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Fallimento? Di una ditta individuale, di un piccolo imprenditore?

scusate tutti la mia ignoranza in materia, ma oggi, più che mai, credo in parecchi si possano trovare nella mia situazione...

sono titolare di una piccola ditta ind. a gestione familiare, io e mia moglie dipendente,fatturato entro i 250.000,00 (settore commercio ingrosso), utile personale entro i 20.000,00 anche meno forse negli ultimi 2 anni.
ho ancora un debito con una banca per un vecchio conto per anticipo fatture, andato male, insolvenze di clienti, ecc....
ho proposto nel 2008 un saldo e stralcio per 30.000,00 euro(contro i 38.000 dovuti), che mi hanno accettato e che ho onorato per oltre la metà ma che a causa di una malattia, non ho potuto portare a termine.
di lì mi hanno ingiunto tutta la somma più una serie vergognosa di interessi, hanno fatto un'esecuzione infruttuosa, ecc.
recentemente, contattato da una loro agenzia esterna, ho formulato diversi piani per saldare la rimanente parte ma loro dopo diversi tira e molla, delibere fantasma,ecc, prima hanno accettato e rivisto qualcuno dei piani di rientro poi all'improvviso mi hanno notificato l'istanza di fallimento.
ho presenziato alla prima udienza preliminare che è stata rinviata perchè al giudice non risultavano i versamenti da me eseguiti nel 2008, che ho presentato in originale.
dopo l'udienza ho contattato la banca per chiedere se c'erano i presupposti per un'altra proposta, l'ho inviata, ma la loro risposta è stata che non soddisfava i loro parametri e adesso, forse pensando che ho qualcosa da perdere, mi chiedono una somma di 15.000 euro, tutti insieme, che purtroppo non posso dargli.
forse sono stato prolisso e me ne scuso, però loro mi hanno convocato dal giudice dichiarando il mio stato di insolvenza, ma io in realtà non gli ho detto di 'attaccarsi' ma ho proposto una rateazione di quanto dovuto (rimanenza rispetto a quanto versato), con una maggiorazione in termini di importo, rapportata ad un periodo di circa 24 mesi.
non so come se la pensi il giudice, ma io non ritengo di essere insolvente bensì di poter pagare in una forma diversa da quella stabilita dalla banca che è un soggetto privato e non lo stato...
ci tengo a salvare la mia ditta che ha navigato da oltre 14 anni in un mare non sempre piatto, però non so se lasciare tutto così o compiere qualche contro-azione di diversa natura o se questo tunnel è a senso unico e porta ad una fine certa e dunque è meglio non dimenarsi troppo, tanto....
vi chiedo un consiglio.

ringrazio
 

paolopoul

Utente
scusate tutti la mia ignoranza in materia, ma oggi, più che mai, credo in parecchi si possano trovare nella mia situazione...

sono titolare di una piccola ditta ind. a gestione familiare, io e mia moglie dipendente,fatturato entro i 250.000,00 (settore commercio ingrosso), utile personale entro i 20.000,00 anche meno forse negli ultimi 2 anni.
ho ancora un debito con una banca per un vecchio conto per anticipo fatture, andato male, insolvenze di clienti, ecc....
ho proposto nel 2008 un saldo e stralcio per 30.000,00 euro(contro i 38.000 dovuti), che mi hanno accettato e che ho onorato per oltre la metà ma che a causa di una malattia, non ho potuto portare a termine.
di lì mi hanno ingiunto tutta la somma più una serie vergognosa di interessi, hanno fatto un'esecuzione infruttuosa, ecc.
recentemente, contattato da una loro agenzia esterna, ho formulato diversi piani per saldare la rimanente parte ma loro dopo diversi tira e molla, delibere fantasma,ecc, prima hanno accettato e rivisto qualcuno dei piani di rientro poi all'improvviso mi hanno notificato l'istanza di fallimento.
ho presenziato alla prima udienza preliminare che è stata rinviata perchè al giudice non risultavano i versamenti da me eseguiti nel 2008, che ho presentato in originale.
dopo l'udienza ho contattato la banca per chiedere se c'erano i presupposti per un'altra proposta, l'ho inviata, ma la loro risposta è stata che non soddisfava i loro parametri e adesso, forse pensando che ho qualcosa da perdere, mi chiedono una somma di 15.000 euro, tutti insieme, che purtroppo non posso dargli.
forse sono stato prolisso e me ne scuso, però loro mi hanno convocato dal giudice dichiarando il mio stato di insolvenza, ma io in realtà non gli ho detto di 'attaccarsi' ma ho proposto una rateazione di quanto dovuto (rimanenza rispetto a quanto versato), con una maggiorazione in termini di importo, rapportata ad un periodo di circa 24 mesi.
non so come se la pensi il giudice, ma io non ritengo di essere insolvente bensì di poter pagare in una forma diversa da quella stabilita dalla banca che è un soggetto privato e non lo stato...
ci tengo a salvare la mia ditta che ha navigato da oltre 14 anni in un mare non sempre piatto, però non so se lasciare tutto così o compiere qualche contro-azione di diversa natura o se questo tunnel è a senso unico e porta ad una fine certa e dunque è meglio non dimenarsi troppo, tanto....
vi chiedo un consiglio.

ringrazio
Non credo sia una situazione discutibile su un forum.
In ogni caso suggerirei di contattare un avvocato civilista e di verificare se sussistono i presupposti per una conversione del debito-pignoramento.
 

natalia

Utente
Buongiorno ti premetto che non seguo i fallimenti ma mi ricordo che la normativa non ammette il fallimento del piccolo imprenditore e per il debito che ti viene chiesto mi sembre una richiesta inopportuna e poi le conseguenze del fallimento quali sarebbero?

Hai casa di proprietà? hai altri immobili? Hai soprattutto altri redditi?
Se si ...Puoi dimostrare(sempre che tu sia dichiarabile fallito dalla normativa di oggi) che sei solvibile e che pertanto la sentenza di dichiarazione di fallimento non si fonderebbe su fatti obiettivi...quindi trova un bravo commercialista e un bravo avvocato in materia di fallimento che facciano eccezioni alle richieste della banca e nel frattempo inizia a trattare con la banca e porta con te sempre un commercialista se ti è possibile.
Non ti preoccuapare per i piccoli fallimenti in genere le procedure sono veloci e quasi sempre innocue...impugna i calcoli della banca ovvero gli interessi chiedendo il ricalcolo senza anatocismo e fai perdere alla banca un po di tempo..insomma fatti valere.
Fatti fare anche un calcolo dei rating sulla tua ditta. Si tratta di un giudizio di valore proprio sulla solvibilità dei clienti delle banche. Una relazione esterna fatta dai tuoi consulenti...

Sto leggendo che l'attuale art 11 delle legge fallimentare riformato nel 2006 prevede che il piccolo imprenditore non puo fallire e individua il limite dei ricavi per gli ultimi 3 esercizi di euro 200.000-attenzione che ci sono anche altri parametri da verificare-a me sembra che tu non sia al di sopra dei limiti imposti dalla norma.

Quindi fai cerca di fare 2 calcoli e vedere se rientri in questi limiti e poi vedi cosa il giudice decide nella sentenza di fallimento.

nb è solo uno dei tanti consigli possibili ...quindi vai da un bravo commercialista e un bravo avvocato.


Speriamo bene

Natalia
 
Ultima modifica:

otrebor

Utente
l'art. 1 della L.F. afferma che non sono soggetti alle disposizioni sul fallimento e sul concordato preventivo gli imprenditori commerciali che dimostrino il possesso congiunto dei seguenti requisiti:
1) aver avuto nei tre esercizi precedenti la data di deposito dell'istanza di fallimento un attivo patrimoniale di ammontare complessivo annuo non superiore a 300.000 euro;
2) aver realizzato nei tre esercizi precedenti la data di deposito della stessa istanza ricavi lordi per un ammontare complessivo annuo non superiore a 200.000 euro
3) avere un ammontare di debiti anche non scaduti non superiore a 500.000 euro
Verifica tali parametri
saluti
 

paolopoul

Utente
Se già nel primo post dichiara di avere ricavi entro i 250.000 euro, difficilmente potrà avere i 3 requisiti congiunti.
I requisiti congiunti devono essere posseduti per EVITARE l'assoggettamento al fallimento. Per essere assoggettati alla procedura basta violarne uno. Un'impresa immobiliare può tranquillamente non avere ricavi elevati (soprattutto in questo periodo) e un ingente attivo patrimonializzato.
 
ringrazio tutti per il tempo.
ma anche se i ricavi sono entro i 200.000 ma l'utile del titolare/amministratore è basso, come mai si è soggetti al vincolo dimensionale?
 
poi non ho ben compreso se il ricavo coincide con il fatturato.
io ho un volume di fatture (imponibile e iva sommate) che arriva a 250,000 però facendo compravendita, tolte le spese e gli affitti rimane un utile personale e dunque anche della ditta piuttosto normale. e poi l'attivo patrimoniale sarebbe l'ammontare di beni e cespiti? ma se io non ho, questo conta?
 

paolopoul

Utente
poi non ho ben compreso se il ricavo coincide con il fatturato.
io ho un volume di fatture (imponibile e iva sommate) che arriva a 250,000 però facendo compravendita, tolte le spese e gli affitti rimane un utile personale e dunque anche della ditta piuttosto normale. e poi l'attivo patrimoniale sarebbe l'ammontare di beni e cespiti? ma se io non ho, questo conta?
Se hai un fatturato LORDO (quindi prima di detrarre i costi, ma al netto dell'iva) superiore a 200 mila sei soggetto.

Se non hai attivo la procedura potrebbe chiudersi con l'insussisena dell'attivo, ma sono valutazioni che non è possibile fare su due piedi.
 
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