fondamentalmente è una questione culturale ovvero si basa sulla positiva o negativa percezione che il contribuente ha dei servizi che il contribuente riceve in cambio dalle imposte che paga.
questa frase di angelo riassume perfettamente il mio pensiero. pensiamo ad un lavoratore dipendente che già fa fatica ad arrivare alla fine del mese per i soliti motivi: i prezzi delle case sono altissimi, da qui rate del mutuo sempre più alte ( e l'aumento continuo dell'euribor non è d'aiuto) oppure chi è meno fortunato paga l'affitto (e non è che sia molto meglio per il portafoglio); la benzina per andare al lavoro sempre più cara come del resto il costo della vita in generale; e ora l'aumento delle tasse di proprietà, i ticket sanitari, la tassa sui giorni di vacanza (quella sospirata settimana all'anno in romagna), l'aumento delle addizionali regionali e ici..
e poi il governo dice che tutta l'Italia deve sacrificarsi per risanare i conti e che le aliquote irpef sono state abbassate.. ma quanti servizi abbiamo in cambio? se un lavoratore con reddito di 15.000 risparmia per ipotesi 100 euro con le nuove aliquote e detrazioni li perde quel giorno che paga il bollo euro 2 (non tutti hanno il 4, sono sempre auto nuove), quel giorno che deve fare le analisi del sangue e quel giorno che fa un fine settimana al mare.
poi ovvio che quel giorno che lo stesso va dal dentista o deve aggiustare il rubinetto chiede al dentista/idraulico di pagare in nero.. non solo perchè è un perfido evasore, ma perchè per tante persone la sindrome da quarta settimana c'è eccome, forse sempre di piu