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studio non congruo

M

marc

Ospite
Buondi', mi occupo della gestione completa di una srl. Ho compilato lo studio di settore e non risultiamo ne' congrui, ne' coerenti, nonostante la veridicita' dei dati esposti. Così x gioco ho provato a manipolare i dati, pur mantenendo il totale generale dei medesimo, e ad es. spostando un certo importo dal rigo costi per il personale al rigo altri costi, avviene che diveniamo impeccabilmente congrui e coerenti, cosa da non fare nella realta' visto che con il 770 il controllo poi e' relativamente semplice.. Per inciso vale la pena di osservare che chi si avvale massicciamente di personale, oltre a venire mazzuolato ai fini irap, pure viene massacrato rispetto agli sds, alla faccia della lotta alla disoccupazione...
Alle corde, avrei piacere di capire quanto piu' possibile cosa avviene realmente in caso di non coerenza e non congruita' - probabilmente pure in questo anno sforiamo..- , ovvero ho notizia di contradditori con funzionari dal cuore di pietra che non si smuovono dai dati del sds, ma anche di aziende che da qualche anno non risultano ne' congrue ne' coerenti, e se ne fanno un baffo, nel senso che mai nessuno li ha chiamati. Insomma mi piacerebbe sentire qualche Vs. esperienza concreta, e ottenere qualche buon consiglio. Grazie.
 
quale attività è.. quella si avvale massicciamente di personale e non produce ricavi.
 
Caro Marc,

la questione sugli studi di settore non è semplice, ma pur a costo di essere criticato su questo forum ti dirò come la penso.
L’idea degli studi di settore sarebbe fondamentalmente buona se a supportare i dati di ricavo vi fossero dei controlli oggettivi, ma fatti a monte, tipo sui vari consumi energetici, acquisto di materie prime, giacenze a magazzino: sfortunatamente questi controlli richiedono personale ed il personale guarda caso è merce rara anche per l’Agenzia delle Entrate; non a caso al punto n°9 della relazione sulla gestione dell’Agenzia delle Entrate del c.a. quando si parla di “Dinamica delle assegnazioni” il significato è chiarissimo, ovvero per la lotta all’evasione fiscale non vi sono soldi a sufficienza.
Detto questo l’applicazione degli studi di settore è invece avvenuta “per forza di cose” presumendo i ricavi di ogni soggetto fiscale su base puramente statistica, senza ricorrere a costose verifiche dati, ovvero fissando virtualmente un ricavo puntuale come valore economico di riferimento al quale poi ogni soggetto con un particolare codice attività deve “adeguarsi” con un corrispondente livello di tassazione, indipendentemente dal suo reale fatturato.
Il giochetto di questi studi di settore è dunque questo, per ogni codice attività si fissa un ricavo puntuale abbastanza elevato, contrapponendo ad esso la possibilità di un contraddittorio, e così si costringe ogni soggetto fiscale ad adeguarsi pagando un surplus di tasse calcolato giocando molto sui beni strumentali e sul personale di cui dispone, in caso contrario il risultato è una non conguità e/o non coerenza.
Non escludo che in presenza di numerosi casi di non conguità e/o non coerenza la GdF non riesca a portare avanti tutti i controlli, ma chi può prevedere ciò senza dati alla mano?
 
a costo di esser criticato pure io, secondo me gli studi di settore sono una gran strnzt e fuori dalla realtà, infatti c'è già qualche sentenza che dice che da soli nn bastano..
è ora di finirla con accertamenti a tavolino siffatti e si proceda con cose più serie..
se volessero, una ditta artigiana con 15 fatture annue la accertano in una settimana per 5 annualità..
 
x info. E' quella dell'editoria:produce pochi ricavi e richiede un mare di collaboratori.
 
ci sono studi di settore i cui ricavi puntuali sono molto bassi
In quei casi lo studio di settore si rileva un arma a doppio taglio.
Ritengo che se per la tua attività identifichi quali sono le voci che incidono nel calcolo del ricavo puntuale e le ottimizzi puoi diventare congruo e cooerente senza troppi problemi.
Un attività con massiccia manodopera che produce ricavi al di sotto dello studio di settore se l'analizzi in dettaglio la si può ottimizzare.
 
Proprio ieri stavo discutendo col GdF che mi ha fatto visita proprio per un controllo sugli SdS 2003 di un mio cliente (congruo e coerente) sull'efficacia degli Studi.
Secondo me quando per un settore in crisi come il calzaturiero, si alzano i livelli di ricavi stimati e si ampliano le domande per i dati extra contabili (eLEMENTI SPECIFICI DELL'ATTIVITà) A 86 domande, da una parte si rendono completamente non credibili i dati che escono dal calcolo degli Studi, dall'altro si rende impossibile una verifica seria da parte degli organi accertatori sui dati inseriti negli Studi (come si fa a controllare, oltre a tutto il resto anche 86 domande sugli elementi caratteristici dell'attività?)
 
…….bé non scandalizziamoci troppo….da voci di corridoio ho sentito dire che il “creativo” sta preparando mini studi di (settore) famiglia per risalire alle spese in nero di ogni contribuente….affitti, spese dentistiche, idraulico, lavori edili, meccanico auto, etc. etc…..ne vedremo di belle….ragazzi miei!!!
 
Signori qui stiamo facendo solo dei commenti. Temo che la poverta' del dibattito sia peraltro da attribuire al fatto che realisticamente nessuno sa che pesci pigliare realmente sull'argomento. E' drammatico per tutti!
 
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