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deducibilita' affitto negozio

Il comodato, come si ricava dall’articolo 1803 C.C., è un contratto essenzialmente gratuito,mancando, per definizione, il corrispettivo.
In altri termini, il comodante non può pretendere alcuna controprestazione, altrimenti configurandosi un contratto di locazione, anziché di comodato.
Occorre, comunque, evidenziare quanto segue:
- il carattere “essenzialmente gratuito” non contrasta con la dazione di un modesto contributo pecuniario spontaneamente corrisposto dal comodatario (C.C. 16.11.1994/9694);
- è possibile apporre al contratto, senza snaturarne il contenuto, una clausola modale che preveda, a carico del comodatario, il versamento di una somma periodica a titolo di rimborso delle spese condominiali (Cassazione Civile, sentenze nn. 3021/2001 e 4976/1997), purché l’entità della somma non sia tale da costituire una vera e propria controprestazione.
Nella fattispecie oggetto del quesito, così come rappresentata, si può osservare quanto segue:
- le previsioni da inserire nel contratto sembrano configurare una vera e propria controprestazione;
- la somma, modesta, dovrebbe poi essere corrisposta a titolo di rimborso e non mediante “accolli” di debito;
- nel caso prospettato, comunque, pur trasformando gli accolli in somme da rimborsare, si configurerebbe, di fatto, una vera e propria controprestazione, così realizzandosi un contratto di locazione.

ti consiglio di sistemare la situazione con un regolare contratto di affitto.
 
Una volta tanto sono d'accordo con Alberto.
Una cosa è la sublocazione altro è il comodato, aldilà delle belle parole o l'ago nel pagliaio. La prola che, giustamente, sottolinea Alberto è la Gratuità. Se neghiamo questo...

Ciao
 
IL comodato è gratuito,la fattispecie evidenziata nel quesito, al di là dei giri di parolone e delle disquisizioni tecnico giuridiche è sub-affitto.......
 
al di la di giri di parole e disquisizioni..

le spese per essere deducibili devono essere:

- inerenti;
- debitamente documentate...

e, se il sub-affitto nn lo puoi fare.. tecnicamente e giuridicamente... la spesa nn è detraibile, o almeno, si corre il rischio di contestazioni, in quanto la spesa nn è debitamente documentata.

per questo bisogna mettere a posto i contratti, per questo si corre il rischio di incorrere nella presunzione dei redditi per interposta persona,...

nn è cosi semplice...

ciao
 
nel caso esposto trattasi di subaffitto, che non ha niente a che vedere col comodato gratuito.
 
di fatto si ma bisogna vedere il tutto nel suo insieme:
se il soggetto che ha ricevuto in comodato può subaffittare (e di solito no, in quando il comodante da in comodato solo per i bisogni del comodatario..)
se nn può.. beh..

qui la situazione va messa sicuramente a posto..
poi.. ognun fa quel che gli va..
ciao
 
Caro Alberto, leggo solo ora le tue autorevoli risposte e volentieri proseguo nel dibattito iniziato a mezza estate, ma che possiede ancora esuberante vitalità in questo declinar della bionda stagione che l'implacabil fato immette nell'autunnal percorso.

Pur apprezzando lo sforzo da te profuso nel cercare di circoscrivere l'argomento, nel tentativo di ricondurlo nell'alveo che possa ricomprenderlo in un unico insieme facilmente identificabile, non posso non rilevare che spesso la tua analisi è sconfinata in territori "ultrapetita" , venendo a deduzioni che vanno al di là di quanto prospettato da Alessandra circa la regolarità e la liceità del contratto stipulato tra le parti.

Il fisco, ripeto, la propria risposta procedurale l'ha già formulata nei termini riassunti nella seconda parte del mio intervento dell'8 agosto.

Riguardo alla configurazione dell'atto stipulato, nel ribadire che interpretazioni analogiche non possono far altro che ricondurlo alla fattispecie del comodato, mancando nella vicenda il rapporto sinallagmatico, va rilevato che solo alcuni elementi possono far presagire ad un contratto di subaffitto, quale l'immissione del terzo nell'uso del bene, ma ciò non è sufficiente a formalizzare una discriminante tale da disegnare fisionomicamente un negozio giuridico
nel quale le parti inequivocabilmente hanno manifestato la volontà di porre in essere un atto che nella sua sostanzialità sicuramente è gratuito.

ciao, con amicizia
 
nn sono affatto d'accordo...

mi spiace, ma nn credo sia come tu dica, il fatto che vada o meno applicata l'iva è secondario sul fatto che l'operazione nel complesso sia corretta.

leggiamo bene il quesito:

- chi gestisce il negozio lo gestisce con contratto di comodato.

- chi ha dato il negozio in comodato è una terza persona che lo ha ricevuto in affitto dal proprietario.

può chi gestisce in affitto un immobile darlo in comodato gratuito?
se è gratuito le sentenze Cassazione Civile, sentenze nn. 3021/2001 e 4976/1997 citate sono chiare, qui si riaddebita al comodatario l'affitto che paga il comodante e allora nn si può piu parlare di comodato e quindi il comodato in essere nn esiste, è un subaffitto di fatto ...

(che poi vada rifatturato con iva o no secondo quanto dice il fisco è altro problema, qui si parla se il comodatario può dedurre il tutto o meno)

può l'affittuario dare in comodato gratuito? secondo me no in quanto nn ha la disponibilità della cosa, nn è sua, nn ne può disporre a proprio piacimento, il comodato ha regole precise......

se nn può dare in comodato, la spesa del comodatario per il riaddebito dell'affitto è debitamente documentata, requisito fondamentale per detrarsi il costo?...

mi chiedo perchè ha dato in comodato e nn in subaffitto? nn poteva manco subafittare? si faceva un subaffitto di pari importo, e nessuno aveva nessun tipo di problema..

se l'affittuario nn può comodare, chi deve dichiarare il reddito del presunto subaffitto?

ripeto, la situazione va sistemata.

ciao
 
Ancora con sta storia..................................
Scusate ma è di una banalità esasperamte.
 
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