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Cessione crediti a familiare

guest777

Utente
Ad una risposta da un interpello riguardante la cessione dei contributi per elettricità, da questo punto di vista simili alle detrazioni per ristrutturazioni, l'ade ha dato un suo parere. Personalmente però non ho capito se questa sia o meno a favore della possibilità di pagare acconti superiori al dovuto utilizzando i crediti acquisiti in compensazione. Qui il link: https://www.agenziaentrate.gov.it/p...2023.pdf/b740ab74-e3b0-f6f8-0a48-0cbe775b4f7a

Cosa ne pensate?
 

catia71

Utente
"il versamento di un acconto ''previsionale'' maggiore rispetto a quello ''storico'', nel limite del dovuto, pare pienamente lecito", il caso riguarda l'ambito del consolidato ma poco importa nella sostanza, l'inghippo secondo me sta nel limite del dovuto che è un po' il principio a cui l'ade si ispira ma anche alcune sentenze che ho avuto modo di leggere in relazione all'abuso del diritto, l'ultimo capoverso secondo me è abbastanza chiarificatore "in nessun caso il versamento dell'acconto, qualora eccedente rispetto a quanto effettivamente dovuto, potrà consentire il rimborso della relativa imposta o un effetto trascinamento tale per cui il credito speso per il pagamento venga utilizzato in qualsiasi modo dopo il 30 giugno 2023" per come la leggo io puoi usarlo in compensazione anche per un importo maggiore solo se effettivamente troverà capienza nell'effettiva imposta dovuta.
 

guest777

Utente
"il versamento di un acconto ''previsionale'' maggiore rispetto a quello ''storico'', nel limite del dovuto, pare pienamente lecito", il caso riguarda l'ambito del consolidato ma poco importa nella sostanza, l'inghippo secondo me sta nel limite del dovuto che è un po' il principio a cui l'ade si ispira ma anche alcune sentenze che ho avuto modo di leggere in relazione all'abuso del diritto, l'ultimo capoverso secondo me è abbastanza chiarificatore "in nessun caso il versamento dell'acconto, qualora eccedente rispetto a quanto effettivamente dovuto, potrà consentire il rimborso della relativa imposta o un effetto trascinamento tale per cui il credito speso per il pagamento venga utilizzato in qualsiasi modo dopo il 30 giugno 2023" per come la leggo io puoi usarlo in compensazione anche per un importo maggiore solo se effettivamente troverà capienza nell'effettiva imposta dovuta.
Quindi secondo te potrebbe essere ammesso per un dipendente il versamento di acconto irpef con compensazione credito da ristrutturazione, per un importo massimo entro l'imposta netta che si prevede di avere a fine anno? Nonostante il datore di lavoro faccia già le trattenete?
 

axoduss

Utente
E' un interpello molto interessante!!!!

"La ratio della previsione normativa è dunque di favore verso il contribuente, il quale, in sede di acconto, quando abbia ragionevole certezza sull'ammontare finale dell'imposta da versare, può evitare di anticipare somme che in ultimo risulterebbero non dovute"

Parere personale: sia il quesito sia la risposta presuppongono che il pagamento dell'acconto in misura diversa rispetto a quanto sempre fatto sia motivato da una previsione "certa" che l'anno successivo ci sia una diversa imposta da pagare.

Poi alla fine scrivono "va rimarcato che in nessun caso il versamento dell'acconto, qualora eccedente rispetto a quanto effettivamente dovuto, potrà consentire il rimborso della relativa imposta " che pare chiudere il discorso

Quindi secondo te potrebbe essere ammesso per un dipendente il versamento di acconto irpef con compensazione credito da ristrutturazione, per un importo massimo entro l'imposta netta che si prevede di avere a fine anno? Nonostante il datore di lavoro faccia già le trattenete?
Dalla mia lettura questo interpello chiarisce che un lavoratore dipendente non può fare questa operazione
 

catia71

Utente
Quindi secondo te potrebbe essere ammesso per un dipendente il versamento di acconto irpef con compensazione credito da ristrutturazione, per un importo massimo entro l'imposta netta che si prevede di avere a fine anno? Nonostante il datore di lavoro faccia già le trattenete?
A mio modesto parere esattamente il contrario, cioè non puoi pagare un acconto in prospettiva di un'imposta non dovuta, solo per procrastinare o sostituire un credito che altrimenti perderesti. Se il datore di lavoro trattiene le imposte, come del resto non può esimersi da fare, è ovvio che non avrai imposte da pagare.
 

guest777

Utente
A mio modesto parere esattamente il contrario, cioè non puoi pagare un acconto in prospettiva di un'imposta non dovuta, solo per procrastinare o sostituire un credito che altrimenti perderesti. Se il datore di lavoro trattiene le imposte, come del resto non può esimersi da fare, è ovvio che non avrai imposte da pagare.
Chiarissimo, ti ringrazio. Continuo a ritenere che la ratio della norma sia assurda, ma tant'è. In sostanza, se io cedo i miei crediti fiscali ad una colf/badante, il cui datore di lavoro non è sostituto d'imposta, allora lei potrà tranquillamente utilizzare i crediti acquisiti per compensare i propri F24, mentre se li cedo ad un altro lavoro dipendente, allora questi non potrà farlo. Basterebbe poter comunicare al proprio datore di lavoro i crediti acquisiti e i relativi importi, codici tributo e scadenze, chiedendo di tenerne conto nei versamenti mensili, e questa disparità non avverrebbe, ma pare non sia possibile agire in tal senso... O semplicemente poter inserire i crediti acquisiti nella dichiarazione dei redditi, e veder compensare l'imposta netta direttamente in fase di liquidazione annuale dell'imposta... Il fatto ad ora è che chi ha un cugino che fa il meccanico, il barista, l'albergatore o l'idraulico (anche forfettari) è più agevolato rispetto a chi ha cugini commessi, impiegati, operai.
 
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