello europeo
1.2 Sviluppo Sostenibile-Sostenibilità: Responsabilità Sociale delle Imprese e nuovo “concetto” di impresa e “fare impresa”
1.2.1 La “nuova” cultura d’impresa
1.2.2 La Responsabilità Sociale d’Impresa: i profili regolatori di matrice europea
1.2.3 La Responsabilità Sociale d’Impresa: i profili regolatori di matrice nazionale
1.2.4 Le norme tecniche: brevi cenni
1.3 Dalla CSR ai fattori ESG
1.3.1 Gli ESG: brevi considerazioni anche in ordine al ruolo della finanza
2. Dalla NFRD alla CSRD: sintetici cenni
3. La CSRD: i soggetti obbligati e adempimenti conseguenti
3.1 Adempimenti conseguenti: Relazione sulla Gestione e Rendicontazione di Sostenibilità
4. I principi di rendicontazione: il principio della doppia materialità
4.1 Gli ESRS: l’approccio adottato e l’architettura
4.2 Gli ESRS ed il principio di doppia materialità
4.3 I principi di rendicontazione di sostenibilità per le piccole e medie imprese
5. Rendicontazione di Sostenibilità e supply chain
5.1 La catena del valore o anche filiera sostenibile
5.2 La catena del valore e la CSRD
5.3 La catena del valore ed il Regolamento Delegato (UE) 2023/2772
5.4 La catena del valore, la Direttiva CSDDD e le PMI (non quotate)
6. Rendicontazione di sostenibilità e assurance
7. La CSRD e la Tassonomia
8. La CSRD e l’Impresa Sostenibile
8.1 Profili europei
8.2 Profili nazionali
8.3 L’Impresa Sostenibile
9. La CSRD: gli impatti sugli Organi Sociali
9.1 CSRD e gli Organi sociali: profili generali
9.1.1 L’impatto della CSRD in tema di sostenibilità dell’Organo Amministrativo
9.2. CSRD e gli Organi sociali: profili operativi
10. Dalla CSRD al Codice Civile fino al Codice della Crisi d’Impresa
10.1 Il nuovo art. 2086 c.c. e la Sostenibilità
10.2 La Sostenibilità e la responsabilità sociale della crisi d’impresa
11. La fiscalità come fattore di sostenibilità ESG
12. Il D.Lgs. 125/2024 che recepisce la CSRD
12.1 L’ambito di applicazione
12.2 I criteri dimensionali delle imprese
12.3 La “road map”
12.4 Le informazioni da comunicare ovvero il perimetro della disclosure
12.5 Il formato elettronico e la marcatura
12.6 La doppia materialità
12.7 I rappresentanti dei lavoratori
12.8 L’attestazione sulla conformità della Rendicontazione di Sostenibilità ed i c.d. “Revisori di Sostenibilità”
12.8.1 L’attività di revisione/attestazione
12.8.2 I c.d. Revisori di Sostenibilità
12.9 Responsabilità e sanzioni
Bibliografia – Letteratura menzionata
Riferimenti normativi, regolamentari ed internazionali
Sitografia
Giurisprudenza
Abbreviazioni ed acronimi
Crediti d'imposta per Ricerca & Sviluppo: disciplina, criticità e sviluppi operativi in un eBook in pdf di 141 pagine.
Aggiornato con la giurisprudenza e le novità introdotte dal DL n. 39/2024 e dal DM 04/07/2024 (Linee Guida integrative del MIMIT per la corretta applicazione del credito d’imposta)
Il presente elaborato si pone l’obiettivo di analizzare la disciplina del credito d’imposta R&S alla luce delle novità introdotte dal Dpcm del 15/09/2023 e dai provvedimenti attuativi dello stesso in tema di «certificazione» nonché, da ultimo, dall’art. 6 del DL n. 39/2024 in materia di monitoraggio della fruizione dell’agevolazione, soffermando in particolar modo l’attenzione sugli aspetti critici che la disciplina de qua presenta e sulle possibili soluzioni.
In tale cornice, viene analizzata anche l’eliminazione del «Patent Box» come disposta dal DL n. 146/2021 e confermata con la Legge di Bilancio 2022.
In particolare, dopo aver esaminato l’evoluzione normativa in materia, saranno declinati i presupposti soggettivi, oggettivi e temporali della misura del nuovo credito d’imposta per investimenti in R&S, in innovazione tecnologica 4.0 e in altre attività innovative, i profili procedurali e sanzionatori, le criticità rinvenienti dall’attuale quadro normativo e di prassi, non trascurando l’illustrazione di possibili percorsi migliorativi della rilevante misura di incentivazione fiscale da parte delle imprese.
Di particolare interesse è poi la previsione, introdotta dall’art. 23 del DL n. 73/2022, c.d. «Decreto Semplificazioni» (convertito con la Legge n. 122/2022), in base alla quale, allo scopo di favorire l'applicazione in condizioni di certezza operativa delle discipline dei crediti di imposta in commento, le imprese possono richiedere una certificazione che attesti la qualificazione degli investimenti effettuati (consuntiva) o da effettuare (preventiva) ai fini della loro classificazione nell'ambito delle attività di Ricerca e Sviluppo, di Innovazione Tecnologica e Design e Innovazione Estetica (R&S&I&D).
Con il Decreto MIMIT del 04/07/2024 sono state approvate le Linee Guida (previste dal c. 5 del citato articolo nonché dall’art. 3, c. 5 del DPCM 15/09/2023), per la richiesta ed il conseguimento della certificazione.
Al fine poi di monitorare gli utilizzi del suddetto credito d’imposta, l’art. 6 del DL n. 39/2024 (conv., con modificazioni, nella L. n. 67/2024), ha stabilito che la relativa compensazione mediante F24 sia consentita solo dopo aver presentato gli specifici modelli approvati con il Decreto del MIMIT del 24/04/2024. In particolare, con riferimento agli investimenti in attività di R&S effettuati dall’01/01/2024 al 29/03/2024, è previsto l’invio della sola comunicazione ad avvenuto completamento dell’investimento (ex post) mentre, per quelli effettuati a partire dal 30/03/2024, va trasmessa sia la comunicazione preventiva (ex ante) che successiva (ex post).
Introduzione.
Premessa.
1. Evoluzione normativa.
2. Ambito soggettivo e temporale.
3. Credito di imposta per R&S.
3.1 Potenziamento per le strutture produttive del Mezzogiorno.
3.2 La super deduzione dei costi di R&S.
4. Credito di imposta per le attività di innovazione tecnologica.
5. Credito di imposta per le attività di design e ideazione estetica.
6. L’utilizzo del credito d’imposta e relativi obblighi documentali
7. Modello Dichiarazione Redditi - Quadro RU e rilevazione contabile dei crediti d’imposta.
8. Procedura di collaborazione tra MISE e Agenzia delle Entrate.
9. Profilo sanzionatorio.
10. Considerazioni conclusive.
Il "Manuale di Fiscalità Internazionale delle Persone Fisiche" è una guida completa in pdf, aggiornata per comprendere la complessità della fiscalità internazionale. Il manuale è un supporto indispensabile per chiunque debba affrontare questioni di residenza fiscale, impatriati, tassazione di redditi esteri, e altri aspetti transnazionali.
Aggiornato alla circolare 20/E del 4.11.2024 e arricchito con domande e risposte per aiutare il lettore a trovare soluzioni su temi pratici e concreti
eBook in pdf di 197 pagine.
In un mondo sempre più interconnesso, la fiscalità internazionale sta assumendo crescente importanza per le persone fisiche, che sempre più spesso si trovano a gestire aspetti fiscali internazionali (legati a fenomeni di global mobility, etc.) e che pertanto necessitano di un bagaglio conoscitivo che consenta loro di orientarsi in questo complesso panorama.
Il presente manuale affronta la disciplina dei principali aspetti cross-border previsti dalla normativa fiscale italiana, evidenziando le novità in materia di fiscalità internazionale introdotte nel 2024.
Ogni paragrafo è corredato di domande e risposte sul tema, in modo da rendere il manuale pratico ed efficace per il lettore.
Introduzione
Glossario
Fonti del diritto internazionale tributario e convenzioni contro le doppie imposizioni
1.1 Consuetudine internazionale
1.2 Principi generali del diritto riconosciuti dalle nazioni civili
1.3 Trattati internazionali: introduzione
1.4 Trattati internazionali: formazione
1.5 Trattati internazionali: recepimento nella normativa domestica
1.6 Trattati internazionali: criteri interpretativi (domande e risposte)
1.7 Trattati internazionali: qualificazione dei termini giuridici
1.8 Efficacia giuridica del Modello OCSE e del relativo Commentario
1.9 Convenzione Multilaterale (Multilateral Instrument, MLI)
1.9.1 Caratteristiche, scopo, oggetto
1.9.2 Ambito di applicazione
1.9.3 Entrata in vigore e modalità di applicazione
1.9.4 Oggetto della Convenzione
Residenza delle persone fisiche
2.1 Criteri di individuazione della residenza fiscale
2.2 Criterio formale: iscrizione all’ANPR
2.3 Presunzione assoluta di residenza
2.4 Iscrizione all’AIRE
2.5 Sanzioni previste per la mancata iscrizione all’AIRE
2.6 Prova della residenza fiscale in Italia e nuovi criteri di collegamento
2.7 Elemento temporale
2.8 White list e black list
2.9 Prova del trasferimento della residenza
2.10 Residenza fiscale e tie-breakers rules
2.11 Riflessioni in ordine al nuovo regime in vigore dal 1 gennaio 2024
2.12 Documentazione ufficiale rilevante
2.12.1 Giurisprudenza
2.12.2 Prassi
Incentivi fiscali per il trasferimento in Italia della residenza
3.1 “Nuovo” regime degli impatriati
3.1.1 Requisiti di elevata qualificazione o specializzazione
3.1.2 Proroga degli impatriati anche per chi è entrato in Italia come neo residente
3.1.3 Lavoratori impatriati vs incentivo all’esodo
3.2 “Vecchio” regime degli impatriati
3.2.1 Abrogazione del “vecchio” regime
3.2.2 Ambito soggettivo
3.2.3 Ambito oggettivo
3.2.3.1 Condizioni per l’applicazione dell’agevolazione
3.2.3.2 Redditi agevolabili
3.2.3.3 Incompatibilità con il regime forfettario
3.2.4 Casi particolari
3.2.4.1 Remote working, distacco all’estero, trasferimenti intercompany
3.2.4.2 Acquisto della residenza fiscale in Italia
3.3 Tirocinio vs regime impatriati
3.4 Doppia modalità del regime degli impatriati
3.4.1 Beneficio fiscale
3.4.2 Ambito temporale
3.4.2.1 Permanenza in Italia per almeno 2 anni
3.4.2.2 Computo del periodo biennale
3.4.3 Adempimenti richiesti per beneficiare del regime
3.4.4 Documentazione ufficiale rilevante
3.4.4.1 Giurisprudenza
3.4.4.2 Prassi
3.5 Regime dei neo-domiciliati
3.5.1 Ambito soggettivo
3.5.1.1 Condizioni di applicabilità
3.5.1.2 Estensione dell’opzione ai familiari
3.5.2 Ambito oggettivo
3.5.2.1 Incompatibilità con altri regimi
3.5.2.2 Monitoraggio fiscale, IVAFE, IVIE
3.5.3 Ambito temporale
3.5.4 Ambito territoriale
3.5.4.1 Versamento dell’imposta
3.5.6 Documentazione ufficiale rilevante
3.5.6.1 Prassi
Credito d’imposta per le imposte pagate all’estero
4.1 Natura giuridica
4.2 Ambito soggettivo
4.3 Requisiti
4.4 Primo requisito: qualificazione del reddito come di fonte estera
4.5 Secondo requisito: concorso alla formazione del reddito
4.6 Terzo requisito: definitività dell’imposta
4.7 Calcolo del credito per le imposte pagate all'estero
4.8 Periodo d’imposta di spettanza del credito d'imposta e richiesta in dichiarazione
4.9 Dichiarazione omessa od omesso inserimento in dichiarazione del reddito prodotto all'estero
4.10 Riporto "in avanti" e "all'indietro" del credito non utilizzato
4.11 Scomputo, rimborso o compensazione del credito
4.12 Documentazione attestante il pagamento delle imposte estere
4.13 Documentazione ufficiale rilevante
4.13.1 Giurisprudenza
4.13.2 Prassi
Tassazione dei soggetti non residenti per i redditi prodotti in Italia
5.1 Redditi imponibili solo a determinate condizioni (primo gruppo)
5.1.1 Redditi fondiari
5.1.2 Redditi di capitale
5.1.3 Convenzioni contro le doppie imposizioni e Direttive UE
5.1.4 Redditi di lavoro dipendente e redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente
5.1.5 Convenzioni contro le doppie imposizioni
5.1.6 Redditi di lavoro autonomo
5.1.7 Convenzioni contro le doppie imposizioni
5.1.9 Redditi diversi
5.1.10 Redditi di partecipazione in società trasparenti
5.2 Redditi imponibili in ogni caso in Italia (secondo gruppo)
5.3 Criteri di determinazione del reddito imponibile
5.4 Detrazioni per carichi di famiglia
5.5 Residenza in Stati White-list
5.6.3 Detrazioni d’imposta
Le sanzioni tributarie amministrative
Guida alle novità dopo il decreto legislativo del 14 giugno 2024 n. 87
eBook in pdf di 152 pagine.
L'eBook rappresenta una guida pratica e completa alle sanzioni tributarie amministrative, aggiornata alle recenti modifiche introdotte dal D.Lgs. n. 87 del 2024. L’opera offre un’analisi chiara e dettagliata sui principali aspetti della normativa tributaria sanzionatoria, con un approccio pratico volto a supportare i professionisti nella gestione di casi concreti in ambito precontenzioso e contenzioso.
Punti di forza
Premessa
Tributi ai quali si applica la disciplina
Rapporto tra sanzioni penali e sanzioni amministrative
2.1. Principio di specialità
2.2. Principio del “doppio binario”
2.3. Effetti della definitività degli atti di accertamento sul processo penale
2.4. Efficacia delle sentenze penali nei giudizi dinanzi al giudice tributario e alla Corte di Cassazione
2.5. Applicazione ed esecuzione delle sanzioni penali e delle sanzioni amministrative per violazioni penalmente rilevanti
2.6. Cause di non punibilità penale e pagamento del debito tributario
Principi generali in materia sanzionatoria
3.1. Principio di legalità
3.2. Principio di proporzionalità
3.3. Imputabilità
3.4. Colpevolezza
3.5. Cause di non punibilità amministrativa
3.5.1. Premessa
3.5.2. Ignoranza della legge tributaria
3.5.3. Errore sul fatto
3.5.4. Obiettive condizioni di incertezza
3.5.5. Indeterminatezza delle richieste
3.5.6. Forza maggiore
3.5.7. Mancato pagamento del tributo addebitabile ad un terzo
3.5.8. Violazioni meramente formali
3.5.9. Tutela dell’affidamento e della buona fede
3.5.10. Sintesi
Determinazione della sanzione applicabile
4.1. Criteri generali di determinazione della sanzione
4.2. Recidiva
4.3. Concorso di violazioni e continuazione
4.4. Ravvedimento operoso
4.4.1. Effetti e presupposti
4.4.2. Modalità
4.4.3. Ravvedimento frazionato
4.4.4. Ravvedimento operoso per le violazioni sostanziali
4.4.5. Ravvedimento operoso per gli omessi o tardivi versamenti
4.4.6. Ravvedimento operoso per le indebite compensazioni
4.4.7. Ravvedimento operoso per omessa presentazione del modello F24
4.4.8. Ravvedimento operoso per la dichiarazione tardiva entro 90 giorni
4.4.9. Ravvedimento operoso per la dichiarazione infedele
4.4.10. Ravvedimento operoso per la tardiva o omessa presentazione del quadro RW
4.4.11. Ravvedimento operoso per l’omessa, incompleta o infedele comunicazione dei dati delle liquidazioni periodiche IVA
4.4.12. Ravvedimento operoso per violazioni relative a tributi non autoliquidabili
4.4.13. Ravvedimento operoso delle certificazioni uniche
4.4.14. Ravvedimento operoso per i soggetti in regime di adempimento collaborativo
Soggetti responsabili
5.1. Principio di personalità della sanzione
5.2. Violazioni riferite a società o enti
5.3. Violazioni commesse da dipendenti o rappresentanti di persone fisiche
5.4. Concorso di persone
5.5. Autore mediato
5.6. Cessione d’azienda
5.7. Operazioni straordinarie
Sanzioni accessorie
Procedimento
7.1. Irrogazione delle sanzioni
7.2. Definizione agevolata
7.3. Riscossione delle sanzioni
7.4. Tutela giurisdizionale e ricorsi amministrativi
Violazioni
8.1. Violazioni relative al pagamento
8.2. Violazioni relative alle compensazioni
8.3. Violazioni relative alle dichiarazioni
8.3.1. Violazioni relative al contenuto e all’invio della dichiarazione
8.3.2. Violazioni relative alla tardiva od omessa presentazione delle dichiarazioni
8.3.3. Violazioni relative all’infedele dichiarazione
8.3.4. Violazioni relative ad altre dichiarazioni e comunicazioni
8.4. Violazioni dei sostituti d’imposta
8.4.1. Violazioni relative alle certificazioni uniche
8.4.2. Violazioni relative alla tardiva od omessa presentazione della dichiarazione mod. 770
8.4.3. Violazioni relative alla presentazione di dichiarazione mod. 770 infedele
8.5. Violazioni relative agli obblighi di assistenza fiscale
8.6. Violazioni relative alla tenuta della contabilità
8.7. Violazioni relative alla fatturazione e documentazione delle operazioni ai fini IVA
8.8. Violazioni relative alla trasmissione telematica dei corrispettivi
8.9. Violazioni relative alle esportazioni
8.10. Violazioni relative alle richieste e ai questionari emessi dall’Amministrazione finanziaria
8.11. Violazioni relative all’imposta di registro
8.12. Violazioni relative all’imposta di bollo
8.13. Violazioni relative all’imposta sulle successioni e donazioni
8.14. Violazioni in materia di imposte ipotecarie e catastali
8.15. Violazioni in materia di tasse sulle concessioni governative
8.16. Violazioni in materia di tributi comunali
8.17. Violazioni in materia di imposta sugli spettacoli
Il presente approfondimento ha l’obiettivo di fornire una guida pratica alla gestione delle operazioni triangolari IVA nazionali, comunitarie ed extra-comunitarie.
Edizione 2024
Aggiornato al decreto sanzioni in vigore dal 1° settembre 2024
I casi proposti pongono in evidenza gli adempimenti IVA e gli oneri documentali che gravano su un operatore nazionale coinvolto in una vendita a catena. Definire correttamente le operazioni sin dell’origine diventa fondamentale poiché, nella maggior parte dei casi, le esigenze commerciali si scontrano con gli adempimenti amministrativi ad esse connesse. La valutazione del rischio fiscale collegato ad un’errata impostazione dell’operazione ai fini IVA diventa basilare oggi che il commercio internazionale ha assunto un peso fondamentale per le società italiane.
I singoli casi pratici sono trattati partendo da una rappresentazione grafica dell’operazione triangolare dove la fatturazione viene rappresentata da una linea continua mentre la movimentazione della merce è illustrata con una linea tratteggiata. L’Italia è indicata in colore verde, i paesi comunitari in blu e quelli extracomunitari in rosso.
Le triangolazioni proposte sono inoltre corredate da una breve analisi tecnica/normativa che serva da guida per la gestione delle criticità di ogni singolo caso.
L’intento degli autori è di fornire una risposta “semplice” a triangolazioni complesse descrivendo le principali fattispecie che possono interessare un’azienda che opera in un contesto internazionale.
Negli esempi sono riportate le indicazioni della Natura delle operazioni seguendo le specifiche tecniche della fatturazione elettronica ed esterometro, nella versione 1.8 e seguenti.
Occorre tenere in considerazione che l’invio al SdI dei documenti per effettuare l’integrazione o l’autofattura, ed ottenere una bozza di dichiarazione Iva precompilata, è diventato obbligatorio dal 1° luglio 2022.
1. Triangolazioni nazionali
1.1 IT1 vende a IT2 che a sua volta vende a cliente UE – la merce viaggia da IT1 a UE
1.2 IT1 acquista i beni da fornitore UE e vende al cliente IT2 – la merce viaggia da UE a IT2
1.3 IT1 vende a UE che a sua volta vende a IT2 – la merce resta in IT
2. Triangolazioni comunitarie
2.1 UE1 vende a IT che a sua volta vende a UE2 – la merce viaggia da UE1 a UE2
2.1.1 Designazione del cliente UE2 quale debitore di imposta
2.1.2 UE1 e UE2 nello stesso Stato
2.2 IT vende a UE1 che a sua volta vende a UE2 – la merce viaggia da IT a UE2
2.3 UE1 vende a UE2 che a sua volta vende a IT – la merce viaggia da UE1 a IT
3. Triangolazioni extra-comunitarie
3.1 IT vende a UE che a sua volta vende a Extra-UE – la merce viaggia da IT a Extra-UE
3.2 IT vende a Extra-UE che a sua volta vende in UE – la merce viaggia da IT a UE
3.3 IT acquista da Extra-UE e vende a UE – la merce viaggia da Extra-UE a UE
3.4 Extra-UE vende a UE che a sua volta vende a IT – la merce viaggia da Extra-UE a IT
3.5 IT1 vende a Extra-UE che a sua volta vende a IT2 – la merce resta in IT
3.6 IT acquista da Extra-UE1 e vende a Extra-UE2 – la merce viaggia da Extra-UE1 a Extra-UE2
3.7 IT1 vende a IT2 che a sua volta vende a Extra-UE – la merce viaggia da IT1 a Extra-UE
3.8 IT vende a Extra-UE che a sua volta vende a Extra-UE1 – la merce viaggia da IT a Extra-UE1
3.9 UE vende a Extra-UE che a sua volta vende a IT – la merce viaggia da UE a IT
4. Quadrangolazioni
4.1 Esempio
4.2 Modalità operative
4.2.1 - IT1 nomina un rappresentante fiscale in Francia
4.2.2 - IT2 nomina un rappresentante fiscale in Spagna
4.2.3 - IT1 nomina un rappresentante fiscale in Spagna
Utile raccolta di 5 ebook, per un totale di oltre 800 pagine, sulle soluzioni di superamento della crisi di impresa dopo il D.lgs 136/2024.
Disciplina valida dal 28 settembre 2024
Procedure per il superamento delle crisi da sovraindebitamento dopo il Dlgs. 136/2024.
Come piccoli imprenditori, professionisti, lavoratori autonomi e famiglie possono ridurre i propri debiti ed esdebitarsi
Disciplina valida dal 28 settembre 2024
eBook di 153 pagine in pdf.
Sono passati quasi 20 anni dalla prima riforma del diritto fallimentare, che ebbe luogo con il Decreto Legislativo (D.Lgs.) 5/2006, e può essere che con il D.Lgs. 136/2024 si sia completato il lungo processo legislativo, che ha avuto per obiettivo la flessibilizzazione delle soluzioni alla crisi di impresa, e soprattutto il recupero di quelle attività imprenditoriali che potevano avere una seconda vita, dopo il superamento delle difficoltà, grazie al ricorso alle procedure previste dal diritto fallimentare prima, e dal Codice della crisi di impresa poi.
D’altronde, prima la ridotta crescita economica, che ha caratterizzato l’ultimo ventennio della storia economica italiana, poi lo shock della pandemia del Covid-19, successivamente la crisi energetica, acutizzata dall’aggressione della Russia contro l’Ucraina, che ha determinato sanzioni e controsanzioni tra l’Ue e il paese guidato da Putin, infine l’inflazione, e le sfide di un mondo perfino troppo globalizzato (vedi la pressione economica proveniente dalla Cina), hanno fatto sì che diventasse sempre più importante il tema della gestione della crisi di impresa, visto l’elevato numero di operatori economici che si sono trovati tra l’incudine dell’aumento dei costi, e il martello del calo dei ricavi.
Queste circostanze hanno reso necessario intervenire più volte sulla disciplina della crisi di impresa, che era stata prima sensibilmente modificata dai D.Lgs. 5/2006 e 169/2007, e poi del tutto rinnovata dal D.Lgs. 14/2019, contenente il Codice della crisi di impresa e dell'insolvenza, successivamente adeguato alla Direttiva Ue 2019/1023 (cd. direttiva Insolvency).
Per ultimo è intervenuto il D.Lgs. 136/2024, che ha provveduto ad inserire chiarimenti e correzioni, suggerite dalle esperienze derivanti dalle prime applicazioni del Codice della crisi di impresa, che è entrato in vigore, di fatto, solo dal 2022.
L’ebook si articola in 5 capitoli e 4 appendici.
Nel primo capitolo si illustra l’impostazione comune delle procedure di superamento della crisi da sovraindebitamento, e si ricordano le condizioni da rispettare per potervi accedere, per passare poi a richiamare il ruolo del professionista e dell’Occ, l’Organismo di composizione delle crisi da sovraindebitamento, a cui normalmente si deve rivolgere il debitore (famiglia, professionista, piccolo operatore economico) per avviare le procedure previste dal Codice della crisi di impresa, concludendo quindi con le regole per l’individuazione del Tribunale competente, a cui presentare la domanda di accesso ad alle procedure descritte in questo volume.
Il secondo capitolo descrive la procedura di ristrutturazione dei debiti del consumatore, e comincia con le modalità di attivazione della procedura, ossia con il rispetto delle condizioni per l’avvio della procedura, per proseguire con un richiamo delle prime fasi della procedura stessa. Segue poi l’illustrazione dei documenti più importanti della procedura, ossia il piano di ristrutturazione dei debiti e la proposta di accordo con i creditori, e il richiamo dell’opportunità di una previa trattativa tra debitore e creditori, per continuare con la descrizione dei contenuti della domanda di accesso alla procedura. Questa prima parte del capitolo si conclude con la spiegazione delle modalità di presentazione della domanda, e l’evidenziazione delle attività dell’Occ in questa prima fase della procedura. La seconda parte del capitolo è dedicata all’apertura della procedura, e quindi alla descrizione del decreto di apertura della procedura, e alle attività di Occ e creditori nell’ambito della procedura. Si arriva così alla terza parte del capitolo, che si occupa del completamento della procedura, e pertanto della sentenza di omologazione del piano di ristrutturazione dei debiti, e delle attività di Occ e creditori dopo questa sentenza, senza trascurare di spiegare cosa succede se il Tribunale nega l’omologazione del piano. Infine, le ultime parti del capitolo provvedono a chiarire cosa avviene durante l’esecuzione del piano, e la revoca dell’omologazione del piano.
Il terzo capitolo delinea la procedura del concordato minore, e la sua struttura replica quella del capitolo precedente, salvo che in questo caso i documenti principali sono la proposta di concordato minore e il piano, e per quanto riguarda i creditori, è prevista una loro votazione in merito alla convenienza del concordato minore. Un’altra differenza rispetto alla procedura precedente è data dalla maggiore complessità della fase di attuazione, che nel caso del concordato minore comporta il serio coinvolgimento di debitore, Occ, giudice, liquidatore.
Il quarto capitolo è centrato sulla procedura di liquidazione controllata, che può essere attivata autonomamente, o come conversione delle due precedenti procedure. Anche questo capitolo rispecchia la struttura dei due precedenti, salvo che in questo caso il documento principale è la domanda di accesso alla procedura, e che non ci può essere nessuna previa trattativa tra debitore e creditori. Inoltre, lo svolgimento di questa procedura è più complessa, e vede l’intervento di vari soggetti, di cui il liquidatore è di gran lunga il più importante. Per cui, dopo un richiamo delle principali tappe della procedura, si illustrano i compiti di liquidatore, debitore, creditori, Tribunale, e giudice delegato, che attuano la procedura.
Il quinto capitolo è dedicato all’esdebitazione, che consiste nella cancellazione dei debiti residui dopo la conclusione della procedura di liquidazione controllata. A questo riguardo si comincia con la spiegazione dell’oggetto dell’esdebitazione e delle ragioni di interesse da parte del debitore per essa, le condizioni per ottenerla, la procedura per assicurarsela, per concludere con la descrizione della procedura specifica del debitore sovraindebitato incapiente.
Infine, il testo si conclude con 4 appendici:
Introduzione
CAPITOLO 1. QUADRO GENERALE DELLE PROCEDURE DI SUPERAMENTO DELLA CRISI DA SOVRAINDEBITAMENTO
1. L’impostazione delle procedure di superamento della crisi da sovraindebitamento
2. Le condizioni per l’accesso alle procedure di superamento della crisi da sovraindebitamento
3. Il ruolo del professionista
4. Il ruolo dell’Occ e dei gestori della crisi
5. L’individuazione del Tribunale competente
CAPITOLO 2. LA PROCEDURA DI RISTRUTTURAZIONE DEI DEBITI DEL CONSUMATORE
1. L’avvio della procedura di ristrutturazione dei debiti del consumatore
1.1 Le condizioni per l’avvio della procedura di ristrutturazione dei debiti
1.2 Le prime fasi della procedura di ristrutturazione dei debiti
1.3 Il piano di ristrutturazione dei debiti e la proposta di accordo
1.3.1 La necessità di 2 documenti: il piano e la proposta
1.3.2 Il piano di ristrutturazione dei debiti
1.3.3 La proposta di accordo con i creditori
1.4 La trattativa tra debitore e creditori
1.5 La domanda di accesso alla procedura di ristrutturazione dei debiti
1.5.1 La disciplina applicabile alla domanda di accesso
1.5.2 I contenuti della domanda di accesso
1.6 La presentazione della domanda di accesso alla procedura di ristrutturazione dei debiti
1.6.1 I soggetti abilitati a presentare la domanda di accesso
1.6.2 Gli effetti della presentazione della domanda di accesso
1.7 Il ruolo dell’Occ o del professionista che lo sostituisce nell’avvio della procedura
2. L’apertura della procedura di ristrutturazione dei debiti del consumatore
2.1 Il decreto di apertura della procedura di ristrutturazione dei debiti
2.2 Le attività dell’Occ nell’ambito dell’avvio della procedura
2.3 Le attività dei creditori nell’ambito dell’avvio della procedura
2.4 Il decreto di blocco della procedura
3. Il completamento della procedura di ristrutturazione dei debiti del consumatore
3.1 La sentenza di omologazione del piano di ristrutturazione dei debiti
3.2 Le attività dell’Occ dopo la sentenza di omologazione
3.3 Le attività dei creditori dopo la sentenza di omologazione
3.4 La sentenza che nega l’omologazione del piano di ristrutturazione dei debiti e le sue conseguenze
4. L’esecuzione del piano di ristrutturazione dei debiti del consumatore
5. La revoca dell’omologazione del piano di ristrutturazione dei debiti del consumatore e i suoi effetti
CAPITOLO 3. IL CONCORDATO MINORE
1. L’avvio della procedura del concordato minore
1.1 Le condizioni per l’avvio della procedura del concordato minore
1.2 Le prime fasi della procedura del concordato minore
1.3 La proposta di concordato minore e il piano
1.3.1 La disciplina della proposta di concordato minore e del piano
1.3.2 I possibili contenuti del piano
1.3.3 I possibili contenuti della proposta di concordato minore
1.4 La trattativa tra debitore e creditori
1.5 La domanda di accesso alla procedura del concordato minore
1.5.1 La disciplina applicabile alla domanda di accesso
1.5.2 I contenuti della domanda di accesso
1.6 La presentazione della domanda di accesso alla procedura del concordato minore
1.6.1 I soggetti abilitati a presentare la domanda di accesso
1.6.2 Gli effetti della presentazione della domanda di accesso
1.7 Il ruolo dell’Occ o del professionista che lo sostituisce nell’avvio della procedura
2. L’apertura della procedura del concordato minore
2.1 Il decreto di apertura della procedura del concordato minore
2.2 Il decreto di blocco della procedura del concordato minore
2.3 Le conseguenze dell’apertura della procedura del concordato minore
2.4 Le attività dell’Occ nell’ambito dell’avvio della procedura
2.5 Le attività dei creditori nell’ambito dell’avvio della procedura
2.5.1 I compiti dei creditori
2.5.2 Le regole per l’approvazione del concordato minore da parte dei creditori
3. Il completamento della procedura del concordato minore
3.1 La sentenza di omologazione del concordato minore
3.2 Le conseguenze della sentenza di omologazione del concordato minore
3.3 La sentenza che nega l’omologazione del concordato minore e le sue conseguenze
4. L’esecuzione del concordato minore
4.1 Le attività del debitore durante l’esecuzione del concordato minore
4.2 Le attività dell’Occ durante l’esecuzione del concordato minore
4.3 Le attività del giudice durante l’esecuzione del concordato minore
5. La revoca dell’omologazione del concordato minore e i suoi effetti
CAPITOLO 4. LA LIQUIDAZIONE CONTROLLATA
1. L’avvio della procedura di liquidazione controllata
1.1 Le condizioni per l’avvio della procedura di liquidazione controllata
1.2 Le prime fasi della procedura di liquidazione controllata
1.3 La domanda di accesso alla procedura di liquidazione controllata
1.3.1 La disciplina applicabile alla domanda di accesso alla procedura
1.3.2 I contenuti della domanda di accesso alla procedura
1.4 La presentazione della domanda di accesso alla procedura di liquidazione controllata ed i suoi effetti
1.5 Il ruolo dell’Occ nell’ambito dell’avvio della procedura
2. L’apertura della procedura di liquidazione controllata
2.1 La sentenza di apertura della procedura di liquidazione controllata
2.2 Le conseguenze dell’apertura della procedura di liquidazione controllata
3. Lo svolgimento della procedura di liquidazione controllata
3.1 Le tappe dello svolgimento della procedura di liquidazione controllata
3.2 Il ruolo del liquidatore nella procedura di liquidazione controllata
3.3 Il ruolo del debitore nella procedura di liquidazione controllata
3.4 Il ruolo dei creditori nella procedura di liquidazione controllata
3.5 Il ruolo del Tribunale e del giudice delegato nella procedura di liquidazione controllata
4. Gli effetti della chiusura della procedura di liquidazione controllata
CAPITOLO 5. L’ESDEBITAZIONE DEL DEBITORE
1. L’oggetto dell’esdebitazione, e i motivi di interesse per i debitori
2. Le condizioni per l’esdebitazione
3. Il procedimento per ottenere l’esdebitazione
4. L’esdebitazione del debitore sovraindebitato incapiente
PNRR per non rinunciare a risorse con prefazione di Vito Cozzoli - Amministratore Delegato di Autostrade dello Stato S.p.A.
eBook in pdf di 143 pagine.
Si tratta del sesto volume della collana "Guide operative per la finanza agevolata".
La presente trattazione nasce con l'intento di fornire una guida pratica e aggiornata per chiunque sia coinvolto o interessato nella gestione dei fondi del PNRR.
La vera sfida, infatti, non risiede solo nell’accesso a queste risorse, ma nella capacità di utilizzarle in maniera efficace per realizzare progetti che possano davvero segnare una svolta. In un contesto di abbondanza finanziaria, la vera competizione si gioca sulla qualità della progettazione e della gestione.
Il volume offre una panoramica completa degli strumenti disponibili, delle modalità di accesso ai fondi e delle migliori pratiche per la gestione dei progetti finanziati.
Ogni sezione è progettata per offrire un supporto concreto, con esempi pratici, casi studio e approfondimenti tecnici che aiuteranno a navigare nelle complessità del PNRR con sicurezza e competenza.
Prefazione
Introduzione al volume
1. Introduzione al PNRR
1.1 Obiettivi e Struttura del PNRR
1.1.1 Obiettivi del PNRR
1.1.2 Struttura del PNRR
1.1.3 Fonti e Link Utili
1.2 Storico e Contesto dell'Introduzione del PNRR
1.2.1 La Genesi del PNRR
1.2.2 Implicazioni e Prospettive Future
1.2.3 Fonti e Link Utili
1.2.4 Modalità di Partecipazione ai Bandi
1.2.5 Fonti e Link Utili
1.3 Modifiche ai Criteri di Finanziamento
1.3.1 Contesto delle Modifiche ai Criteri di Finanziamento
1.3.2 Principali Modifiche Ai Criteri di Finanziamento
1.3.3 Impatti delle Modifiche sui Beneficiari
1.3.4 Riepilogo
2. Guida alla configurazione di un progetto finanziato
2.1 Introduzione alla Partecipazione ai Bandi del PNRR
2.1.1 Obiettivi e Struttura del PNRR
2.1.2 Requisiti di Partecipazione ai Bandi PNRR
2.1.3 Processo di Presentazione della Domanda
2.1.4 Criteri di Valutazione e Selezione dei Progetti
2.1.5 Fonti e Link Utili
2.2 Identificazione del Bando
2.2.1 Fonti e Link Utili
2.3 Valutazione dell'Ammissibilità
2.4 Preparazione della Documentazione
2.4.1 Fonti e link utili
2.5 Presentazione della Domanda
2.6 Valutazione e Selezione dei Progetti
2.6.1 Fonti e Link Utili
2.7 Gestione Post-approvazione
2.7.1 Gestione del Finanziamento: Pianificazione e Allocazione delle Risorse
2.7.2 Comunicazione con le Autorità Finanziatrici
2.7.3 Rendicontazione: Accuratezza e Trasparenza
2.7.4 Audit e Verifiche
2.7.5 Chiusura del Progetto e Rendicontazione Finale
2.7.6 Fonti e Link Utili
2.7.7 Riepilogo
3. Strategie per Massimizzare le Probabilità di Successo
3.1 Pianificazione Strategica del Progetto
3.1.1 Fonti e Link Utili
3.2 Redazione di un Piano di Progetto Competitivo
3.2.1 Struttura del Piano di Progetto
3.2.2 Innovazione e Sostenibilità
3.2.3 Coinvolgimento degli Stakeholder e Gestione del Rischio
3.2.4 Conclusioni
3.2.5 Fonti e Link Utili
3.3 Gestione del Budget e del Piano Finanziario
3.3.1 Importanza della Gestione del Budget
3.3.2 Struttura del Budget: Voci di Spesa e Allocazione delle Risorse
3.3.3 Piano Finanziario: Struttura e Contenuti
3.3.4 Precisione nella Stima dei Costi
3.3.5 Monitoraggio e Controllo del Budget
3.3.6 Prevenzione degli Scostamenti e Gestione delle Emergenze Finanziarie
3.4 Coinvolgimento e Collaborazione con Stakeholder
3.4.1 Importanza del Coinvolgimento degli Stakeholder
3.4.2 Identificazione degli Stakeholder
3.4.3 Strategie di Coinvolgimento degli Stakeholder
3.4.5 Sfide e Soluzioni nel Coinvolgimento degli Stakeholder
3.4.6 Strumenti per il Coinvolgimento degli Stakeholder
3.4.7 Monitoraggio e Valutazione del Coinvolgimento degli Stakeholder
3.4.8 Fonti e Link Utili
3.5 Monitoraggio e Valutazione Continua
3.5.1 Importanza del Monitoraggio e della Valutazione Continua
3.5.2 Componenti Chiave di un Sistema di Monitoraggio
3.5.3 Processi di Valutazione Continua
3.5.4 Integrazione di Monitoraggio e Valutazione Continua nel Ciclo di Vita del Progetto
3.5.5 Coinvolgimento degli Stakeholder nel Monitoraggio e nella Valutazione
3.5.6 Sfide del Monitoraggio e della Valutazione Continua
3.5.7 Fonti e Link Utili
3.6 Preparazione alla Valutazione e Selezione
3.6.1 Importanza della Preparazione alla Valutazione e Selezione
3.6.2 Comprensione dei Criteri di Valutazione
3.6.3 Strutturazione della Documentazione di Candidatura
3.6.4 Strategie per Migliorare la Valutazione del Progetto
3.6.5 Simulazione e Feedback Preliminare
3.6.6 Preparazione per la Presentazione Orale
3.6.7 Fonti e Link Utili
3.7 Best Practices nella Rendicontazione
3.7.1 Importanza della Rendicontazione
3.7.2 Principi Chiave della Rendicontazione
3.7.3 Strutturazione del Processo di Rendicontazione
3.7.4 Sfide Comuni nella Rendicontazione e Come Superarle
3.7.5 Riepilogo
4. Monitoraggio e Rendicontazione
4.1 Importanza del Monitoraggio Continuo
4.1.1 Ruolo del Monitoraggio nel PNRR
4.1.2 Gestione delle Risorse e Prevenzione degli Scostamenti
4.1.3 Strumenti di Monitoraggio
4.1.4 Valutazione dei Progressi e Adattamenti Strategici
4.1.5 Trasparenza e Responsabilità
4.1.6 Fonti e Link Utili
4.2 Gestione del Piano di Monitoraggio
4.2.1 Importanza di un Piano di Monitoraggio Ben Strutturato
4.2.2 Definizione degli Obiettivi di Monitoraggio
4.2.3 Pianificazione delle Attività di Monitoraggio
4.2.4 Esecuzione del Monitoraggio
4.2.5 Valutazione e Revisione del Piano di Monitoraggio
4.2.6 Comunicazione dei Risultati del Monitoraggio
4.2.7 Conclusioni
4.2.8 Fonti e Link Utili
4.3 Raccolta e Analisi dei Dati
4.3.1 Importanza della Raccolta dei Dati
4.3.2 Pianificazione della Raccolta dei Dati
4.3.3 Metodi di Raccolta dei Dati
4.3.4 Gestione della Qualità dei Dati
4.3.5 Analisi e Interpretazione dei Dati
4.3.6 Reporting dei Risultati
4.3.7 Conclusioni
4.3.8 Fonti e Link Utili
4.4 Rendicontazione Finanziaria
4.4.1 Importanza della Rendicontazione Finanziaria
4.4.2 Requisiti di Rendicontazione
4.4.3 Preparazione della Documentazione
5. Risorse e Supporto Disponibili
5.1 Portali e Piattaforme Ufficiali
5.1.1 Portale Italia Domani
5.1.2 Piattaforme Regionali e Ministeriali
5.1.3 Esempi di Utilizzo Pratico
5.1.4 Vantaggi dell'Uso di Portali e Piattaforme
5.1.5 Fonti e Link Utili
5.2 Guide e Manuali Operativi
5.2.1 Guide Ufficiali del PNRR
5.2.2 Manuali Operativi Settoriali
5.2.3 Accesso alle Guide e ai Manuali
5.2.4 Esempi di Utilizzo
5.2.5 Vantaggi dell'Utilizzo di Guide e Manuali
5.2.6 Fonti e Link Utili
5.3 Assistenza Tecnica e Consulenza
5.3.1 Supporto Fornito dalle Autorità di Gestione
5.3.2 Consulenza Specialistica
5.3.3 Come Scegliere un Consulente
5.3.4 Esempi di Successo
5.3.5 Vantaggi dell'Assistenza Tecnica e della Consulenza
5.3.6 Fonti e Link Utili
5.4 Formazione e Capacity Building
5.4.1 Programmi di Formazione
5.4.2 Capacity Building
5.4.3 Strumenti e Risorse per la Formazione e il Capacity Building
5.4.5 Vantaggi della Formazione e del Capacity Building
5.4.6 Fonti e Link Utili
5.5 Finanziamenti Complementari e Opportunità di Cofinanziamento
5.5.1 Cofinanziamento e Fondi Complementari
5.5.2 Opportunità di Partnership Pubblico-Private (PPP)
5.5.3 Strumenti Finanziari Innovativi
5.5.4 Strategie per l’Utilizzo dei Finanziamenti Complementari
5.5.5 Esempi di Successo
5.5.6 Vantaggi dei Finanziamenti Complementari e del Cofinanziamento
5.5.7 Fonti e Link Utili
5.5.8 Riepilogo
6. Esempi pratici
6.1 Introduzione
6.2 Bando TOCC - Azione A 2 - MIC: panoramica dell'incentivo
6.2.1 Cos'è
6.2.2 A chi si rivolge
6.2.3 Cosa finanzia
6.2.4 Le agevolazioni
6.2.5 Gli interventi sono finalizzati
6.3 Bando TOCC - Azione 2: La scheda progetto
6.4 Bando delle idee “Turismo delle radici” - MAECI: panoramica dell'incentivo
6.4.1 Finalità
6.4.2 Soggetti beneficiari
6.4.3 Interventi ammissibili
6.4.4 Entità e forma dell’agevolazione
6.5 Bando delle idee "Turismo delle radici" – I moduli di domanda
6.5.1 Modello A
6.5.2 Modello B
7. Glossario
8. Riferimenti bibliografici e sitografici
Il presente ebook in pdf di 216 pagine, ha l’obiettivo di illustrare le regole per una delle 5 principali procedure di soluzione della crisi di impresa, ossia il Concordato preventivo, mentre le altre, il Piano di risanamento, l’Accordo di ristrutturazione dei debiti, la Composizione negoziata della crisi di impresa, e il Superamento delle crisi da sovraindebitamento, sono oggetto di altri ebook, scritti dallo stesso autore del presente testo.
Disciplina valida dal 28 settembre 2024
Sono passati quasi 20 anni dalla prima riforma del diritto fallimentare, che ebbe luogo con il Decreto Legislativo (D.Lgs.) 5/2006, e può essere che con il D.Lgs. 136/2024 si sia completato il lungo processo legislativo, che ha avuto per obiettivo la flessibilizzazione delle soluzioni alla crisi di impresa, e soprattutto il recupero di quelle attività imprenditoriali che potevano avere una seconda vita, dopo il superamento delle difficoltà, grazie al ricorso alle procedure previste dal diritto fallimentare prima, e dal Codice della crisi di impresa poi.
D’altronde, prima la ridotta crescita economica, che ha caratterizzato l’ultimo ventennio della storia economica italiana, poi lo shock della pandemia del Covid-19, successivamente la crisi energetica, acutizzata dall’aggressione della Russia contro l’Ucraina, che ha determinato sanzioni e controsanzioni tra l’Ue e il paese guidato da Putin, infine l’inflazione, e le sfide di un mondo perfino troppo globalizzato (vedi la pressione economica proveniente dalla Cina), hanno fatto sì che diventasse sempre più importante il tema della gestione della crisi di impresa, visto l’elevato numero di operatori economici che si sono trovati tra l’incudine dell’aumento dei costi, e il martello del calo dei ricavi.
Queste circostanze hanno reso necessario intervenire più volte sulla disciplina della crisi di impresa, che era stata prima sensibilmente modificata dai D.Lgs. 5/2006 e 169/2007, e poi del tutto rinnovata dal D.Lgs. 14/2019, contenente il Codice della crisi di impresa e dell'insolvenza, successivamente adeguato alla Direttiva Ue 2019/1023 (cd. direttiva Insolvency).
Per ultimo è intervenuto il D.Lgs. 136/2024, che ha provveduto ad inserire chiarimenti e correzioni, suggerite dalle esperienze derivanti dalle prime applicazioni del Codice della crisi di impresa, che è entrato in vigore, di fatto, solo dal 2022. In conseguenza delle numerose modifiche legislative avvenute negli ultimi 2 decenni, sono aumentate le soluzioni alla crisi di impresa, alternative alla liquidazione giudiziale, che ha sostituito la procedura fallimentare.
L’ebook, basato su 6 capitoli e 4 appendici, inizia con un capitolo denominato “Quadro generale”, nel quale si presentano le caratteristiche salienti della procedura del Concordato preventivo, sia in termini comparativi con altre soluzioni alla crisi, sia sotto il profilo dell’evoluzione della normativa, con un’attenzione particolare sulle differenze esistenti tra il Concordato preventivo disciplinato dal Codice della crisi di impresa, e quello regolamentato dalla precedente legge fallimentare.
Segue poi un capitolo (il 2) che illustra le condizioni richieste per l’attivazione di questa soluzione concorsuale, per passare poi alla descrizione della procedura del Concordato preventivo, nel cui ambito sono riportate in primo luogo (Cap. 3) le indicazioni per predisporre la domanda (di accesso alla procedura, e di accesso anticipato alla procedura, che eventualmente precede la prima), ed i vari documenti (piano, proposta di concordato, attestazione) necessari per l’avvio del percorso che dovrebbe portare l’impresa ad uscire dallo stato di crisi, grazie al Concordato preventivo.
Successivamente (Cap. 4) si trova una dettagliata descrizione delle varie fasi della procedura, che comprendono l’iscrizione della domanda (di accesso alla procedura del Concordato preventivo) nel registro delle imprese, la decisione del Tribunale di aprire la procedura del Concordato preventivo, e di adottare eventualmente misure cautelari e protettive dell’impresa in crisi, la presentazione di proposte di concordato concorrenti, la gestione dell’impresa in crisi durante la procedura, la sollecitazione di offerte di acquisto dell’impresa in crisi concorrenti, l’approvazione del concordato preventivo da parte dei creditori, l’omologazione del concordato da parte del Tribunale, l’eventuale impugnazione della sentenza di omologazione del concordato, con le conseguenti decisioni del Tribunale, senza tralasciare di illustrare in dettaglio il profilo ed i compiti del commissario giudiziale. Infine vengono illustrate le varie possibili situazioni dopo la conclusione della procedura (attuazione, risoluzione, annullamento del concordato).
Viene infine richiamato (Cap. 5) anche il procedimento che scatta a seguito della domanda di accesso anticipato alla procedura del Concordato preventivo. Conclusa la descrizione dei passaggi procedurali, si illustrano (Cap. 6) gli effetti della procedura del Concordato preventivo, che si attivano nelle varie fasi del procedimento.
Come già anticipato, il testo si conclude con 4 appendici:
Introduzione
CAPITOLO 1. QUADRO GENERALE DEL CONCORDATO PREVENTIVO
1.1 L’impostazione del concordato preventivo
1.2 Le differenze tra concordato preventivo e accordo di ristrutturazione dei debiti
1.3 L’evoluzione della disciplina del concordato preventivo
1.4 Le novità della disciplina del D.Lgs. 14/2019, come modificata dai D.Lgs. 147/2020 e 83/2022
1.5 Le novità del D.Lgs. 136/2004
CAPITOLO 2. LE CONDIZIONI PER L’ATTIVAZIONE DELLA PROCEDURA DEL CONCORDATO PREVENTIVO
CAPITOLO 3. L’AVVIO DELLA PROCEDURA DEL CONCORDATO PREVENTIVO
3.1 La domanda di accesso alla procedura del concordato preventivo
3.1.1 Le due tipologie di domanda: accesso ordinario e anticipato alla procedura
3.1.2 L’individuazione del Tribunale competente
3.1.3 I contenuti della domanda di accesso alla procedura del concordato preventivo
3.1.4 I contenuti della domanda di accesso anticipato alla procedura del concordato preventivo
3.2 Il piano di concordato
3.2.1 La disciplina e i contenuti del piano di concordato
3.2.2 Le modalità di redazione del piano sul fronte dell'indicazione del debitore e delle eventuali parti correlate
3.2.3 Le modalità di redazione del piano sul fronte della descrizione delle attività e passività aziendali
3.2.4 Le modalità di redazione del piano sul fronte dell’analisi della situazione economico-patrimoniale e finanziaria
3.2.5 Le modalità di redazione del piano sul fronte della posizione dei lavoratori
3.2.6 Le modalità di redazione del piano sul fronte delle cause e dell'entità dello stato di crisi
3.2.7 Le modalità di redazione del piano sul fronte delle strategie di intervento
3.2.8 Le modalità di redazione del piano sul fronte del valore di liquidazione dell’impresa in crisi
3.2.9 Le modalità di redazione del piano sul fronte delle modalità di ristrutturazione dei debiti e di soddisfazione dei crediti
3.2.10 Le modalità di redazione del piano sul fronte degli effetti del piano sulla situazione finanziaria dell’impresa in crisi
3.2.11 Le modalità di redazione del piano sul fronte delle modalità e dei tempi di adempimento della proposta di concordato (e del piano)
3.2.12 Le modalità di redazione del piano sul fronte del piano industriale
3.2.13 Le modalità di redazione del piano sul fronte dell’indicazione dei costi e dei ricavi attesi, del fabbisogno finanziario e delle relative modalità di copertura
3.2.14 Le modalità di redazione del piano sul fronte degli apporti di nuova finanza
3.2.15 Le modalità di redazione del piano sul fronte delle azioni risarcitorie e recuperatorie
3.2.16 Le modalità di redazione del piano sul fronte delle iniziative da adottare in caso di scostamento dagli obiettivi pianificati
3.2.17 Le modalità di redazione del piano sul fronte dell’elenco dei creditori e delle parti interessate, e la loro suddivisione in classi
3.2.18 Le modalità di redazione del piano sul fronte delle modalità di informazione dei rappresentanti dei lavoratori, nonché sugli effetti della ristrutturazione sui rapporti di lavoro
3.2.19 Le modalità di redazione del piano sul fronte dei fondi rischi
3.2.20 Le modalità di redazione del piano sul fronte delle ragioni per cui il soddisfacimento dei creditori non è inferiore a quello della liquidazione giudiziale e dell’utilità per i creditori
3.2.21 Le modalità di redazione del piano sul fronte delle modalità di cessione della gestione aziendale
3.2.22 La disciplina dei debiti tributari, contributivi e assicurativi nel piano di concordato
3.3 La proposta di concordato preventivo
3.4 L’attestazione del piano di concordato e della proposta di concordato
3.4.1 Le qualifiche professionali dell’attestatore
3.4.2 L’oggetto dell’attestazione
3.4.3 Le metodologie dell’attestazione
3.4.4 I possibili esiti dell’attestazione
3.4.5 La relazione di attestazione
CAPITOLO 4. LA PROCEDURA DEL CONCORDATO PREVENTIVO A SEGUITO DELLA DOMANDA DI ACCESSO ALLA PROCEDURA
4.1 L’iscrizione della domanda di accesso alla procedura del concordato preventivo nel registro delle imprese
4.2 La decisione del Tribunale di aprire la procedura del concordato preventivo e di chiuderla
4.2.1 La decisione del Tribunale di aprire la procedura
4.2.2 La decisione del Tribunale di chiudere la procedura
4.3 Le decisioni del Tribunale sulle misure cautelari e protettive dell’impresa in crisi
4.3.1 Quadro generale delle misure attivabili dal Tribunale
4.3.2 La procedura per la decisione del Tribunale sulle misure cautelari e protettive
4.3.3 La procedura per la decisione del Tribunale sulla sospensione/scioglimento dei contratti
4.3.4 La procedura per la decisione del Tribunale sui finanziamenti prededucibili
4.3.5 La procedura per la decisione del Tribunale sul pagamento di crediti anteriori e rate di mutui
4.4 La presentazione di proposte di concordato concorrenti
4.5 Il ruolo del commissario giudiziale durante la procedura del concordato preventivo
4.5.1 Il profilo del commissario giudiziale
4.5.2 I compiti del commissario giudiziale
4.6 La gestione dell’impresa in crisi durante la procedura
4.7 La sollecitazione di offerte di acquisto dell’impresa in crisi (o di suoi elementi) in concorrenza
4.8 L’approvazione del concordato preventivo da parte dei creditori
4.8.1 La convocazione dei creditori per la votazione sul concordato
4.8.2 L’informazione dei creditori per la votazione sul concordato
4.8.3 Le contestazioni sul concordato posto in votazione
4.8.4 L’accesso alla votazione sul concordato da parte dei creditori
4.8.5 La votazione sul concordato da parte dei creditori
4.8.6 La formalizzazione dell’esito della votazione sul concordato
4.9 L’omologazione del concordato preventivo da parte del Tribunale
4.10 L’impugnazione della sentenza di omologazione del concordato preventivo e di altri atti
4.11 La decisione del Tribunale sulla sospensione della sentenza di omologazione del concordato preventivo
4.12 La decisione del Tribunale sull’impugnazione della sentenza di omologazione del concordato preventivo
4.13 L’attuazione del concordato preventivo
4.13.1 Le modalità di attuazione del concordato preventivo
4.13.2 La vendita dei beni in attuazione del concordato preventivo
4.13.3 Il ruolo del liquidatore
4.13.4 Le operazioni societarie in attuazione del concordato preventivo
4.14 La conclusione e la risoluzione del concordato preventivo
4.14.1 La conclusione del concordato preventivo
4.14.2 La risoluzione del concordato preventivo
4.15 L’annullamento del concordato preventivo
CAPITOLO 5. LA PROCEDURA DEL CONCORDATO PREVENTIVO A SEGUITO DELLA DOMANDA DI ACCESSO ANTICIPATO ALLA PROCEDURA
5.1 La decisione del Tribunale di apertura anticipata della procedura del concordato preventivo
5.2 La decisione del Tribunale sulle misure cautelari e protettive
5.3 La revoca del provvedimento di concessione dell’accesso anticipato alla procedura del concordato preventivo
CAPITOLO 6. GLI EFFETTI DEL CONCORDATO PREVENTIVO
6.1 Quadro generale
6.2 Gli effetti della presentazione al Tribunale della domanda di accesso anticipato alla procedura del concordato preventivo
6.3 Gli effetti della decisione del Tribunale di concedere l’accesso anticipato alla procedura del concordato preventivo
6.4 Gli effetti della presentazione al Tribunale della domanda di accesso alla procedura del concordato preventivo
6.5 Gli effetti della decisione del Tribunale di aprire la procedura del concordato preventivo
6.6 Gli effetti dell’omologazione del concordato preventivo
6.7 Gli effetti dell’impugnazione e della revoca dell’omologazione del concordato preventivo
6.8 Le conseguenze penali nell’ambito della procedura del concordato preventivo
6.9 La disciplina della prededucibilità dei crediti
APPENDICE I
Quadro di insieme del Codice della crisi di impresa e dell’insolvenza (D.Lgs. 14/2019)
1. Le principali novità del Codice della crisi di impresa e dell’insolvenza
2. La struttura e le novità del Codice della crisi di impresa e dell’insolvenza
APPENDICE II
Quadro di insieme delle novità del Decreto Legislativo correttivo 147/2020
APPENDICE III
Quadro di insieme delle novità del Decreto Legislativo correttivo 83/2022
Le agevolazioni per le imprese con sede nelle zone economiche speciali 2024 (ZES Unica del mezzogiorno, ZLS e ZFDI), eBook in pdf di 119 pagine.
Aggiornato al Decreto-Legge 124/2023 che ha istituito la ZES unica del Mezzogiorno, al DPCM 40/2024 di attuazione delle ZLS ed ai Decreti-Legge n° 113 e 155 del 2024 con modifiche della disciplina della ZES unica.
Questa nuova edizione aggiornata dell'eBook "Le Agevolazioni per le Imprese con Sede nelle Zone Economiche Speciali (ZES) e Zone Logistiche Semplificate (ZLS)" fornisce una guida completa e aggiornata sugli incentivi, le agevolazioni fiscali e finanziarie, e le semplificazioni amministrative disponibili per le imprese che operano o intendono investire nelle ZES e ZLS. Sviluppato sulla base dei più recenti interventi normativi del 2024, questo strumento è essenziale per i professionisti e le imprese interessate a sfruttare le opportunità offerte dalle aree economiche speciali.
La zona economica speciale o zona di libero scambio (ZES) o free trade zones (FTZ) è un’area geografica delimitata all’interno di un paese in cui le imprese nazionali e quelle estere possono importare materiali, svolgere attività di produzione, movimentare beni ed esportare prodotti finiti senza essere soggetti a tariffe (dazi), quote di importazione o esportazione ed altre formalità burocratiche doganali totalmente o in misura ridotta rispetto al resto del territorio della nazione che l’ha istituita.
Esse, inoltre, sono di solito ubicate presso città od aree importanti e dotate di specifici vantaggi infrastrutturali per il commercio come la presenza di porti, aeroporti, ferrovie, autostrade o frontiere con altri paesi.
L’istituzione delle ZES ha principalmente l’obbiettivo di attrarre nell’area geografica di ubicazione nuovi investimenti diretti esteri (IDE) ma anche nazionali. A tal fine, per le ZES in cui si svolge anche un’attività di produzione o trasformazione, è importante la presenza nell’area anche di zone industriali attrezzate, di manodopera qualificata e non, di centri di ricerca, di filiali di banche ed altri intermediari finanziari e assicurativi, di società di consulenza gestionale, ecc.
L’istituto della zona economica speciale è di recente introduzione nell’ordinamento italiano, in quanto essa risale al Decreto-Legge n° 91 del 2017 (“Disposizioni urgenti per la crescita economica del Mezzogiorno” o “Decreto Sud”, convertito in Legge n° 123 del 2017) successivamente più volte riformato. L’art. 4 di questo introdusse le zone economiche speciali (ZES) mentre l’art. 5 era dedicato ai benefici fiscali ed alle semplificazioni burocratiche di cui godevano le imprese che operano in queste aree.
A partire dal 1° Gennaio 2024, sulla base della riforma contenuta negli articoli da 9 a 16 e 22 del Decreto-Legge 124/2023, le otto ZES che sono state istituite nel Mezzogiorno d’Italia dal 2017 al 2023 sono confluite nella “ZES unica per il Mezzogiorno” il cui territorio comprende le regioni Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna. La ZES unica comprende quindi le regioni c.d. “meno sviluppate” o “in transizione” (solo l’Abruzzo) identificate dal diritto comunitario sulla base della loro distanza dal PIL pro capite medio dei ventisette paesi aderenti all’Unione Europea.
Il territorio su cui si applicano le agevolazioni previste per le imprese che investono nelle ZES passa dall’essere lo 0,4% della superficie complessiva del Sud Italia, comprendente i porti più importanti, le zone retroportuali e le principali zone industriali del Sud, al 95% circa di questa, dato che sono escluse alcune zone dell’Abruzzo. Essa è la zona economica speciale più grande del mondo per estensione territoriale (117.600 kmq) e la seconda per popolazione residente (19.350.000 persone). In tal modo la finalità della ZES unica passa dall’essere quella dello sviluppo di queste sole aree a quella dello sviluppo del Mezzogiorno in generale.
Le agevolazioni fiscali e finanziarie per le imprese che investono nella ZES unica sono di tre tipi:
Segnaliamo che un’altra agevolazione, attiva fino al 31 Dicembre 2023 e consistente nel dimezzamento dell’imposta sul reddito (IRES od IRPEF) per le nuove attività avviate da imprese sempre nel territorio della ZES unica, introdotta dei commi da 173 a 178 dell’articolo 1° della Legge 178/2019 è stata sospesa a partire dal 1° Gennaio 2024, ma non abrogata, dall’ultimo periodo del 4° comma dell’art. 22 del DL 124/2023 per cui potrebbe essere riproposta in futuro, se ci sarà la volontà politica in tal senso e se si troveranno i fondi per finanziarla.
Questa agevolazione rientrava e rientra tuttora nella tipologia “de minimis”, che dà diritto a massimo 300.000 Euro di beneficio in tre esercizi, per cui, siccome tale agevolazione valeva per i primi sette esercizi della nuova attività, essa poteva dare diritto ad un beneficio di importo massimo di 700.000 Euro.
Una variante delle ZES, vale a dire la zona logistica semplificata (ZLS), è stata invece introdotta dai commi da 61 a 65 dell’art. 1° della Legge n° 205 del 2017 e può essere ubicata nelle “regioni più sviluppate” o “in transizione” (Marche ed Umbria, visto che l’Abruzzo rientra nella ZES unica Sud) del nostro paese dove non si possono creare delle ZES, cioè nelle regioni costiere del Centro e del Nord Italia. Le citate norme di legge sulla ZLS sono state attuate dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM) n° 40 del 4 Marzo 2024.
Segnaliamo, inoltre, che questo e-book è aggiornato alla riforma della disciplina della ZES che ha istituito la ZES unica per il Mezzogiorno contenuta negli articoli da 9 a 16 e 22 del Decreto-Legge n° 124 del 2023 convertito in Legge n° 162 del 2023 ed attuato dal DPCM del 17 Maggio 2024 per quanto riguarda le modalità di accesso al credito d’imposta per gli investimenti le cui istanze telematiche all’Agenzia delle Entrate possono essere presentate a partire dal 12 Giugno.
1 Cosa sono le zone economiche speciali ZES la loro evoluzione storica e le loro caratteristiche in termini di vantaggi che offrono alle imprese
2 Le tipologie delle ZES e le regole previste dal diritto comunitario
3 Le tipologie di Free Trade Zones previste dall’ordinamento italiano le Zone Economiche Speciali ZES le Zone Logistiche Semplificate ZLS e le Zone Franche Doganali Intercluse ZFDI
4 La costituzione l’organizzazione e la governance della ZES unica per il Mezzogiorno
5 Le agevolazioni amministrative per le imprese insediate nella ZES unica lo sportello unico digitale della ZES unica del Mezzogiorno – SUD ZES e il procedimento di autorizzazione unica per l’avvio degli insediamenti produttivi
5.1 Lo sportello unico digitale della ZES unica del Mezzogiorno – SUD ZES
5.2 Il procedimento di autorizzazione unica per l’avvio degli insediamenti produttivi ubicati nella ZES unica del Mezzogiorno
6 Le agevolazioni fiscali contributive e finanziarie per le imprese insediate nella ZES unica
6.1 Il credito d’imposta per gli investimenti effettuati dalle imprese ubicate nella ZES unica le modalità di accesso e di fruizione l’estensione di esso alle imprese agricole della pesca e dell’acquacoltura
6.2 La possibilità per gli investimenti effettuati dalle imprese nella ZES unica di usufruire del finanziamento agevolato previsto per i cosiddetti Contratti di Sviluppo gestiti da Invitalia Spa
6.3 La riduzione alla metà dell’imposta sul reddito per le imprese che avviano una nuova attività nelle ZES ora nella ZES unica prevista dalla Legge 178 2020 agevolazione sospesa a partire dal 1° gennaio 2024
6.4 La decontribuzione per le nuove assunzioni delle microimprese nella ZES unica introdotta dall’articolo 24 del Decreto-Legge numero 60 del 2024
7 Le Zone Logistiche Semplificate ZLS delle regioni più sviluppate e la loro disciplina dopo l’istituzione della ZES unica del Mezzogiorno
7.1 La disciplina legislativa delle zone logistiche semplificate ZLS
7.2 Le norme di attuazione delle ZLS il DPCM numero 40 del 2024 il procedimento di istituzione di esse ed il loro Piano di sviluppo strategico
7.3 Le norme di attuazione delle ZLS il DPCM numero 40 del 2024 la governance ed il controllo sulle ZLS e le semplificazioni amministrative ad esse destinate l’autorizzazione unica
8 Conclusioni
Allegati normativi
