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Lavoro a Dubai per una azienda locale (di Dubai)

Buongiorno,
mi stanno facendo una offerta di lavoro a Dubai per una azienda di consulenza che ha sede li e opera li. (Non multinazionale italiana).
Attualmente ho una partita iva che eventualmente chiaramente chiuderei.
Ho una casa di proprietà in Italia (prima casa) e una casa acquistata in Italia come nuda proprietà (quindi dentro c'è la nuda proprietaria).
Questo quadro generale per chiedere cortesemente:
il salario percepito a Dubai (li è a tassazione zero), è tassato in Italia? Dovrei dichiararlo?
Sto parlando di un cosa ove per la maggior parte dell'anno vivrei li e avrei il permesso per farlo.
Grazie
 
secondo me se modifichi la tua residenza e la trasferisci a dubai dovrai solo dichiarare il reddito degli immobili situati in Italia.
convengo con te che a causa del forte caldo lascerai dentro la proprietaria nuda, ma lo farai anche quest'inverno?
ciao
 

Rocco

Utente
Tieni presente che la questione da te proposta è di quelle che vanno approfondite bene e che richiederebbero una consulenza ad hoc.
Premesso questo, cercherò di dirti brevemente che andresti a lavorare in un Paese considerato "black list" dal fisco italiano. Anche se cambi residenza iscrivendoti all'AIRE, l'art. 2 c. 2-bis del TUIR ti considererà comunque residente in Italia, salvo prova contraria. Sul concetto di "prova contraria" dovrei dilungarmi un po' ma non penso che sia questa la sede adatta. Di conseguenza l'essere considerato residente in Italia, in assenza di prova contraria, comporterà la tassazione in Italia di tutti i redditi conseguiti, ivi compreso il reddito da lavoro dipendente.
Ciao.
 
concordo con quanto scritto da Rocco, che saluto, aggiungendo che nel caso di specie la prova contraria non dovrebbe essere difficilmente dimostrabile atteso che il soggetto svolgerebbe effettivamente la propria attività avendo un contratto di lavoro e ritengo che vi saranno anche utenze pagate nel paese straniero, ipotesi che secondo me, sono idonee a dimostrare la non elusività del trasferimento della residenza.
ciao
 

Rocco

Utente
concordo con quanto scritto da Rocco, che saluto, aggiungendo che nel caso di specie la prova contraria non dovrebbe essere difficilmente dimostrabile atteso che il soggetto svolgerebbe effettivamente la propria attività avendo un contratto di lavoro e ritengo che vi saranno anche utenze pagate nel paese straniero, ipotesi che secondo me, sono idonee a dimostrare la non elusività del trasferimento della residenza.
ciao
Ciao Giuseppe.
Tali elementi di prova potrebbero non essere sufficienti: secondo il pensiero dell'Ade (Circ. n. 140/E del 24/06/1999) il contribuente, per superare la presunzione di residenza, deve dimostrare "la perdita di ogni significativo collegamento con lo Stato italiano" e, al tempo stesso, la "reale e duratura localizzazione nel Paese fiscalmente privilegiato".
Tra i mezzi di prova che a titolo esemplificativo il contribuente può fornire, sempre secondo tale Circolare, per superare la presunzione di ressidenza (fittizia) figurano altresi:
- dimora abituale in tale Paese non solo del contribuente ma anche del suo eventuale nucleo familiare;
- movimentazione a qualsiasi titolo di somme di denaro o di altre attività finanziarie in tale Paese;
- l'assenza di unità immobiliari tenute a disposizione in Italia;
- la mancanza in Italia di significativi legami e rapporti di carattere economico, familiare, politico, sociale, culturale e ricreativo.
Ciao.
 

Marco74

Utente
ma non vale la regola dei 183 giorni?

RESIDENZA FISCALE = L’art.2 del TUIR dice recita : “ Ai fini delle imposte sui redditi, si considerano residenti le persone che per la maggior parte del periodo d’imposta sono iscritte alle anagrafi della popolazione residente o hanno nel territorio dello stat o il domicilio o la residenza ai sensi del codice civile”

Quindi la definizione di “maggior parte del periodo d’imposta” e’ spiegata come segue: <<affinche’ si possa parlare di residenza fiscale sia l’iscrizione all’anagrafe e il domicilio civili devono sussistere per piu’ della meta’ del periodo di imposta, inteso come anno solare” (183 / 184 gg)

vedi circolare ministeriale 2.12.1997 -No. 304/E.

quindi se una persona rimane, in questo caso a DUBAI, per oltre 184 gg, NON dovrebbe essere considerata residente fiscale in Italia, a prescindere se abbia in Italia, famiglia e/o case.
 

Rocco

Utente
Forse dimentichi che Dubai (E.A.U.) è considerato paradiso fiscale per cui vale quanto indicato dal c. 2-bis dell'art. 2 del TUIR. La circolare da te citata è stata emanata prima che fosse aggiunto il c. 2-bis all'art. 2 del TUIR da parte del D.L. 223/2006, se non ricordo male.
Ciao.
 

Marco74

Utente
Grazie per la dritta!!

il c2 bis recita : "((2-bis. Si considerano altresi' residenti, salvo prova contraria,
i cittadini italiani cancellati dalle anagrafi della popolazione residente e trasferiti in Stati o territori diversi da quelli individuati con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da pubblicare nella Gazzetta Ufficiale)).

quindi, rimane da fornire la prova contraria: cosa devo dimostrare?

il mio caso:

- vivo a Dubai (iscritto AIRE da 7 anni)
- lavoro per una socita' di Dubai (regolare contratto registrato per il ministero del lavoro per ottenere la residenza)
- rimango negli UAE ben oltre i 184 gg
- lo stipendio viene versato in una banca negli UAE.
- rientro in Italia ogni 3-4 mesi per 10-15 gg. max.
- ho un contratto di affitto dove vivo
- ho un auto con contratto di affitto annuale (conviene)

mia moglie straniera fino a Marzo 2010 (poi e' diventata cittadina italiana) viveva con me assieme a nostro figlio nato a Dubai. ed e' andato all'asilo nido e asilo a DUbai.
Poi nel 2011 abbiamo deciso di far fare l'ultmo anno di asilo di nostro figlio in Italia per apprendere meglio la lingua italiana.
quindi a giugno 2011 si e' trasferita in Italia e ha ottenuto la residenza e ed e' stata cancellata dall'AIRE (residenza italiana con accertamento dell'ufficiale effettuato il 13 Luglio)
poi nel 2012 abbiamo deciso di acquistare una nuova casa (in costruzione) come investimento su cui mettere i nostri risparmi, la quale sara' intestata a lei, e siamo in regime di separazione dei beni.

Poi a Dicembre 2012 mia moglie e mio figlio hanno fatto richiesta per iscrizione AIRE in quanto ritorneranno a vivere a DUBAI.
mia moglie attualmente rimarra' ancora in Italia massimo fino a fine Febbraio, per espletare il completamento della casa, il rogito (che sara' effettuato come prima casa per residenti estero) e il cambio dei conti correnti per non residenti.
mio figlio da Marzo iniziera' l'asilo a Dubai.

in Italia ho:
- ho un mio conto corrente per residenti estero intestato a me (e ogni tanto trasferisco i miei risparmi - ma mia moglie non attinge)
- ho una casa di mia proprieta' in cui vivono mia moglie e mio figlio (5 anni)
- utenze intestate a mia moglie la quale ha un conto corrente a lei intestato con suoi risparmi portati da Dubai e con cui paghera' la casa) - SOLDI TRASFERITI PER MEZZO DI BONIFICI BANCARI DA DUBAI a ITALIA e dichiarati con modulo RW.
- mia moglie non lavora, ma avendo suoi risparmi non e' a mio carico.
- sposato in regime di separazione dei beni


Secondo te sono ancora RESIDENTE FISCALE IN ITALIA?
come mi devo comportare per l'anno 2012? devo pagare tasse? calcolate come?
la residenza di mia moglie e' stata accertata il 13 Luglio, quindi e' risultata NON RESIDENTE per oltre 184 gg.

cosa ne pensi del mio caso?
ciao!!
 
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