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Teleworking dall'Italia per una compagnia UK

Gentilissimo Sig Rodella,

La ringrazio per i Suoi utilissimi consigli.

Premetto che io e mia moglie pensiamo di trasferirci in Italia dopo diversi anni di lavoro e residenza a Londra (residenza ordinaria, iscritti all’A.I.R.E., possediamo una casa a Londra ed i nostri bimbi sono nati qui - Londra).

Il mio datore di lavoro UK mi ha offerto la possibilita’ di continuare a lavorare da remoto (telelavoro) mantenendo il contratto (a tempo indeterminato) inglese. Questa possibilita’ mi viene offerte purche’ io sia presente in azienda/ufficio a Londra per almeno N giorni al mese.

L’azienda per cui lavoro ha sede anche in Italia, ma il mio ruolo esiste solo in UK, per cui mi sarebbe mantenuto il contratto inglese.

Vorrei cercare di rendere il mio trasferimento in Italia quanto piu’ trasparente possibile all’azienda per cui lavoro, per cui vorrei cercare di mantenere la mia residenza fiscale nella mia casa di Londra, quindi continuare a pagare le tasse solo qui in UK.

So che in questi casi, non essendoci convenzioni specifiche per il telelavoro, vale il principio di territorialità.
La mia domanda e’, c’e’ qualche criterio che possa permettermi di mantenere la mia residenza (fiscale) in UK? Ad esempio, presenziare in ufficio per 91+ giorni all’anno o simili?

La Ringrazio Anticipatamente

Giuseppe
 
Gentilissimo Sig Rodella,

La ringrazio per i Suoi utilissimi consigli.

Premetto che io e mia moglie pensiamo di trasferirci in Italia dopo diversi anni di lavoro e residenza a Londra (residenza ordinaria, iscritti all’A.I.R.E., possediamo una casa a Londra ed i nostri bimbi sono nati qui - Londra).

Il mio datore di lavoro UK mi ha offerto la possibilita’ di continuare a lavorare da remoto (telelavoro) mantenendo il contratto (a tempo indeterminato) inglese. Questa possibilita’ mi viene offerte purche’ io sia presente in azienda/ufficio a Londra per almeno N giorni al mese.

L’azienda per cui lavoro ha sede anche in Italia, ma il mio ruolo esiste solo in UK, per cui mi sarebbe mantenuto il contratto inglese.

Vorrei cercare di rendere il mio trasferimento in Italia quanto piu’ trasparente possibile all’azienda per cui lavoro, per cui vorrei cercare di mantenere la mia residenza fiscale nella mia casa di Londra, quindi continuare a pagare le tasse solo qui in UK.

So che in questi casi, non essendoci convenzioni specifiche per il telelavoro, vale il principio di territorialità.
La mia domanda e’, c’e’ qualche criterio che possa permettermi di mantenere la mia residenza (fiscale) in UK? Ad esempio, presenziare in ufficio per 91+ giorni all’anno o simili?

La Ringrazio Anticipatamente

Giuseppe

Egregio Signor Giuseppe,

Per acquisire la residenza fiscale in Italia, deve avere il proprio centro di interessi, iscriversi nell'anagrafe del Comune italiano e dimorarvi per la maggior parte del periodo d'imposta.
Nell'ipotesi contraria, lei continuerà ad essere residente fiscale in i U.K. e dovrà pagare le tasse prodotte all'estero.
Non mi pare che il telelavoro sia disciplinato dalla Convenzione, per cui ritengo si debba applicare la regola generale sulla territorialità che prevede per i non residenti in Italia di pagare le tasse sul reddito ivi prodotto. Ritengo inoltre che si potrebbe applicare l'articolo 15 della Convenzione, che prevede la tassazione esclusiva in U.K. se si perfezionano tutti i requisiti previsti dalla Convenzione (Rimanere in Italia per un periodo non superiore a 183 gg. considerando qualsiasi anno fiscale (perchè gli anni fiscali riferiti alle due Nazioni hanno decorrenze diverse), le retribuzioni siano corrisposte da datore non residente in Italia, nè in Italia ha sede ecc.).
Forse questa potrebbe essere l'unica possibilità per evitare la duplice imposizione e di non dover pagare le tasse in Italia.
Con i migliori saluti.
Luigi Rodella
 
Buongiorno Sig. Rodella,

La ringrazio per la sua risposta.

Mi occorre una precisazione sulla prima parte riportata di seguito.

Per acquisire la residenza fiscale in Italia, deve avere il proprio centro di interessi, iscriversi nell'anagrafe del Comune italiano e dimorarvi per la maggior parte del periodo d'imposta.
Devono essere soddisfatte tutte le 3 condizioni di cui sopra per acquisire la residenza fiscale in Italia?

Mi spiego meglio:

1) La condizione circa il "centro di interessi" sarebbe soddisfatta in quanto mia moglie ed i miei figli risiederebbero in Italia.
2) Iscrizione all'anagrafe del comune italiano: questa condizione potrebbe non essere soddisfatta se io continuo ad essere iscritto all'A.I.R.E. e presenziare in U.K. per piu' di 91 giorni
3) condizione soddisfatta.

Nel caso citato sopra (condizione 2 non soddisfatta) rimarrei non residente fiscalmente in Italia (quindi solo in U.K.)?

Potrebbe darmi un riferimento legislativo sui 3 punti sopra?

La ringrazio ancora.

Buona giornata
Giuseppe
 
Buongiorno Sig. Rodella,

La ringrazio per la sua risposta.

Mi occorre una precisazione sulla prima parte riportata di seguito.



Devono essere soddisfatte tutte le 3 condizioni di cui sopra per acquisire la residenza fiscale in Italia?

Mi spiego meglio:

1) La condizione circa il "centro di interessi" sarebbe soddisfatta in quanto mia moglie ed i miei figli risiederebbero in Italia.
2) Iscrizione all'anagrafe del comune italiano: questa condizione potrebbe non essere soddisfatta se io continuo ad essere iscritto all'A.I.R.E. e presenziare in U.K. per piu' di 91 giorni
3) condizione soddisfatta.

Nel caso citato sopra (condizione 2 non soddisfatta) rimarrei non residente fiscalmente in Italia (quindi solo in U.K.)?

Potrebbe darmi un riferimento legislativo sui 3 punti sopra?

La ringrazio ancora.

Buona giornata
Giuseppe
Egregio Signore,
se lei continua ad essere iscritto all'Aire, significa che non è residente in Italia, per cui viene meno uno dei requisiti per essere considerati residenti fiscali.
In merito alla documentazione, dovrebbe esaminare gli articoli 1,2,3,51 (comma 8 bis), 165, del Tuir.
Qui sul blog di Fisco & Tasse ci sono molti articoli che trattano questo argomento, alcuni sulla residenza, sono stati redatti dal sottoscritto. Sul n. 29 della Rivista Diritto & Pratica del lavoro - IPSOA - ho pubblicato un articolo che affronta in modo completo l'argomento sulla fiscalità estera; ci sono tra l'altro molti riferimenti normativi e giurisprudenziali.
Con i migliori saluti.
Luigi Rodella
 
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