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Incostituzionalità del peso tributario su redditi sotto alla soglia della sopravvivenza

Per un reddito da 5000 a 9000€, come si fa a pagare meno tributi possibili?

  • Notule occasionali restando sotto ai 5000

  • Iva forfettaria con cassa separata a percentuale

  • Iva ordinaria (e pregare che non scatti un controllo per non essere congrui con la media di settore)

  • Non lavorare e aspettare il reddito di cittadinanza

  • Altro


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Buongiorno, nella mia ignoranza vorrei avere dei commenti da chi è più esperto che mi spieghi come possa essere costituzionale che non esista un minimo reddito sotto al quale non si pagano tasse... Neppure se, al netto dei tributi, si è appena sopra alla soglia vitale ma sotto alla soglia della povertà!
Sbaglio qualcosa io, forse?

Ho 50 anni, aiuto alcune conoscenze a gestire i loro siti, guadagno al netto delle imposte su notule di acconto per lavori occasionali meno di 350€ al mese, costretto quindi a vivere con i genitori pensionati, indi l'ISEE di famiglia non è idoneo al reddito di cittadinanza.
Potrei lavorare di più, e forse riuscirei a fatturare circa 7000 lorde, in tal caso aprirei un'iva forfettina, ma sarebbe 5%IRPEF + 25,7 INPS (che mi risulta classificabile come tributo) su 78% = tributi totali di 1640 circa per cui mi rimarrebbero meno di 450€ e dovrei pagare il commercialista.
Eppure la pensione integrativa considera come minimo vitale di sopravvivenza 524,34€, mi pare, e la soglia di povertà assoluta per me che sono costretto a vivere con i miei genitori che stanno a Milano penso che maggiore di 700€.
Mi chiedo perciò come possa essere costituzionale imporre tributi del 20% nel caso di notule e del 30% nel caso di iva anche a chi guadagna sotto alla soglia della povertà e al minimo vitale... Se non lavorassi e andassi sotto un ponte sarei idoneo al reddito di cittadinanza e "guadagnerei" di più di quanto guadagno adesso...
Eppure mi sembra di ricordare che la Costituzione parli di solidarietà e proporzionalità, insomma, che chi è povero dovrebbe ricevere aiuto... o almeno non essere costretto a aiutare altri poveri come lui o perfino un po' meno di lui...
Sto sbagliando tutto?
Criticate pure, se ho detto delle castronerie...
E se sapete di strumenti fiscali a cui ricorrere, ve ne sarei immensamente grato!
 

luis2000

Utente
Yuri, condivido le tue perplessità e credo che la tua analisi non sia per nulla sbagliata. Ci sono meccanismi così contorti che si riesce a comprenderli solo quando li vivi direttamente. Spero di poterti fornire qualche utile indicazione e magari anche gli Esperti del Forum sapranno consigliarti per il meglio.
 
Yuri, condivido le tue perplessità e credo che la tua analisi non sia per nulla sbagliata. Ci sono meccanismi così contorti che si riesce a comprenderli solo quando li vivi direttamente. Spero di poterti fornire qualche utile indicazione e magari anche gli Esperti del Forum sapranno consigliarti per il meglio.
Il fatto è che tutte le forme di agevolazione di cui sono a conoscenza riguardano solo le tasse, diciamo l'IRPEF, ma non l'INPS. L'INPS viene richiesto anche se abbassa il reddito netto disponibile rimasto sotto alla soglia della povertà o del reddito di cittadinanza.
Questo è assurdo, perché il reddito di cittadinanza viene erogato dall'INPS!

La mia opinione è che è incostituzionale richiedere l'INPS a un cittadino fintanto che il suo reddito non sia sopra alla soglia della povertà o del reddito di cittadinanza, perché l'INPS esiste sia per restituire i contributi in forma di pensione, che per garantire la sussistenza degli indigenti, ad esempio tramite la pensione minima.
Dovrebbe esistere uno scaglione zero al di sotto della soglia della povertà o del reddito di cittadinanza, quindi almeno al di sotto di 6292€.
 
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