Domanda e Risposta Pubblicata il 19/05/2021

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Cos'è il superminimo, quando è assorbibile?

Il superminimo è assorbibile fino a prova contraria Cosi dice la Cassazione ord. 21 aprile 2021, n. 10561. Riepiloghiamo di cosa si tratta.



Il superminimo è una quota di retribuzione eventuale (cioè che puo anche non essere presente)   che supera il minimo tabellare previsto dal contratto nazionale per  un determinato livello.

Il superminimo viene  erogato sulla base di specifici accordi .Puo essere sia individuale che collettivo:

  1.  nel primo caso  l'importo del superminimo è  erogato al singolo per meriti particolari o altre valutazioni del datore di lavoro,  sulla base di un accordo individuale,  
  2.  nel secondo caso è previsto dalla contrattazione collettiva.

In entrambi i casi gli accordi possono prevedere che l'importo del superminimo concordato tra le parti sia o non sia assorbibile cioè   sia destinato ad essere compreso nei successivi scatti di aumento che si possono verificare  quando il lavoratore passa ad una qualifica superiore oppure a seguito di rinnovo contrattuale collettivo. L'assorbibilità comporta che  in caso di un  aumento pari al superminimo  la retribuzione complessiva di fatto non si modifichi.  

Nella lettera di assunzione deve essere specificato se il superminimo sarà assorbibile oppure no.

Solitamente non sono assorbibili  il  supermininimo individuale legato alla specifica professionalità e al merito del dipendente . L'assorbimento può anche essere espressamente vietato dal  CCNL, come nel caso del Contratto Commercio Terziario che in caso di aumenti ad personam prevede la non assorbibilità..

Superminimo: la prova del diritto alla "non assorbibilità"

In una recente sentenza di Cassazione è stato specificato  che  il superminimo è  di norma soggetto al principio dell'assorbimento  e in caso di contestazioni  il lavoratore è tenuto a provare  il suo diritto al mantenimento . 

Però  nell'ordinanza 10561 del 21 aprile 2021 la Corte afferma anche che  in caso di difficoltà ad interpretare i documenti contrattuali,  per la   ricostruzione della volontà negoziale delle parti deve essere valutato il  loro comportamento complessivo,   anche successivo alla conclusione del patto. Nel caso specifico conclude che  la prassi aziendale può costituire una  prova  di tale diritto . Infatti viene respinto il ricorso delle aziende e confermato il diritto dei lavoratori a ottenere il pagamento del superminimo che era stato in precedenza negato,   sulla base del fatto che esso era rimasto inalterato a lungo nel tempo, nonostante gli incrementi retributivi intervenuti nel corso del rapporto di lavoro,  con rinnovi contrattuali. 

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Fonte: Corte di Cassazione


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