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Omessa dichiarazione Tari (Accertamento d'Ufficio)

Francus

Utente
Salve a tutti.

Il comune nel quale risiedo -che si avvale di una ditta esterna per la riscossione dei tributi- ha inviato a raffica, a svariati cittadini, l'ultima quindicina di marzo, degli "Accertamenti d'Ufficio con valore esecutivo per omessa presentazione della denuncia TARI per adeguamento superficie tassabile ai sensi dell'art. 1 co. 340 della legge 311/2004".

In base a questi accertamenti ha richiesto per gli anni dal 2015 al 2018 il pagamento delle somme non riscosse (superficie catastale x tariffa al mq x 1,04 considerando il tributo TEFA) con una sanzione pari al 100% oltre agli interessi.

Premesso che per tutti i casi che mi sono capitati si tratta di immobili posseduti da oltre trent'anni per i quali è stata a suo tempo effettuata la dichiarazione ICI, per i quali viene pagata l'IMU e che per il calcolo della tassa sui rifiuti inizialmente si utilizzavano le superfici rilevate direttamente dai tecnici comunali, vorrei porre alcune domande:

- Può essere richiesto ad oggi il pagamento per l'anno 2015? (il dipendente mi dice candidamente che per l'omessa dichiarazione TARI la prescrizione è di 6 anni adducendo inoltre la scusante che la dichiarazione scade il 30 giugno dell'anno in corso);

- E' facoltà del Comune, in questa fattispecie, scegliere se procedere con l'applicazione dell'Accertamento per omesso pagamento (con sanzione del 30% come da regolamento comunale) o di quello per omessa dichiarazione (con sanzione del 100% con un minimo di 51,65 €?

- Dato che per un caso tra quelli di sopra sottopostimi qualche giorno fa, l'anno scorso ho consigliato al cliente di effettuare il ravvedimento operoso per la TARI per gli anni dal 2016 al 2020 e di mettersi in regola con il 2021 oltre a comunicare al Comune tale operazione e dato che il cliente ha, nonostante ciò, ugualmente ricevuto il suddetto accertamento, il pagamento non costituisce già una sorta di dichiarazione? (infatti il solito dipendente afferma che la dichiarazione è comunque necessaria oltre ad esigere l'importo per il 2015). E può essere denunciato Il Comune per omissione di atti d'ufficio (non aver preso in carico la comunicazione ed il relativo pagamento regolarmente effettuato all'ufficio postale come da quietanza ottenuta) e per atteggiamento vessatorio?

Tengo a precisare che per tutti i casi che mi sono stati presentati non è mai avvenuto un "adeguamento della superficie tassabile ai sensi dell'art. 1 co. 340 della legge 311/2004", ma si è trattato esclusivamente di un omesso pagamento.

Grazie mille per la lettura e le eventuali risposte.
 

STUDIOCEL

Utente
I comuni...comma 340...modificano (non accertano) d'ufficio e comunicano la modifica..
...secondo me non possono trattarlo come un accertamento di omessa dichiarazione...
 
Ultima modifica:

Rocco

Utente
Senza entrare nel merito dell'accertamento ricevuto, vorrei solo evidenziare che se il contribuente non è venuto a conoscenza della nuova superficie imponibile, che il comune aveva l'obbligo di comunicare, l'atto è illegittimo per violazione dell'art. 6 L. 212/2000. Bisognerebbe partire da qui a mio avviso.
Saluti.
 

STUDIOCEL

Utente
Diciamo che non è omissione di dichiarazione...il 2015 se consideriamo omesso pagamento è comunque prescritto, e per il 2016< ha già pagato con ravvedimento...
 

Francus

Utente
Signori, grazie mille per le risposte.
Tra l'altro, (a parte che la dichiarazione ai fini TARSU non è mai stata effettuata dalla stragrande maggioranza dei cittadini del mio Comune che si sono sempre basati sui controlli effettuati dai tecnici comunali e poi sull'adeguamento alla superficie catastale) non c'è mai stato un cambio di superficie anche perché gli utenti di cui sopra non hanno mai pagato la tassa sui rifiuti (tranne quello che ha effettuato il ravvedimento) e la superficie che il comune considera per l'accertamento è quella catastale (ed è proprio su quella superficie che quello che ha effettuato il ravvedimento ha fatto il calcolo del medesimo).
Ma tant'é...
 

STUDIOCEL

Utente
Cambia la storia se non hanno mai fatto dichiarazione al comune per Tarsu o tari o quello che era...
Se hanno sempre evaso giusto l'accertamento...
 

Rocco

Utente
Ha ragione STUDIOCEL.
In tal caso la storia cambia e l'accertamento d'ufficio sarebbe legittimo.
L'obbligo di dichiarazione è previsto dalla legge.
Saluti.
 

Francus

Utente
Gli accertamenti:
- si riferiscono ad oltre i 5 anni (partono dal 2015). Possono richiedere il 2015? (vedasi ad esempio sentenza n. 4283 del 2010 della Cassazione, con cui i tributi locali sono stati ricondotti alla sfera delle “prestazioni periodiche” e, come tali, sono stati assoggettati alla prescrizione quinquennale e legge finanziaria per l’anno 2007, L. 296 del 27 Dicembre del 2006, all’art. 1, comma 161 nella quale tra l'altro si legge che Gli avvisi di accertamento in rettifica o d’ufficio devono essere notificati a pena di decadenza entro il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello in cui la dichiarazione o il versamento sono stati o avrebbero dovuto essere effettuati);
-
tutti gli utenti con i quali ho avuto a che fare hanno l'immobile interessato nel centro storico del Comune dal oltre trent'anni e circa una trentina di anni fa hanno ricevuto la visita dei tecnici incaricati dal Comune per rilevare la superficie da sottoporre a imposta. Tale controllo costituisce di fatto una dichiarazione TARSU, TARI o quello che era?
- per quanto riguarda l'utente che ha effettuato il ravvedimento operoso e l'ha comunicato, la comunicazione costituisce una sorta di dichiarazione TARI?
- considerato che oggetto dell'accertamento è "omessa presentazione della denuncia TARI per adeguamento superficie tassabile" e che lo stesso utente ha pagato per gli anni 2014 e 2015 la TASI sul locale pertinenziale alla prima casa, il Comune non aveva quindi i dati relativi all'immobile i quali non sono mai cambiati da quando oltre trentacinque anni fa la proprietaria ne è venuta in possesso?
 
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