Speciale Pubblicato il 21/07/2023

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Riforma Fiscale: novità per la residenza fiscale e stabile organizzazione

di Redazione Fisco e Tasse

Il disegno di legge di riforma fiscale prevede il riordino della disciplina della residenza fiscale, stabile organizzazione, lavoro agile



Le regole sulla residenza fiscale in vigore attualmente sono sicuramente superate e non adatte ai cambiamenti storici degli ultimi anni. Lo dimostra tutto il contenzioso in essere e le continue sentenze che superano i concetti finora presi per stabilire la residenza fiscale come l’iscrizione all’Aire.

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La giurisprudenza non è tuttavia concorde e quindi la materia richiede un intervento del legislatore che riveda tutta la materia conformandola alle nuove esigenze di lavoro.

Il Covid ha fatto esplodere la modalità di lavoro agile non solo in Italia ma in tutto il mondo. Abbiamo scoperto che si puo’ essere dall’altra parte del mondo e lo stesso lavorare come se si fosse seduti in ufficio, senza compromettere la qualità del lavoro e la produttività.

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Cosa prevede la delega di Riforma Fiscale

Nell’art. 3 lett.c) del disegno di legge per la Riforma fiscale  troviamo i principi direttivi di delega con riferimento agli aspetti internazionali e sovranazionali del sistema tributario.

Nell’esercizio della delega il Governo deve provvedere alla revisione della disciplina della residenza fiscale delle persone fisiche, delle società e degli enti diversi dalle società come criterio di collegamento personale all’imposizione, al fine di renderla coerente con la migliore prassi internazionale e con le convenzioni sottoscritte dall’Italia per evitare le doppie imposizioni, nonché coordinarla con la disciplina della stabile organizzazione e dei regimi speciali vigenti per i soggetti che trasferiscono la residenza in Italia anche valutando la possibilità di adeguarla all’esecuzione della prestazione lavorativa in modalità agile.

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La delega al Governo per la revisione della disciplina della residenza fiscale

In sintesi, nell’esercizio della delega il Governo è tenuto a garantire la revisione della disciplina della residenza fiscale delle persone fisiche, delle società e degli enti diversi dalle società come criterio di collegamento personale all'imposizione. 

Tale revisione deve essere coerente con la migliore prassi internazionale e con le convenzioni sottoscritte dall'Italia per evitare le doppie imposizioni, coordinandosi con la disciplina della stabile organizzazione e dei regimi speciali vigenti per i soggetti che trasferiscono la residenza in Italia. 

Con le modifiche approvate dalla Camera il 12 luglio 2023 in merito alla residenza fiscale si prevede di tenere conto anche della possibilità di adeguare la disciplina all'esecuzione della prestazione lavorativa in modalità agile

Attualmente le convenzioni sottoscritte dall’Italia per evitare le doppie imposizioni sono 396 disponibili nella banca dati del Ministero Affari Esteri e Cooperazione Internazionale  per evitare le “doppie imposizioni”. 

La residenza fiscale oltre che per le persone fisiche ha un impatto economico rilevante per l’e-commerce internazionale, nonché la fornitura di servizi telematici privi di localizzazione fisica; occorre adeguare il concetto di stabile organizzazione alla nuova realtà socio-economica. 

Da piu’ di un decennio ormai sono allo studio norme che tendono a limitare la concorrenza fiscale tra Paesi ed evitare la costituzione di paradisi fiscali. 

Le modifiche auspicate riguardano pertanto: 

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TAG: Lavoro estero 2023 Riforma fiscale 2023-2024