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Iscrizione AIRE

massimed

Utente
Vorrei porre una domanda.
Un lavoratore italiano all'estero per essere escluso dall'obbligo di dichiarare i redditi prodotti all'estero in Italia deve avere almeno due requisiti:
1. Residenza all'estero da almeno 182 gg
2. Iscrizione all'AIRE

La domanda che voglio porre è:

I 182 gg vanno calcolati a partire dalla data di iscrizione all'AIRE oppure tenendo conto anche del periodo di residenza all'estero precedenti all'iscrizione all'AIRE (purché dimostrabili)?
 

Rocco

Utente
Non è proprio così. I due requisti potrebbero non bastare.
Per essere considerati fiscalmente non residenti, e dunque non soggetti agli obblighi tributari in Italia, il contribuente deve essere in grado di dimostrare, in caso di contestazioni da parte del fisco, l'assenza di alcun legame con l'Italia.
La fattispecie è alquanto complessa, più volte su questo stesso forum è stato affrontato tale argomento.
Bosognerebbe fare un ragionamento alquanto articolato, partendo dalla disposizione normativa (art. 2 del TUIR), analizzando la prassi e (soprattutto) la giurisprudenza formatasi sul punto e vedere se alla luce di tutto ciò, considerando il caso concreto, il contribuente possa dimostrare di non essere residente in Italia.
Saluti.
 
Vorrei porre una domanda.
Un lavoratore italiano all'estero per essere escluso dall'obbligo di dichiarare i redditi prodotti all'estero in Italia deve avere almeno due requisiti:
1. Residenza all'estero da almeno 182 gg
2. Iscrizione all'AIRE

La domanda che voglio porre è:

I 182 gg vanno calcolati a partire dalla data di iscrizione all'AIRE oppure tenendo conto anche del periodo di residenza all'estero precedenti all'iscrizione all'AIRE (purché dimostrabili)?
Egregio signore,
L'articolo 2 comma 2 del Tuir, non fornisce una definizione numerica all'aspetto temporale, bensì individua una condizione generale che può variare a seconda che l'anno sia normale ovvero bisestile; infatti la condizione temporale per essere considerato residente in Italia è: "... si considerano residenti le persone che per la maggior parte del periodo d'imposta sono inscritte nelle anagrafi ....".
Ovviamente, per non essere considerati più residenti in Italia, vale il concetto opposto. Come abbiamo visto, l'aspetto temporale si affianca alla condizione anagrafica, che tradotto in pratica significa essersi cancellati dalle anagrafi del comune ed essersi scritti all'anagrafe della popolazione residente all'estero (AIRE). L'Agenzia delle entrate ritiene che la mancata iscrizione all'Aire condiziona la perdita della residenza fiscale qui in Italia, per cui i periodi all'estero precedenti all'iscrizione all'Aire, si calcolano per raggiungere "la maggior parte del periodo d'imposta" utile ad essere considerato residente in Italia. Nel suo caso questi giorni si sommano al numero 182.
Luigi Rodella
 
Non è proprio così. I due requisti potrebbero non bastare.
Per essere considerati fiscalmente non residenti, e dunque non soggetti agli obblighi tributari in Italia, il contribuente deve essere in grado di dimostrare, in caso di contestazioni da parte del fisco, l'assenza di alcun legame con l'Italia.
La fattispecie è alquanto complessa, più volte su questo stesso forum è stato affrontato tale argomento.
Bosognerebbe fare un ragionamento alquanto articolato, partendo dalla disposizione normativa (art. 2 del TUIR), analizzando la prassi e (soprattutto) la giurisprudenza formatasi sul punto e vedere se alla luce di tutto ciò, considerando il caso concreto, il contribuente possa dimostrare di non essere residente in Italia.
Saluti.
Concordo su queste precisazioni e considerazioni del dottor Rocco.
Luigi Rodella
 

massimed

Utente
Non vorrei discutere del mio caso particolare. La risposta la trovo di difficile interpretazione e provo a scriverla a modo mio:
In pratica lo Stato italiano ti considera residente in Italia se per la maggior parte del periodo di imposta (anno solare?) sei stato iscritto all'anagrafe di uno dei comuni italiani.
Nella pratica nel momento in cui otterrò l'iscrizione all'AIRE, per quanti mesi dovrò continuare a pagare la doppia imposizione prima di essere considerato fiscalmente residente all'estero (per il reddito prodotto all'estero)?
In pratica mi è stato proposto un contratto annuale da novembre 2013 a novembre 2014. Sui soldi che percepirò, dovrò pagarci le tasse, anche in Italia:
a) per i soli mesi di novembre e dicembre
b) novembre, dicembre e fino ad aprile 2014
c) novembre, dicembre e fino a giugno 2014
d) comunque sempre.

(Supponendo di aver ottenuto l'iscrizione entro Novembre. Il consolato mi hanno detto che ho i requisiti, ma ancora devono inoltrare le pratiche al comune di origine, il quale è il solo titolare ad effettuare l'iscrizione all'AIRE. Nel caso il comune di origine la prendesse per le lunghe, posso fare una diffida?).
 
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massimed

Utente
Non mi riferisco ad una completa esenzione fiscale, ma solo all'esenzione per i redditi da lavoro, in presenza di contratto di lavoro all'estero che per tipologia renda materialmente impossibile non soggiornare nello Stato estero in cui si è impiegati. Per capirci se faccio l'operaio in Norvegia, non posso lavorare dall'Italia, ma la mattina devo andare in fabbrica e questo richiede che io risieda nei pressi della fabbrica in cui sono impiegato. Ovviamente per i redditi prodotti in Italia dovrò pagare le tasse in Italia.
 
Ultima modifica:
Non mi riferisco ad una completa esenzione fiscale, ma solo all'esenzione per i redditi da lavoro, in presenza di contratto di lavoro all'estero che per tipologia renda materialmente impossibile non soggiornare nello Stato estero in cui si è impiegati. Per capirci se faccio l'operaio in Norvegia, non posso lavorare dall'Italia, ma la mattina devo andare in fabbrica e questo richiede che io risieda nei pressi della fabbrica in cui sono impiegato. Ovviamente per i redditi prodotti in Italia dovrò pagare le tasse in Italia.
Forse non mi sono espresso bene; però vorrei chiarire che se lei rimane residente fiscale in Italia, per tutti i redditi che lei ha prodotto all'estero (nella fattispecie la Norvegia), dovrà corrispondere le tasse anche in Italia. Avrà diritto ad un credito d'imposta ex art. 165 Tuir.
L'iscrizione all'Aire è un passaggio indispensabile per non essere più residenti in Italia (per la maggior parte del periodo d'imposta che in Italia è 1.1 - 31.12)
L.R.
 

massimed

Utente
Forse non mi sono espresso bene; però vorrei chiarire che se lei rimane residente fiscale in Italia, per tutti i redditi che lei ha prodotto all'estero (nella fattispecie la Norvegia), dovrà corrispondere le tasse anche in Italia. Avrà diritto ad un credito d'imposta ex art. 165 Tuir.
L'iscrizione all'Aire è un passaggio indispensabile per non essere più residenti in Italia (per la maggior parte del periodo d'imposta che in Italia è 1.1 - 31.12)
L.R.
Grazie della risposta.

Lei si è espresso benissimo. Si è chiarito che per il pregresso dovrò pagare le tasse in italia, salvo avere un rimborso parziale delle tasse versate in Norvegia (in che tempi?). Il punto è che io per evitare tutto questo casino della doppia tassazione e l'incertezza del rimborso da parte dello Stato Italiano, ho chiesto l'iscrizione all'AIRE da qualche mese. Spero che per Novembre, max Dicembre avrò ottenuto la cancellazione dall'anagrafe dei cittadini residenti. A questo punto, ed è questa la questione, per i redditi da lavoro che percepirò l'anno prossimo, dovrò continuare a versare le tasse in Italia, e se si, relativamente a quanti mesi? Dovrei lavorare l'anno prossimo almeno 10 mesi continuativi in Norvegia.
 
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