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Rischi Legali e Fiscali nei Trasferimenti di Titoli

starpower

Utente
Mi trovo ad affrontare una situazione delicata, poiché un parente di terzo grado, anziano e in cattive condizioni di salute, ha designato me come suo unico punto di riferimento, non avendo altri parenti a cui fare affidamento. Attualmente sto prendendomi cura dei suoi ultimi anni con la massima dedizione.

In passato, ha fatto di me la sua unica erede depositando il suo testamento presso un notaio. Il patrimonio di questo parente consiste in due depositi titoli presso due banche diverse nella sua città, che è notevolmente distante dalla mia residenza. All'interno di questi depositi sono presenti titoli di vario genere, tra cui titoli di stato, azioni, obbligazioni e fondi comuni di investimento. Per garantire una gestione ottimale di questo patrimonio, desidero incorporare già da ora questi titoli nel mio patrimonio, sia vendendoli che trasferendoli. È importante sottolineare che ho già assunto la responsabilità della gestione del suo patrimonio da diverso tempo. In una delle banche, il titolare stesso ha ceduto a me l'accesso al servizio di home banking, permettendomi di utilizzare i suoi fondi per provvedere alle sue necessità. Nell'altra banca, il deposito e il conto corrente sono intestati sia a me che a lui.

Mi sorge una domanda di rilevanza legale: al momento della successione, potrebbe sussistere il rischio che tali trasferimenti o vendite possano essere considerati come donazioni? È importante notare che non esiste nessun altro che possa rivendicare questi beni, si tratta esclusivamente di una decisione presa d'ufficio. Qualora questi trasferimenti o vendite venissero interpretati come donazioni, vorrei comprendere le conseguenze fiscali. Oltre alle tasse di successione, dovrei affrontare anche eventuali sanzioni? In tal caso, mi interesserebbe conoscere l'entità di tali sanzioni.
 
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