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E adesso come la mettiamo?

emil

Utente
Il legale di Moggi: "Abbiamo
i colloqui tra l'Inter e Bergamo


Prioreschi: «Sono interessanti...»
ROBERTO BECCANTINI
MILANO
Avvocato Maurilio Prioreschi, lei difende Luciano Moggi al processo di Calciopoli a Napoli: perché si ha riscontro solo adesso delle telefonate fra Bergamo, Moratti e Facchetti?
«È la domanda che mi sono posto anch’io. Insieme a un’altra: perché non erano state trascritte? Perché erano state occultate? Curioso».

Come ci siete arrivati?
«Calciopoli consta, globalmente, di 171 mila telefonate intercettate. Abbiamo controllato le utenze di Bergamo, il relativo traffico in uscita e in arrivo. Di qui la scoperta. Che poi non è stata una scoperta, ma una conferma. All’epoca, telefonare ai designatori era lecito, e lo facevano tutti. Ripeto: tutti».

La differenza dovrebbero però farla i contenuti, non trova?
«Non escludo che siano robe da educande, i racconti che si facevano Moggi e Bergamo, rispetto a quello che pensiamo di trovare».

A che punto siete?
«Delle 171 mila in totale, ne abbiamo ascoltate 30 mila. E qualcuna è già affiorata».

Anche di Moratti e Facchetti, dunque?
«Certo. Anche dei dirigenti dell’Inter».

Moratti ha sostenuto che non era lui a chiamare, ma loro (i designatori).
«Cambia poco, direi».

Uno dei più «affezionati» era il presidente del Cagliari, Cellino.
«Esatto».

Galliani?
«Ci sono colloqui fra lui e Pairetto, l’altro designatore».

E fra Galliani e Bergamo?
«Non risultano. Il riferimento dell’allora presidente della Lega era Pairetto».

Le conversazioni si possono ascoltare?
«In linea di massima sì, e qualcuna l’abbiamo già ascoltata. Interessante... Ne divulgheremo i contenuti a tempo debito. Magari già nel corso della prossima udienza, il 13 aprile».

Perché «in linea di massima»?
«Perché qualcuna non riusciamo ad aprirla».

Ricapitolando?
«Telefonavano tutti, ma per Moggi si è avuto un riguardo quasi morboso, per altri invece un’attenzione molto distratta, quasi privilegiata. Ribadisco: nella stagione 2004-2005, si poteva parlare con Bergamo e Pairetto. Resta un mistero perché i colloqui fra Bergamo, Moratti e Facchetti non siano stati presi in considerazione da Auricchio».

Perché tali da non suscitare sospetti, forse.
«La chiarezza e la completezza, in questi casi, avrebbero contribuito ad allontanare fin dall’inizio ombre e maldicenze. L’Inter ci ha ricavato pure uno scudetto, dalla sua (presunta) “diversità”».

«Qualcosa sarà sfuggito», si è giustificato il pm Narducci.
«Solo qualcosa?».
 

DOD73

Utente
Riferimento: E adesso come la mettiamo?

ribadisco farsopoli è stata creata ad arte da una triade molto potente che ha schiacciato la dirigenza juventina e quasi spazzato via la Juventus. La storia vera sta venendo lentamente a galla. Saluti
 

MadeInChina

Non registrato
Made in China

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Moreno B

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Riferimento: E adesso come la mettiamo?

Ala fine non aspettiamoci un altro effetto sul campionato tipo quello di 4 anni fa, il calcio italiano non può permetterselo, a meno di non pensare che possa essere di buon auspicio per il mondiale, allora speriamo che l'Inter vada in serie B :D
 

Jo-Vinco

Utente
Riferimento: E adesso come la mettiamo?

Ala fine non aspettiamoci un altro effetto sul campionato tipo quello di 4 anni fa, il calcio italiano non può permetterselo, a meno di non pensare che possa essere di buon auspicio per il mondiale, allora speriamo che l'Inter vada in serie B :D
se l'inter andasse in serie B come merita dai tempi del caso Recoba sarà dura che torni su a breve, i suoi mercenari scapperebbero tutti subito e toccherà giocare con la primavera..

è solo un sogno, tanto non succederà purtroppo.

saluti
 

emil

Utente
Riferimento: E adesso come la mettiamo?

Dal sito della Juventus

Processo di Napoli: nota della società
Nel pieno rispetto delle attività riguardanti processi in corso, la Juventus valuterà attentamente con i suoi legali l’eventuale rilevanza di nuove prove introdotte nel procedimento in atto a Napoli al fine di garantire, in ogni sede sportiva e non, e come sempre ha fatto, la più accurata tutela della sua storia e dei suoi tifosi.

Juventus confida che le istituzioni e gli organi di giustizia sapranno assicurare parità di trattamento per tutti, come d’altronde la società e i suoi difensori richiesero nel corso del processo sportivo del 2006.
 

Moreno B

Utente
Riferimento: E adesso come la mettiamo?

Speriamo sia così, finalmente la proprietà si dà una mossa: l'ho vista piuttosto assente su tutta questa storia.
Ora, seppur da tifoso bianconero, devo dire che può essere spregevole augurare sventure agli altri, che poi parliamo di Inter che è la società verso cui spesso i nostri più nascosti pensieri sportivi si rivolgono, però non mi parrebbe giusto che se avessero tenuto comportamenti non regolari non venissero sanzionati, seppur con il grado adeguato come è stato per Fiorentina e Milan.

Poi, a dirla tutta, mi pare che sia passata un po' sotto silenzio la storia raccontata in quel (poco) famoso libro di Mazzola: se tutto fosse vero la Grande Inter degli anni '60 conquistatrice delle coppe dei campioni andrebbe quanto meno ridimensionata (anche se noi per altri versi dovremmo stare zitti).
Ma forse la polvere di 45 anni è talmente tanta che la memoria si perde...
 

emil

Utente
Riferimento: E adesso come la mettiamo?

Un riassunto ben fatto.

Camillo » Archivio » Come stanno le cose a Calciopulitopoli




Cose che non resteranno


Come stanno le cose a Calciopulitopoli
7 Aprile 2010 - Blog

Che le cose si stiano mettendo bene, e per bene intendo che si potrebbe finalmente ristabilire la verità su calciopulitopoli, lo dimostra il fatto che i giudici che hanno emesso le sentenze sportive, Sandulli e Ruperto, hanno sentito il dovere di spiegare che se avessero avuto a disposizione le intercettazioni insabbiate le responsabilità e le penalità sarebbero state più estese e che nelle sentenze avevano suggerito di non assegnare lo scudetto vinto regolarmente sul campo dalla Juventus nel 2006.
C'è anche la dichiarazione di uno dei tre saggi di Guido Rossi che parla apertamente di procedimento da riaprire.
Allora, procediamo con calma:
1) la prima cosa che si dice, e la dicono Moratti e i suoi severgnini, è che non si possono paragonare queste nuove (ma in realtà vecchie) telefonate con quelle di Moggi. Ora io non so se davvero credono di prenderci in giro o cos'altro, ma la telefonata di Facchetti a Mazzei (allora designatore senza sorteggio dei guardalinee) da sola è cento volte più compromettente di tutte le telefonate trascritte di Moggi. Forse soltanto la telefonata di Meani a Collina, uscita soltanto adesso è più grave di questa di Facchetti. Ricordatevi che la telefonata chiave contro Moggi è quella in cui Moggi, al telefono con la sua segretaria, mostra di sapere in anticipo rispetto al comunicato della Federazione, i nomi degli arbitri nelle griglie. Un'accusa ridicola, perché la formazione delle griglie è materia semi scientifica.
Comunque Facchetti chiede a Mazzei di mandargli due guardalinee bravi e quello gli dice – alla vigilia di Inter-Juve, non di Inter-Canicattì – che gli manda il numero 1 e il numero 2. Bene, giusto, anche Moggi faceva così (come dice la senteza di Maddalena a Torino: rompeva le scatole per avere i più bravi, perché sapeva che aveva la squadra più forte e quindi gli bastava avere arbitri capaci per vincere).
A Facchetti però non basta. Chiede a Mazzei anche un arbitro particolare: il numero 1 (probabilmente Collina). Mazzei gli dice che non si può, perché c'è il sorteggio, ma Facchetti gli dice "ma va", gli dice che in questo caso non devono fare il sorteggio. Insomma non solo parla di guardalinee ben prima della designazione, ma suggerisce a uno dei designatori di falsificare il sorteggio (altro non può voler dire quel "non devono fare i sorteggi, ci devono…", perché i sorteggi non si potevano improvvisamente abolire).
2) la telefonata di Meani a Collina varrebbe da sola la radiazione di Collina, già salvatosi nonostante quattro anni fa si incontrava di notte, nel giorno di chiusura settimanale per non dare nell'occhio, nel ristorante di un dirigente del Milan con i capi della società. In questo caso Collina ride di gusto con il responsabile degli arbitri del Milan (ed ex guardalinee) e gli fa grandi complimenti dopo aver appreso i nomi dei due guardalinee che sono stati assegnati ai rossoneri ed evidentemente non solo cari, ma anche suggeriti dallo stesso Meani.
3) le altre telefonate di Facchetti e Moratti, checché ne dicano al loro ufficio stampa interno alla redazione sport del Corriere, sono piene di altre violazioni del principio di lealtà sportiva (ex articolo 1 del codice) che è stato contestato giustamente alla Juventus. O vogliamo dire che a Moratti era permesso parlare di arbitri con i designatori, andarli a trovare prima delle partite e farsi fare l'occhiolino dai guardalinee a fine partita, specie se sono stati accordati quei cinque minuti di recupero necessari a ribaltare uno 0-2 in 3-2. Per non dire della frase che il designatore dice al presidente: "Mi raccomando, ora facciamo dieci risultati utili di fila, eh?". O quell'altra che lo stesso designatore, amareggiato, dice a Galliani: "Potevamo pareggiare" (era Milan-Juve dello scudetto). Stupidaggini, chiacchiere da bar dello sport, nessun illecito ma frasi che se fossero state rivolte a Moggi sarebbero state la prova provata dell'esistenza della cupola
4) a proposito di cupola: a prescindere dal contenuto delle nuove intercettazioni (ma in realtà sono vecchie) la presenza di tutte queste telefonate interiste ai designatori fa cadere la teoria della cupola moggiana, perché se tutti, tutti, da Moggi a Cellino, dal Milan all'Inter, intrattenevano rapporti stretti e intensi con arbitri e guardalinee e designatori vuol dire che "l'illecito strutturale", ovvero il reato inventato da Francesco Saverio Borrelli per colpire la Juventus, era così strutturale che riguardava non solo la Juventus, ma anche tutti gli altri protagonisti. Io continuo a pensare che fosse un malcostume generalizzato, roba da Italietta e non un illecito sportivo, visto che anche secondo le sentenze non ci sono casi di partite, sorteggi, arbitri comprati. Ma se lo si considera reato nel caso della Juve, allora va esteso anche agli altri.
5) la Juventus continua a non dire niente, se non una breve dichiarazione dell'avvocato Zaccone e di John Elkann al Corriere. Zaccone non lo voglio nemmeno sentir nominare, Elkann nega senza argomentare che la Juventus sia stata parte attiva nella gestione con retrocessione dei processi di quattro anni fa.
5 bis) se Elkann riesce davvero ad assumere un altro Blanc, peraltro interista, come allenatore della Juventus per la prossima stagione non credo che risponderò di me stesso. Blanc è certamente bravo, ma come gli può venire in mente? E allora prendete Hodgson, no?
6) la domanda delle domande è questa: come mai queste telefonate sono state scartate quattro anni fa? Come mai non sono state trascritte dagli uomini del tenente colonnello Auricchio? I pm di Napoli avevano detto in udienza pubblica che "piaccia o non piaccia non ci sono telefonate di Moratti ai designatori" o di altri. Invece c'erano. I magistrati lo sapevano o sono stati fregati anche loro?
7) i giornali e i Torquemada sono in fibrillazione. Sono costretti a pubblicare le intercettazioni (anche perché alla Pravda Rosa non c'è più Verdelli), ma tentano di coprirle di sabbia con articoli pieni di falsità sui processi di quattro anni fa (le cui sentenze non hanno letto) e varie cose campate in aria
7 bis) da Guinnes dei primati il corsivo del capo della redazione sportiva del Corriere su Moratti, secondo cui il patron degli indossatori di scudetti altrui sarebbe stato "troppo buono" con Vieri e chissenefrega se l'ha fatto spiare per un anno servendosi del servizio illegale della Telecom di Tavaroli. Viene da chiedersi, a questo punto, come mai non abbiamo letto sul Corriere corsivi simili contro le proteste dell'editorialista del Corriere Massimo Mucchetti e l'ex amministratore Rcs Vittorio Colao, entrambi spiati dalla struttura illegale della Telecom.
8) sì, la Telecom era la società guidata allora da un vicepresidente-coproprietario dell'Inter (Tronchetti), vicepresieduta da un vicepresidente dell'Inter (Buora), partecipata societariamente dal patron degli indossatori (Moratti) e in passato presieduta da un avvocato già membro del cda dell'Inter e poi divenuto commissario straordinario della Figc che ha cancellato un grado del processo sportivo; scelto a uno a uno i giudici della commissione giudicante e, infine, assegnato lo scudetto agli indossatori malgrado la sentenza sportiva gli avesse consigliato di non farlo (Guido Rossi, oggi intervistato da Repubblica su questioni etiche);
9) Siamo al momento chiave, di fronte a una possibile svolta. C'è ancora il rischio concretissimo che prevalga la mostrificazione di Moggi e l'insabbiamento di tutto il resto, ma se nell'udienza di Napoli del 13 aprile saranno svelate altre telefonate la gran bufala del 2006 potrebbe finalmente essere accertata. Sempre che giudici, giornalisti e la Figc facciano il loro dovere

Christian Rocca
 

emil

Utente
Riferimento: E adesso come la mettiamo?

Dico di Calciopoli e dei suoi sviluppi. Cominciamo da quelle al latte. Su questo giornale avete letto domenica la trascrizione della telefonata di Moggi a Bergamo del 9 febbraio 2005, esemplare documentale del cosiddetto sistema-Moggi. Di qui anche l’occhiello della pagina,semplicemente Moggiopoli. Per queste ed altre telefonate Moggi e Bergamo sono stati cancellati dalla giustizia sportiva nel 2006 e sotto processo per associazione a delinquere attualmente presso il Tribunale di Napoli. E’ storia nota. Questa ed altre telefonate riportate ier l’altro sono da quattro anni di dominio pubblico, e non per caso. Dunque qui la sorpresa non c’è. Allora perché vengono riprodotte per l’ennesima volta? E’ spiegato chiaramente. Per controbattere “un’informazione smemorata e superficiale” che mette qualcosa “sullo stesso piano dei gravissimi fatti emersi a carico delle dirigenze della Juventus, del Milan,della Fiorentina e della Lazio”. Insomma le quattro castigate dalla giustizia sportiva prendendo a riferimento la “cupola” del sistema-Moggi. Quindi sorprese pasquali, nessuna. Se non la benemerita intenzione di fare memoria su Moggi, collegata a quel “qualcosa”.

Ma che cos’è questo “qualcosa”? Sono la prima “sorpresa” pasquale, nelle uova al cioccolato fondente uscite sabato qui come su tutti i giornali. Dentro, le trascrizioni finora inedite delle telefonate tra Moratti, altri dirigenti interisti e Bergamo sugli stessi temi (designazioni,gradimento ecc.) imputati a Moggi. Che sono state trattate qui in quella pagina come “disdicevole dimestichezza dei dirigenti nerazzurri con il mondo arbitrale” che però “non configura alcuna notizia di reato”.

La prima impressione che ho avuto è stata quella di una stordente soddisfazione: il giornale dei “giustizialisti” per antonomasia scopre la sua vena più garantista sia pur sub specie pallonara e quindi per il futuro ci sarà da divertirsi anche con i grossi calibri, con Berlusconi e soci, per dire. Ma mica tanto per dire, come leggerete tra poco.

La seconda tentazione è stata quella di una modesta proposta: proviamo a sostituire il nome di Moggi a quello di Moratti nella telefonata trascritta per vedere-alla Jannacci- neppure tanto di nascosto l’effetto che fa.

La terza è una considerazione della cui banalità quasi mi vergogno: ma se la giustizia sportiva ha già operato con le sue sbrigative sentenze,e invece quella penale nella fattispecie nei confronti del cupolone Moggi ancora no, non sarà il caso intanto di rimanere alla prima? E Moratti non ha sempre negato finora pubblicamente, e per quattro anni, mentre riscuoteva scudetti a tavolino, di aver fatto telefonate a chicchessia? Dunque c’è già una menzogna in ballo: che non assolve Moggi, ma ci fa fare un passettino serio avanti. Se in ballo c’era per la giustizia sportiva la violazione dell’art.1 delle Carte Federali sulla lealtà sportiva e altre menate del genere…, Moratti mai entrato in questa inchiesta deve essere processato dalla Procura Federale come Moggi. Soltanto per assolverlo, naturalmente, per vedere le differenze, per non essere costretti a cambiare l’occhiello da Moggiopoli a Morattopoli, cosa che a molti dispiacerebbe di certo.

La “discarica Moggi” era stata chiusa dal Ministro per l’Ambiente rotondocratico ormai da tempo. Riaprirla vorrebbe dire munirsi di maschere per il tanfo: ma quale? Quello già dentro o quello ancora fuori? Nel frattempo i due pubblici ministeri del processo di Napoli, oggi Narducci e Capuano, ieri Narducci e Beatrice che mi hanno fatto l’onore della citazione in un’intervista a “L’Espresso” di tre anni fa (“l’unico che ha capito è Oliviero Beha e per questo non lo fanno scrivere…”) hanno avuto un’uscita sorprendente.

In commovente sincronia con la pubblicazione della telefonata di Moggi su questo giornale hanno affermato che “le vittime non devono diventare i colpevoli”, frase che ha fatto il giro mediatico del mondo. Non so a voi, ma a me è sempre parso importante nel quadro ”della separazione delle carriere” che gli inquirenti facessero gli inquirenti (e sono certo che i PM lo stanno facendo nel modo migliore possibile…) e i giudicanti i giudicanti. E allora che cos’è questa storia di “vittime” e “colpevoli”? Quindi sarebbe già tutto deciso? E che cosa significa che le telefonate morattiane non sono state prese in considerazione ? In base a quale criterio? Nessuno ricorda che Narducci nell’ottobre del 2008 a inizio processo a Giraudo con rito abbreviato “escluse tassativamente” l’esistenza di altre telefonate fuori indagini? Se il capo di quelle indagini era l’allora maggiore dei Carabinieri Attilio Auricchio, che oggi da tenente colonnello in aula a Napoli va avanti a colpi di “non ricordo” (e gli inquirenti comprensivi al Presidente di Tribunale: "Può capitare, non le pare?"…) e citando come fonte i tabellini della Gazzetta dello Sport, forse su queste telefonate “escluse” dall’inchiesta c’è qualcosa da dire? Oppure no? Se le ignoriamo facciamo parte di quella “informazione smemorata e superficiale” di cui sopra. Per soprammercato, altro uovo fondente, mentre qui si faceva quella meritoria opera di memoria riepilogata… su tutti gli altri giornali (e per quel poco che conta anche per bocca di chi scrive nel corso del Tg3 di sabato) usciva una telefonata “meravigliosa” di Bergamo a Galliani, in cui il designatore (lo stesso “trascritto” con Moggi qui) chiedeva ausilio e “calore, molto calore” al vicepresidente del Milan allora reggente della Lega calcio e anche del Milan stesso (maggio 2005,vigilia di Milan-Juventus decisiva per lo scudetto, e Berlusconi a Palazzo Chigi autosospeso dalla carica al Milan per non infrangere il conflitto di interessi…).

Perbacco, sento odor di occhielli sparsi, magari anche “Gallianopoli”… E invito a fare lo stesso con Galliani: sostituite il suo nome con quello di Moggi e magari chiedete un nuovo processo sportivo anche per lui. Ma siccome qui la disciplina praticata sembra essere soltanto il penale, e le magagne e le insufficienze della giustizia sportiva, che vedono responsabili anche giudici ed ex giudici in forza ad essa, paiono non avere alcun valore, restiamo anche noi al penale. Per tanti motivi, di cui ho scritto moltissimo, qui e dove ho potuto, e detto ovunque mi fosse possibile, è improprio e distorcente parlare di una Moggiopoli e di un sistema-Moggi senza collegarlo alla vera questione, che è quella di Calciopoli e di un sistema-calcio. E’ “smemorato e superficiale” non conoscere e collegare i fatti, gli arbitri di allora “sicari”- da dimostrare- di Moggi e c. (a proposito, Paparesta ha negato sempre di essere stato chiuso nel famoso spogliatoio: abbiamo deciso noi a tavolino che mente e che quindi invece che di “millanteria disdicevole” Moggi è passibile di “violenza privata”? Ma insomma, i processi li facciamo noi o “loro”?) con gli arbitri di oggi, designati da quel Collina che è dentro molte telefonate di cui finora ci mancava notizia.

Ai “fans” del penale, cui volentieri mi associo anch’io magari su Facebook, con lo stesso spirito con cui da cittadino pretendo la processabilità di Berlusconi e c. senza impedimenti di alcuna sorta, raccomanderei coerenza e non “rigore” a scacchi. E’ una vita, dal caso Camerun in poi, che chiedo pulizia nel calcio,adesso essere superato a destra e nella corsia d’emergenza mi sembra una violazione del codice stradale.

Chiudo con una notizia e una domanda, stile vecchi tempi. Vi ricordate di Grazia Fazi, la segretaria della Can definita la “zarina” di Moggi e Bergamo, per mesi sui giornali nel 2006 e rinviata a giudizio a Napoli? Ci credete se vi dico che non è stata mai, dico mai, interrogata da nessuno, in divisa da carabiniere o da giudice? E poi dice che uno è prudente nell’usare gli occhielli…Un po’ di pazienza, nessuno sconto, ma anche nessuna “informazione smemorata e superficiale”.

Oliviero Beha
 
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