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Trasferimento a Dubai per 2-3 anni

screttiu

Utente
Salve

Grazie per il servizio che offrite anzitutto.

Mi chiamo Mattia e attualmente vivo negli USA dove mi trovo da un periodo di 4 mesi e dove rimarrò per altri 4 mesi per poi rientrare in Italia.
Ho un contratto italiano a tempo indenterminato per una multinazionale americana con sedi anche in Italia.
Sono un Quadro direttivo.
A fine anno inizio 2016 l'azienda mi ha proposto un trasferimento a Dubai per un periodo di 2-3 anni.
La mia branch non ha direttamente una presenza a Dubai, dove invece sono presenti uffici di gruppo (la nostra capogruppo e le nostre sister companies). Presumo sia questa entità a dovermi sponsorizzare e pagare una volta trasferito...

Ora, siamo proprio all'inizio del processo ma siccome io inconsciamente ho fatto richieste economiche in Euro per tale posizione, ho tralasciato il fatto che per avere un Visto a Dubai dovrò probabilmente avere un contratto locale e dovrò essere pagato in valuta locale nonche essere iscritto come residente locale per via del visto.

Come devo muovermi con l'azienda, che non è solita fare questi spostamenti e pertanto non ha meccanismi rodati per spostare lavoratori, per evitare di trovarmi in difficoltà?

La mia situazione è la seguente: sono sposato e mia moglie verrebbe con me, non abbiamo beni intestati in Italia, io personalmente sono la fonte di reddito del nucleo familiare, abbiamo conti intestati in Italia e separazione dei beni. Non abbiamo immobili ne contratti di affitto. Mia moglie ha intestato solo una piccola macchina in Italia.

Il punto è: è possibile rimanere con il contratto italian "aperto" e allo stesso tempo essere trasferiti per questa missione a Dubai senza dover interrompere il mio rapporto con la filiale italiana?

Visto che pare che dovrò essere pagato in AED, come dovrò regolarmi per evitare tassazioni doppie ecc?
Sono a conoscenza del fatto che molte oil companies, per esempio, mettono in stand by i contratti italiani, pagano un minimo di contributi, e nel frattempo i dipendenti in missione estera, sono sottoposti a tassazione ridotta per via del contratto estero, ma non sò nel dettaglio come funziona.

Queste informazioni sono vitali per capire come negoziare il pacchetto retributivo.

Vi ringrazio per l'aiuto che saprete darmi.

Cordialmente
 

MAR

Utente
Spero le risponderà qualcuno più competente di me in materia, ma provo comunque a darle un parere.
Ci sono almeno due opzioni:

a) lei rimane dipendente della sede italiana, che pagherà i contributi in base alle retribuzioni convenzionali (questo le garantirà una tassazione agevolata ed il versamento dei contributio a fini pensionistici); manterrà la residenza fiscale in Italia e avrà il resident permit per Dubai);

b) lei viene assunto dalla sede di Dubai, si iscrive all'AIRE, assume residenza fiscale a Dubai ed il suo stipendio non viene assoggettato a tassazione alcuna (non le vengono versati i contributi per la pensione e il suo contratto di lavoro risulta svincolaro dalle leggi italiane).

La scelta dipende da vari fattori, ovviamente l'opzione "b" risulta vantaggiosa a fronte di una remunerazione significativamente maggiore di quella che avrebbe con l'opzione "a".
Per valutare l'opzione "b", le consiglio di studiare la legge che regola i rapporti di lavoro in UAE e di considerare quali saranno le condizioni che regolerebbero il suo contratto (di solito sono almeno un po' migliorative rispetto a quelle previste dalla legge).
Dubai è un bel posto, artificiale ma bello; per le bellezze naturali potrete andare in Oman, che non dista molto.

Buon trasferimento.
 

screttiu

Utente
Spero le risponderà qualcuno più competente di me in materia, ma provo comunque a darle un parere.
Ci sono almeno due opzioni:

a) lei rimane dipendente della sede italiana, che pagherà i contributi in base alle retribuzioni convenzionali (questo le garantirà una tassazione agevolata ed il versamento dei contributio a fini pensionistici); manterrà la residenza fiscale in Italia e avrà il resident permit per Dubai);

b) lei viene assunto dalla sede di Dubai, si iscrive all'AIRE, assume residenza fiscale a Dubai ed il suo stipendio non viene assoggettato a tassazione alcuna (non le vengono versati i contributi per la pensione e il suo contratto di lavoro risulta svincolaro dalle leggi italiane).

La scelta dipende da vari fattori, ovviamente l'opzione "b" risulta vantaggiosa a fronte di una remunerazione significativamente maggiore di quella che avrebbe con l'opzione "a".
Per valutare l'opzione "b", le consiglio di studiare la legge che regola i rapporti di lavoro in UAE e di considerare quali saranno le condizioni che regolerebbero il suo contratto (di solito sono almeno un po' migliorative rispetto a quelle previste dalla legge).
Dubai è un bel posto, artificiale ma bello; per le bellezze naturali potrete andare in Oman, che non dista molto.

Buon trasferimento.

Ma tramite il cosiddetto distacco io rimairrei dipendente italiano ma sarei assoggettato alla tassazione emirati a ovvero tax free
Da quel che mi hanno detto persone che ci vivono serve un contratto a Dubai è una retribuzione in AED per garantire il visto.
Questo significa che la filiale potrebbe teoricamente distaccarmi presso la capogruppo a Dubai girare il mio stipendio italiano e la filiale di Dubai mi pagherebbe tax free.
Io nel frattempo penso di avere tutti i requisiti per non essere consideràto residente fiscale in Italia in quanto non ho proprietà e mia moglie verrebbe con me.

Così facendo rimarrei comunque distaccato ma il distaccante ovvero la mia azienda italiana rimarrebbe comunque il mio datore di lavoro al quale sarei legato.

Siamo sicuri che il punto a) sia applicabile? Per il visto serve un contratto locale e stipendio in AED.
La questione è: è possibile fare coesistere il distacco o i qualunque altra forma, rimanere legato contrattualmente all Italia per il futuro e intanto avere il salario tax free? Secondo me come ho detto sopra si dovrebbe poter fare...
Una volta finito tale distacco tornerei alla sede italiana.


Il mio discorso sta in Piedi?
 
Ultima modifica:
Egregio Signore,

Concordo con l'esposizione di MAR.

Vorrei aggiungere che potrebbe esserci una terza possibilità: la società straniera a Dubai, facente parte del Gruppo, potrebbe assumere il lavoratore e versare i contributi in Italia, in base alla legge 398/1987, articolo 1 lettera d). Qui dovrebbe esserci un mandato ad una società mandataria (che potrebbe essere la ditta italiana), con il quale la ditta italiana si rende garante per tutto il rapporto. I contributi sociali si versano all'Inps, in base alle retribuzioni convenzionali. E' una pratica un pò complessa ma si può fare tranquillamente. In questo caso il lavoratore avrebbe comunque i contributi in Italia, mentre la tassazione sarebbe quella locale (che non c'è), qualora il lavoratore non fosse più residete fiscale in Italia (Per residenza vale, aspetto temporale, centro interessi, ecc.) Tutto è fattibile al momento in cui la famiglia si trasferisce.

Relativamente alla domanda se il punto a) distacco sia praticabile, io credo che si debba rispettare per l'Italia la normativa italiana, e quindi fare tutti i passaggi connessi alla 398/1987 (autorizzazione ministeriale, iscrizione ruolo estero, applicazione retribuzioni convenzionali, ecc.) e per Dubai, il rispetto della normativa locale, che prevede (lo dice Lei) un contratto locale, ecc.
Saluti.
Luigi Rodella
 

MAR

Utente
Ma tramite il cosiddetto distacco io rimairrei dipendente italiano ma sarei assoggettato alla tassazione emirati a ovvero tax free
Da quel che mi hanno detto persone che ci vivono serve un contratto a Dubai è una retribuzione in AED per garantire il visto.
Questo significa che la filiale potrebbe teoricamente distaccarmi presso la capogruppo a Dubai girare il mio stipendio italiano e la filiale di Dubai mi pagherebbe tax free.
Io nel frattempo penso di avere tutti i requisiti per non essere consideràto residente fiscale in Italia in quanto non ho proprietà e mia moglie verrebbe con me.

Così facendo rimarrei comunque distaccato ma il distaccante ovvero la mia azienda italiana rimarrebbe comunque il mio datore di lavoro al quale sarei legato.

Siamo sicuri che il punto a) sia applicabile? Per il visto serve un contratto locale e stipendio in AED.
La questione è: è possibile fare coesistere il distacco o i qualunque altra forma, rimanere legato contrattualmente all Italia per il futuro e intanto avere il salario tax free? Secondo me come ho detto sopra si dovrebbe poter fare...
Una volta finito tale distacco tornerei alla sede italiana.


Il mio discorso sta in Piedi?

Mi ha fatto venire qualche dubbio, ma se il Rag. Rodella concorda con quanto ho esposto, devo pensare che sia corretto.

Che io sappia, il lavoratore distaccato continua ad essere retribuito dal distaccante, non dal distaccatario. Quindi la sede italiana (forse) non può pagare la sede di Dubai, che a sua volta paga lei, ma deve pagare lei.
Ne segue che la sua retribuzione non dovrebbe essere tax free (ma questo la sede italiana glielo saprà sicuramente dire) per quanto previsto dalla convenzione contro la doppia imposizione, art. 15, comma 2, lettera b.
Per avere il resident permit ha bisogno di uno sponsor; ignoro quali siano le possibilità a disposizione dello sponsor per sponsorizzare qualcuno distaccato presso di lui da un'azienda straniera.
 
Sono d'accordo, importante che in ogni caso l'onere della prestazione sia posto in capo al distaccante. Nella prassi in talune ipotesi si verifica che una parte venga anche posta in capo al discattario (ad esempio parte della retribuzione, benefit, eccetera) A questo proposito il Ministero del lavoro (Ministro Maroni) era intervenuto nel 2004 con la circolare 3/2004, affrontando nello specifico la materia. Per maggiore comprenzione ne riporto il passaggio "Quanto agli oneri relativi al trattamento economico e normativo del lavoratore in distacco, essirestano a carico del distaccante, che ne rimane esclusivamente responsabile nei confronti del lavoratore, ma va detto che già in passato era consolidata la prassi di un loro rimborso da
parte del distaccatario. Sul punto, si rammenta peraltro che la Cassazione a Sezioni Unite 13 aprile 1989, n. 1751, ha chiarito, che il rimborso al distaccante della spesa del trattamento economico non ha alcuna rilevanza ai fini della qualificazione del distacco genuino. In ultima analisi, poiché il lavoratore distaccato esegue la prestazione non solo nell'interesse del distaccante ma anche nell'interesse del distaccatario, la possibilità di ammettere il rimborso rende più lineare e trasparente anche l'imputazione reale dei costi sostenuti da ogni singola società. In questo senso l'importo del rimborso non può superare quanto effettivamente corrisposto al lavoratore dal datore di lavoro distaccante."
Saluti.
Luigi Rodella
 

screttiu

Utente
Egregio Signore,

Concordo con l'esposizione di MAR.

Vorrei aggiungere che potrebbe esserci una terza possibilità: la società straniera a Dubai, facente parte del Gruppo, potrebbe assumere il lavoratore e versare i contributi in Italia, in base alla legge 398/1987, articolo 1 lettera d). Qui dovrebbe esserci un mandato ad una società mandataria (che potrebbe essere la ditta italiana), con il quale la ditta italiana si rende garante per tutto il rapporto. I contributi sociali si versano all'Inps, in base alle retribuzioni convenzionali. E' una pratica un pò complessa ma si può fare tranquillamente. In questo caso il lavoratore avrebbe comunque i contributi in Italia, mentre la tassazione sarebbe quella locale (che non c'è), qualora il lavoratore non fosse più residete fiscale in Italia (Per residenza vale, aspetto temporale, centro interessi, ecc.) Tutto è fattibile al momento in cui la famiglia si trasferisce.

Relativamente alla domanda se il punto a) distacco sia praticabile, io credo che si debba rispettare per l'Italia la normativa italiana, e quindi fare tutti i passaggi connessi alla 398/1987 (autorizzazione ministeriale, iscrizione ruolo estero, applicazione retribuzioni convenzionali, ecc.) e per Dubai, il rispetto della normativa locale, che prevede (lo dice Lei) un contratto locale, ecc.
Saluti.
Luigi Rodella


Gentile ROdella

Anzitutto grazie per il riscontro.
Sicuramente l 398/1987 sarebbe la soluzione da me preferibile.
Mi saprebbe dire se tale situazione prevede costi aggiuntivi per l'azienda? Io penso di no. Ma la domanda importante è: rimarrei comunque legalmente legato alla filiale italiana in questa maniera?
Presumo di si se tale filiale paga contributi ecc.
Vorrei proporre questa soluzione all'azienda qui negli USA (il trasferimento verrà gestito da qua ma io cerco di guidarlo....)

Inoltre, col distacco se ho capito bene, come descritto da MAR, io pagherei comunque molte meno tasse sul mio salario, rimarrei dipendente italiano ma pagherei le tasse solo sulle retribuzione convenzionale che se ho capito bene corrisponde al massimo di categoria per quel livello, nel mio caso 8 livello Quadro, corretto?

La parte eccedente, ovvero il superminimo, non sarebbe tassata.
Ripeto che però questa soluzione non sò se sia praticabile o meno in quanto il Visto a Dubai prevede un contratto locale con uno sponsor locale e quindi relativo pagamento dello stipendio in valuta locale.

Una importante informazione è che l'azienda a Dubai non è la stessa azienda per la quale lavoro, nello specifico trattasi di uffici della capogruppo dove vi sono lavoratori di altre sister companies che in tale capogruppo, come la mia azienda, fanno parte.

Infine, quando lei dice Relativamente alla domanda se il punto a) distacco sia praticabile, io credo che si debba rispettare per l'Italia la normativa italiana, e quindi fare tutti i passaggi connessi alla 398/1987 , mi sta confermando che questa rimane una opzione in cui avrei, per farla breve, i contributi pagati in Italia e il salario taax free a Dubai, e rimarrei legato alla filiale italiana che dà mandato all'altra di assumermi con contratto locale, corretto?

Come posso proporre all'azienda, secondo lei, quando da lei appena accennato su tale legge supposto che non vi siano costi addizionali per l'azienda e che io rimanga un dipendente italiano anche se in tale situazione? Ha un nome tale formula?? Presumo non si parli di distacco in questo caso.

Grazie mille
 
Ultima modifica:

screttiu

Utente
Gentile Rodella,

scorrendo i precedenti post lei rispose così ad un utente in una situazione simile alla mia con un possibile distacco negli Emirati:

Egregio signor Piero,
se lei trasferisce realmente la residenza fiscale negli Emirati (quindi non solo iscriversi all'Aire), sarà tassato esclusivamente negli Emirati, secondo le regole locali. Tutto ciò lo dovrà comunque provare (intendo l'effettivo cambio di residenza); in caso contrario, qualora ritenesse di rimanere residente fiscale in Italia, qui dovrà pagare le imposte determinate secondo l'articolo 51 comma 8bis del Tuir, se si realizzano tutti gli estremi, (aspetto temporale, contratto continuativo ed esclusivo), in base alle retribuzioni convenzionali.
Con i migliori saluti.
Luigi Rodella


Mi conferma quindi che con il distacco e la residenza fiscale a Dubai (ed io non ho nessuna criticità nel fare ciò in quanto non ho nessun interesse in Italia) per un periodo di 2 o 3 anni, io pagherei le tasse (ovvero nulla) solo a Dubai? E che allo stesso tempo l'azienda versa i contributi?
Quale è la differenza tra distacco e la legge 398/1987?

La prego di farmi chiarezza perchè sto cercando di guidare il processo che come detto in precedenza verrà gestito da HR americano che probabilmente cercherà supporto a qualcuno in Italia.

Grazie
 
Ultima modifica:
Gentile Rodella,

scorrendo i precedenti post lei rispose così ad un utente in una situazione simile alla mia con un possibile distacco negli Emirati:

Egregio signor Piero,
se lei trasferisce realmente la residenza fiscale negli Emirati (quindi non solo iscriversi all'Aire), sarà tassato esclusivamente negli Emirati, secondo le regole locali. Tutto ciò lo dovrà comunque provare (intendo l'effettivo cambio di residenza); in caso contrario, qualora ritenesse di rimanere residente fiscale in Italia, qui dovrà pagare le imposte determinate secondo l'articolo 51 comma 8bis del Tuir, se si realizzano tutti gli estremi, (aspetto temporale, contratto continuativo ed esclusivo), in base alle retribuzioni convenzionali.
Con i migliori saluti.
Luigi Rodella


Mi conferma quindi che con il distacco e la residenza fiscale a Dubai (ed io non ho nessuna criticità nel fare ciò in quanto non ho nessun interesse in Italia) per un periodo di 2 o 3 anni, io pagherei le tasse (ovvero nulla) solo a Dubai? E che allo stesso tempo l'azienda versa i contributi?
Quale è la differenza tra distacco e la legge 398/1987?

La prego di farmi chiarezza perchè sto cercando di guidare il processo che come detto in precedenza verrà gestito da HR americano che probabilmente cercherà supporto a qualcuno in Italia.

Grazie
Vorrei rilevare che gli aspetti sollevati sono diversi; qui vorrei porre attenzione solo su quelli fiscale e quello previdenziale/contributivo.
Sul primo aspetto fiscale, come ben rilevato sul dibattito emerso, si può dire che se lei non è più residente fiscale in Italia, non dovrà più pagare le imposte in Italia, salvo per i redditi ivi prodotti. Questo aspetto prescide dal fatto che lei sia stato distaccato ovvero assunto dalla consociata in Dubai.
In merito all'aspetto previdenziale abbiamo esaminato tre soluzioni: la prima viene distaccato dall'azienda italiana all'azienda consociata a Dubai; questa procedura viene fatta in base alla legge 398/1987 (autorizzazione, retribuzioni convenzionali, ecc); La seconda soluzione prevede l'assunzione dalla società collegata a Dubai, la cessazione con il rapporto italiano e la società di Dubai tramite un mandatario versa i contributi previdenziali qui in Italia; anche questa soluzione è contemplata e disciplinata dalla legge 398/1987; l'ultima soluzione lei viene assunto da parte della società estera, e perde il "cordone ombelicale" con l'Italia. In questo ultimo caso non ci sono contributi, nè tasse ecc. Le prime due soluzioni hanno simili costi contributivi, salvo la seconda che ha maggiori costi gestionali.
E' un argomento molto complesso ed è un pò difficile contenerlo in in poche battute; in ogni caso questa è l'estrema sintesi.
Saluti.
Luigi Rodella
 

screttiu

Utente
Vorrei rilevare che gli aspetti sollevati sono diversi; qui vorrei porre attenzione solo su quelli fiscale e quello previdenziale/contributivo.
Sul primo aspetto fiscale, come ben rilevato sul dibattito emerso, si può dire che se lei non è più residente fiscale in Italia, non dovrà più pagare le imposte in Italia, salvo per i redditi ivi prodotti. Questo aspetto prescide dal fatto che lei sia stato distaccato ovvero assunto dalla consociata in Dubai.
In merito all'aspetto previdenziale abbiamo esaminato tre soluzioni: la prima viene distaccato dall'azienda italiana all'azienda consociata a Dubai; questa procedura viene fatta in base alla legge 398/1987 (autorizzazione, retribuzioni convenzionali, ecc); La seconda soluzione prevede l'assunzione dalla società collegata a Dubai, la cessazione con il rapporto italiano e la società di Dubai tramite un mandatario versa i contributi previdenziali qui in Italia; anche questa soluzione è contemplata e disciplinata dalla legge 398/1987; l'ultima soluzione lei viene assunto da parte della società estera, e perde il "cordone ombelicale" con l'Italia. In questo ultimo caso non ci sono contributi, nè tasse ecc. Le prime due soluzioni hanno simili costi contributivi, salvo la seconda che ha maggiori costi gestionali.
E' un argomento molto complesso ed è un pò difficile contenerlo in in poche battute; in ogni caso questa è l'estrema sintesi.
Saluti.
Luigi Rodella


Questa era la risposta che forse che cercavo.
Quindi dal punto di vista fiscale, ovvero le tasse che dovrò pagare, che sia distaccato o meno, mi permeterebbe di ricevere un salario sottosposto a tassazione locale , ovvero tax free, in quanto non sarei più residente fiscale in Italia in quel periodo , per la questione dei contributi previdenziali, escluderei l'opzione in cui stacco il cordone ombelicale con lit'alia e sinceramente rimango molto possibilitsta sulla prima ipotesi, ovvero che l'azienda italiana continui a pagare i contributi.

é corretto comunque dire che in questa situazione, il mio salario, ovvero il mio netto, con residenza fiscale in UAE e probabile distacco all'azienda UAE, sarà tax free e che l'azienda distaccante continuerà a pagare i contributi sulla base delle retribuzioni conenzionali e non quindi sul mio "vero"salario? e che allo stesso tempo il mio contratto con la distaccante rimane "attivo" e rimango a tutti gli effetti un dipendente dell'azienda italiana?

Cosa succederebbe se non fosse necessario il contratto locale e quindi la filiale italiana continuasse a pagarmi in Euro dall'Italia? In questo caso avrei la residenza fiscale in UAE, quali tasse pagherei?

Grazie
 
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