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La relazione con il fisco italiano domani

cpe

Utente
Riferimento: La relazione con il fisco italiano domani

Rispondo alla domanda 2

Un tavolo permanente Fisco-ordini professionali. Raccolta delle problematiche dagli studi, e proposte di soluzione da parte degli ordini al Ministero.

Norme ed istruzioni con anticipo sui tempi

Verifica preventiva tramite gli ordini su come realizzare i progetti del ministero.
 

Gio.

Utente
Riferimento: La relazione con il fisco italiano domani

Vorrei dare in "pasto" ad eventuali scambi di opinioni, alcuni dati interessanti legati ad uno studio efettuato, avuti in un convegno "Novita' su accertamento e tributi", intanto si rileva che gli operatori maggiormente colpiti percentualmente dall’imposizione sono coloro che si trovavano in difficoltà: la stretta sulla deducibilità degli interessi passivi interessava/interessa principalmente chi era alle prese con crisi aziendali o aveva rapporti di fornitura con la pubblica amministrazione. L’effetto negativo degli elevati oneri finanziari si riversava anche sull’IRAP, che già penalizza le realtà con elevati costi per il personale dipendente.
Lasciato l’argomento prettamente fiscale è parso opportuno occuparsi, nel 2009, della possibilità di conservare sostitutivamente in forma elettronica gli archivi cartacei delle aziende e dei professionisti in quanto la possibilità di eliminare la carta è particolarmente sentita dagli operatori economici. Il risultato dello studio ha evidenziato che il 65% dei soggetti coinvolti era interessato alla conservazione elettronica, ma solo il 12% la utilizzava. In estrema sintesi gli ostacoli al passaggio erano legati alla normativa civilistica, fiscale e tecnica di non facile assimilazione, e di natura, diciamo così, sociologica, in quanto i soggetti coinvolti nella valutazione dell’opportunità del passaggio alla conservazione elettronica (responsabili amministrativi, commercialisti, sindaci) avevano un’età compresa tra i 45 e 60 anni e, pertanto, avevano maggiori difficoltà nella valutazione e nella soluzione delle problematiche ad alto profilo informatico.
L'analisi, si sposta sui piu'importanti tributi locali, vale a dire: Irap, Ici, Tarsu/Tia (tassa/tariffa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani), Tosap/Cosap (tassa/canone per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche) e Icp/Dpa (pubblicità).
Mentre per l’IRAP si può affermare che essa è, almeno in parte, influenzata dai valori di bilancio, per quanto riguarda i tributi comunali considerati, questi sono dovuti per l’insorgenza del “fatto” generatore del debito tributario (es. la proprietà di un capannone comporta l’assolvimento dell’ICI, l’occupazione o la detenzione di un locale o di un’area scoperta costituisce presupposto per la tassa rifiuti), indipendentemente dal conseguimento o meno di un utile d’esercizio da parte dell’impresa.
Passando all’esame dei risultati ottenuti dall’elaborazione dei dati di bilancio del campione, si osserva che le imposte locali incidono mediamente nel triennio 2007/2009 in misura pari al 15,88% dell’utile ante imposte derivante dal bilancio di esercizio con la seguente composizione:
Irap 14,74%
ICI 0,77%
Tarsu 0,28%
Tosap-Cosap 0,01%
Pubblic. 0,09%
Tot.Imp. locali 15,88%

Significativa appare l’incidenza media, nel triennio 2007-2009, dei diversi tributi presi in esame sulla pressione fiscale locale:
l’Irap incide per il 92,75%;
l’Ici per il 4,89%;
la Tarsu /Tia per l’ 1,74%;
la Tosap / Cosap per lo 0,07%;
l’Icp/Dpa per lo 0,56%.

Nell’anno 2008 l’IRAP si riduce rispetto al 2007. Per contro, nell’anno 2009 – anno in cui l’utile ante imposte è fortemente diminuito rispetto al 2008 e comunque inferiore anche a quello del 2007- l’IRAP è, invece, aumentata di una percentuale del 7,31% rispetto all’IRAP del 2008.
L’andamento dell’IRAP in controtendenza rispetto a quello dell’utile ante imposte, trova spiegazione, come più sopra accennato nella particolarità della sua “base imponibile”: spese per il personale dipendente, interessi passivi, perdite su crediti sono componenti negativi di reddito che non essendo deducibili ai fini IRAP, vanno a formare l’imponibile cui applicare l’aliquota IRAP, pari oggi al 3,9%, determinandone di fatto un innalzamento, se rapportata all’utile ante imposte, anche di oltre quattro volte.
Tale effetto risulta ancora più evidente dall’esame dei dati del campione di quattro imprese in perdita: nel 2008 a fronte di una perdita ante imposte totale di 4.580.338 euro è dovuta un’IRAP di 105.691 euro, mentre nel 2009, a fronte di una perdita ante imposte di 3.480.762, è dovuta un’IRAP di 124.025 euro.
L’Imposta Comunale sugli Immobili, pur rilevando un’invarianza delle aliquote nel triennio, risulta essere diminuita percentualmente sia nel 2008 che nel 2009.
La tassa per lo smaltimento rifiuti risulta essere aumentata nei due anni successivi al 2007: nel 2008 l’aumento si attesta all’8,03% e nel 2009 in misura pari al 3,13%.
In conclusione, l’aumento evidenziato dal campione è soltanto parzialmente in linea con quanto disposto dai principali comuni che hanno comunicato di aver mantenuto invariate le tariffe.
Siccome diversi comuni hanno affermato che vi saranno aumenti delle tariffe a partire dall’anno 2010, si presume che l’aumento già riscontrato dai dati del campione, si consoliderà ulteriormente.
Vista la scarsa rilevanza degli importi non entrerei nella valutazione degli andamenti della TOSAP e della tassa di pubblicità.
Quello che resta l’aspetto cruciale della fiscalità locale per le imprese è l’IRAP: nonostante da tempo se ne invochi l’abrogazione o almeno una sua modifica importante (quale il riconoscimento delle spese per il personale dipendente come componente negativo), con l’attuale situazione delle entrate statali diventa veramente difficile ipotizzare nel breve, provvedimenti legislativi che vadano a ridurre o addirittura eliminare il gettito IRAP.
Una modifica che potrebbe avere maggiori probabilità di applicazione sarebbe quella di consentire la deduzione dell’IRAP nel calcolo della base imponibile delle imposte dirette.
Dai dati sia provinciali sia nazionali viene la conferma di questa poco confortante situazione : da una parte una pressione fiscale molto elevata ed una legislazione fiscale oltremodo complessa, dall’altra un livello di evasione non più tollerabile.
Abbiamo di fronte il nuovo scenario del federalismo fiscale. Senza entrare su valutazioni in merito al federalismo fiscale. Da operatore del settore mi auguro solo che le regole di funzionamento siano semplici, e non vengano (come si teme da più parti) a complicare ulteriormente l’attuale sistema fiscale: solo se un sistema fiscale è chiaro può essere compreso e approvato dai contribuenti; in caso contrario, occorrerà mettere in conto errori commessi in buona fede dai contribuenti stessi e dai loro consulenti, con tutte le conseguenze sul contenzioso.:sun:
 

Marco_56

Utente
Riferimento: La relazione con il fisco italiano domani

Io non so su che pianeta vivono quelli dello studio che dice Jo, forse sono io che vivo in un altro pianeta, ma quello che riporta non corrisponde alla mia esperienza quotidiana.
Già non mi ci ritrovo sull'afferamzione che i più tartassati sono quelli in difficoltà: se guardo i clienti dello studio, i più tartassati sono quelli che vanno bene e che fatturano. Poi questa storia dell'indeducibilità parziale degli interessi passivi non l'ho vista nemmeno una volta: i miei clienti in difficoltà si indebitano a livello personale, quindi gli interessi passivi non entrano nel conto economico, e la storia del 30% del ROL è stratosferica. E comunque, sul quadro "N" l'IRPEF è in calo (fosse vero quello che dice lo studio l'IRPEF sarebbe in aumento), e lo è per la riduzione del fatturato, non per altri motivi.
Non ce l'ho con te, Jo, ma forse lo studio si concentra su una dimensione aziendale che non è quella prevalente nella mia realtà.
Tutto questo accanimento sull'IRAP, però, lo trovo è sospetto.
Non che io sia un tifoso dell'IRAP, ma vorrei sapere dove sono finiti quelli che strillavano all' "imposta rapina". Risposta: al governo. E questo la dice lunga.
E vorrei anche capire se i detrattori dell'IRAP vogliono un ritorno della "tassa salute" e del buon vecchio quadro "V", prima che diventasse quello delle addizionali), oppure, per finanziare la sanità, pensano ad un aumento delle aliquote IRPEF, che mi sembrano già ad un livello che rasenta la follia.
Capisco molto di più lo sfogo di Drackey, bisognerebbe che i politici applicassero lo slogan "sprecare meno (noi) per pagare meno (tutti)".
Ma ve li vedete?
Fantascenza!
 
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