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La relazione con il fisco italiano domani

Luigia

Amministratore
• Che cosa vi aspettate dal Fisco italiano e perché?
• Come si può migliorare il servizio reso dal Fisco? come possono le autorità assumere una posizione di reale supporto al contribuente e non di detective pronti a smascherare e punire?
 

Gio.

Utente
Riferimento: La relazione con il fisco italiano domani

• Che cosa vi aspettate dal Fisco italiano e perché?
• Come si può migliorare il servizio reso dal Fisco? come possono le autorità assumere una posizione di reale supporto al contribuente e non di detective pronti a smascherare e punire?
Intanto evidenzio in modo positivo il riferimento come argomento del forum, da lasciarsi tranquillamente in quanto si possono aprire spunti di opinioni e vedute da valutare attentamente e da monitorare.-
Come azienda possiamo dire con piena tranquillita' che negli anni di passi ne sono seguiti con piena collaborazione e sinergia tra il Fisco e le aziende stesse, tramite protocolli d'intesa e incontri organizzati da Confindustria volti a migliorare la qualita' del lavoro ed i rapporti tra le parti,dove si nota la preparazione dei funzionari dell'ade.-
Secondo aspetto che rilevo personalmente e' cmq direttamente proporzionale e legato alla persona che hai di fronte nel momento di colloquio o legato alla problematica che si presenta,posso cmq sostenere un certo comportamento molto + collaborativo e monitorato alla miglioria del lavoro prima che punitivo e sanzionatorio del fisco stesso.-
Il modo per incentivare una sorta di collaborazione volta al supporto lavorativo aziendale e non alla fase sanzionatoria e senz'altro quello di istituire e potenziare una attivita' di consulenza fisco&azienda (si intravede una volonta totale a 360° in questo senso?ordini commercialisti e ragionieri compresi?:confused:)all'interno deggli uffici territoriali,qui mi sento di dire che siamo ancora lontani, il risultato migliore sarebbe quello di monitorare contribuente-azienda tramite un azione preventiva sul lavoro svolto onde evitare la piena bagarre di contenziosi e commissioni tributarie, con lo scopo finale di tirare un sospiro di sollievo tra le parti,non penso sia di difficile attuazione, non sicuramente impossibile!
Da notare il passo di consulenza e predisposizione dell'Unico P.F. da parte degli uffici finanziari con risultati eccellenti.-
Un saluto ed una buona serata!:sun:
 
Ultima modifica:

RICK48

Utente
Riferimento: La relazione con il fisco italiano domani

Quello che ci aspettiamo è ovvio: un fisco equo e semplice.
Come si può migliorare: una cosa su tutti non chiedere ai contribuenti dati di cui la Pubblica Amministrazione è in possesso.
 

Nicoletta

Utente
Riferimento: La relazione con il fisco italiano domani

Concordo con la sintesi di Rick: equità e semplicità.
Un Fisco equo significa, a mio parere, che il contribuente non deve sentirsi "vessato" dal prelievo fiscale che accanto a quello previdenziale spesso supera il 50% del proprio reddito; significa non trovarsi nelle situazioni di dover pagare a caro prezzo il ritardo, per un pagamento o per un adempimento, magari per una dimenticanza e magari solo per pochi giorni, e poi quando si aspettano risposte e rimborsi attendere tranquillamente mesi o anni; significa avere a disposizione per tempo gli strumenti per poter adempiere alle scadenze (esempio classico i ritardi cronici nelle pubblicazioni delle istruzioni per gli studi di settore); significa anche non essere costretti a possedere "super poteri" per comprendere istruzioni, testi, disposizioni e procedure e qui mi ricollego al secondo aspetto, cioè a quello della semplicità.
Un Fisco complesso non potrà mai essere equo perchè costringe i contribuenti a estenuanti ricerche, li espone ad errori di interpretazione, li controlla anni dopo aver fatto scelte fiscali e quando le norme sono già ben consolidate ed acquisite, dimenticandosi che alcune prese di posizione sono state decise "in corsa" e senza poter avere certezze, con l'obbligo di rispettare le scadenze.
Concludo con una considerazione sulle persone che lavorano all'interno della pubblica amministrazione e particolarmente mi riferisco agli Uffici fiscali ... accanto a rari esempi di fulgida virtù ci scontriamo ogni giorno con esempi di scarso attaccamento al lavoro, di scarsa competenza e di grande approssimazione.
Classico il caso dei funzionari "fuori stanza", modo elegante per dire che sono in giro a farsi i fatti loro ... io me ne dispiaccio sempre perchè con questi comportamenti non solo degradano la qualità del pubblico servizio ma, soprattutto, vanificano gli sforzi e le energie dei loro colleghi che hanno voglia di lavorare e di produrre risultati ... basterebbe avere il senso del dovere e il rispetto del prossimo ...
Un saluto a tutti
Nicoletta
 
Riferimento: La relazione con il fisco italiano domani

Concordo con la sintesi di Rick: equità e semplicità.
Un Fisco equo significa, a mio parere, che il contribuente non deve sentirsi "vessato" dal prelievo fiscale che accanto a quello previdenziale spesso supera il 50% del proprio reddito; significa non trovarsi nelle situazioni di dover pagare a caro prezzo il ritardo, per un pagamento o per un adempimento, magari per una dimenticanza e magari solo per pochi giorni, e poi quando si aspettano risposte e rimborsi attendere tranquillamente mesi o anni; significa avere a disposizione per tempo gli strumenti per poter adempiere alle scadenze (esempio classico i ritardi cronici nelle pubblicazioni delle istruzioni per gli studi di settore); significa anche non essere costretti a possedere "super poteri" per comprendere istruzioni, testi, disposizioni e procedure e qui mi ricollego al secondo aspetto, cioè a quello della semplicità.
Un Fisco complesso non potrà mai essere equo perchè costringe i contribuenti a estenuanti ricerche, li espone ad errori di interpretazione, li controlla anni dopo aver fatto scelte fiscali e quando le norme sono già ben consolidate ed acquisite, dimenticandosi che alcune prese di posizione sono state decise "in corsa" e senza poter avere certezze, con l'obbligo di rispettare le scadenze.
Concludo con una considerazione sulle persone che lavorano all'interno della pubblica amministrazione e particolarmente mi riferisco agli Uffici fiscali ... accanto a rari esempi di fulgida virtù ci scontriamo ogni giorno con esempi di scarso attaccamento al lavoro, di scarsa competenza e di grande approssimazione.
Classico il caso dei funzionari "fuori stanza", modo elegante per dire che sono in giro a farsi i fatti loro ... io me ne dispiaccio sempre perchè con questi comportamenti non solo degradano la qualità del pubblico servizio ma, soprattutto, vanificano gli sforzi e le energie dei loro colleghi che hanno voglia di lavorare e di produrre risultati ... basterebbe avere il senso del dovere e il rispetto del prossimo ...
Un saluto a tutti
Nicoletta
Concordo e aggiungo che un fisco equo si raggiunge anche con funzionari seri pronti al dialogo con il contribuente e non con quelli che pensano solo al raggiungimento buget di accertamenti e co.
marta
 

Anna88

Utente
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Ho sempre pensato che la leva fiscale è veramente il segno della civiltà raggiunta dall'umanita' in senso piu' vasto. Quale strumento migliore per amministrare la giustizia? In fondo prelevare le imposte per poi impiegarle per migliorare la qualità della vita, per ridistribuire il reddito dai ricchi ai meno fortunati, per garantire tranquillità e sicurezza..... è un compito veramente nobile, e richiede due qualità essenziali e indispensabili: competenza e onesta'.
Lo so che forse è utopico, ma a me piace sperare.... e quello che spero per il fisco di domani è proprio questo..... PAGARE LE TASSE diventerebbe allora un dovere piacevole..... il contribuente non si sentirebbe, come spesso accade ora, un frutto da spremere...... ma si sentirebbe partecipe e cooperatore, con il proprio lavoro... la propria ricchezza....di una società migliore.
E' impossibile? Forse no se si prevedono delle regole che stanno sopra le parti, sopra gli interessi singoli..... come dovrebbero essere tutte le leggi emanate per il bene della collettività... non serve a questo la democrazia, ?? non servono a questo i parlamenti?
IO SPERO CHE IL FISCO DI DOMANI sia un po' cosi.
 

Jess

Utente
Riferimento: La relazione con il fisco italiano domani

L'aspetto legato al dialogo con il contribuente mi sembra fondamentale e purtroppo mi pare di capire che sia uno dei punti più dolenti del sistema. Volendo approfondire il discorso, vi è mai capitato di vivere personalmente questa mancanza di dialogo? vi siete mai trovati di fronte a funzionari non disposto ad ascoltarvi? come vi siete sentiti??
 

Marco_56

Utente
Riferimento: La relazione con il fisco italiano domani

Cara Jess, certo che mi è capitato, ma infinite di più sono le volte che la disponibilità al dialogo c'era. Non penso che il punto più dolente del sistema sia il dialogo col contribuente in sede precontenziosa. Il punto dolente è l'eccessiva pressione fiscale (in assoluto), l'eccessiva pressione sul reddito (io sarei più favorevole a spostarla un pochino sul patrimonio), l'instabilità del sistema e la sua complicazione (due cose correlate)
 

Jess

Utente
Riferimento: La relazione con il fisco italiano domani

Grazie per la precisazione, volevo giusto capire se ci fossero casi di disponibilità al dialogo! Comunque, le dispiacerebbe dirmi cosa intende esattamente per "instabilità" del sistema?
 

marica

Utente
Riferimento: La relazione con il fisco italiano domani

• Che cosa vi aspettate dal Fisco italiano e perché?
• Come si può migliorare il servizio reso dal Fisco? come possono le autorità assumere una posizione di reale supporto al contribuente e non di detective pronti a smascherare e punire?
Il fisco italiano è il bello addormentato nel bosco. Siamo fermi ad una riforma che ha quasi 40 anni e in un mondo che viaggia a velocità incredibili non è concepibile accumulare un ritardo simile. La riforma fiscale è un ritornello che va avanti da anni ormai. Auguriamoci che entro la fine di questa legislatura si approdi a qualche risultato concreto.
Con l’approvazione della legge delega sul federalismo fiscale (L. 5 maggio 2009, n. 42) si è aperta la strada alla possibilità che anche le Regioni e gli altri enti locali territoriali abbiano spazi di autonomia impositiva. Si tratta di una svolta «epocale», perché supera, l’impostazione fortemente «centralista» cui il nostro sistema fiscale era conformato.
Nel quadro di una generale ridefinizione dei rapporti tra «centro» e «periferia», si dovrà innestare anche una radicale riforma dei modelli di imposizione. E’ giunto il momento di riflettere sulla possibilità di attuare un progressivo spostamento del carico impositivo dalle imposte dirette alle imposte indirette.
Per ragioni connesse all’evoluzione dell’economia internazionale, la principale imposta diretta, l’IRPEF, si è trasformata in un’imposta principalmente sui redditi di lavoro, colpiti con aliquote elevatissime, mentre i redditi di natura finanziaria riescono spesso a scontare prelievi ridotti. In questa situazione, uno spostamento del prelievo dall’imposta personale verso quelle sui consumi
andrebbe nella direzione di una migliore equità complessiva del carico fiscale.
Inoltre, oggi la tassazione si concentra sui redditi auto-dichiarati dai contribuenti. Ne risultano favoriti coloro che sono nelle condizioni di occultare più facilmente il reddito. Anche questa
situazione consiglia di incrementare il prelievo sulle manifestazioni indirette di capacità contributiva (i consumi) e di ridurre, correlativamente, il prelievo sulle manifestazioni dirette di capacità contributiva (reddito e patrimonio). Il principale spostamento di prelievo, quindi, deve avvenire dall’Irpef verso l’Iva.
 
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