Gio.
Utente
Ad una settimana dalla ricorrenza di "Tutti i Santi" ci puo' stare....due righe di meditazione, su di una beatitudine, come li puo' sottoporre qualsiasi essere mortale, con nessun intento di insegnamento od indirizzo a nessuno, ma unicamente convinto del "benessere di animo", che puo' provocare il soffermarci su di alcuni passi....analizzati o meno, la funzione in parole spicciole e' quella di sollevarci in una giornata di lavoro e renderla meno "pesante" ed un attimo + gioiosa, stessa funzione, ne' piu' ne meno delle barzellette in pausa caffe',di una "bella poesia" letta con immediata partenza della mente rivolta ai sogni, oppure lo stato d'animo "sollevato",nell'avere avuto risposta e risolto un quesito attinente il nostro lavoro contabile-fiscale ed amministrativo!
"Beati i poveri in Spirito perchè di essi è il regno dei cieli"
Vogliamo però capire bene il senso di questa beatitudine dei poveri in spirito che non significa affatto disprezzo dei beni di questa terra ed esaltazione della miseria e dell'indigenza.
L'uomo - dice Dostoevskyj - ha un assoluto bisogno di adorare; s'inginocchia quindi o davanti a [argomento delicato] o davanti a un idolo: non potete servire contemporaneamente [argomento delicato] e mammona (le ricchezze)".
Il Regno di [argomento delicato]! Non è simile a un tesoro, come ha detto Gesù, talmente prezioso che, se lo trovi, vendi tutto pur di avere il tesoro?
Allora ecco un punto fermo: non divento povero per trovare il Regno, ma anzitutto perché l'ho trovato.
Dopo lo cercherò ulteriormente. Ma intanto se sono così persuaso che la vera ricchezza è il regnare di [argomento delicato] e del suo amore nella mia vita, io mi sbarazzo volentieri delle altre ricchezze perché m'intasano, a lungo andare mi soffocano e spengono.
Questa meditatione acquista il senso di una sciabolata di luce sulla nostra società dove tutto, dall'economia alla politica, alla produzione editoriale e degli spettacoli e di tutto il resto, perfino i prodotti farmaceutici ( e la salute!), tutto è in funzione del denaro.
In questo grande "ipermercato", andare in profondità nella beatitudine dei poveri in spirito, vuol dire riscoprire sostanzialmente l'urgenza di gestire in modo nuovo e libero (voglio dire autenticamente cristiano) ogni tipo di ricchezza. Il denaro, ma anche ogni proprietà, compresa l'intelligenza, le proprie qualità psicofisiche, la cultura, il proprio tempo. Tutto mi è stato dato in uso non in proprietà.
L'avido attaccamento è segno di errore esistenziale, ma è anche fonte di chiusura all'amore, d'inquietudine, paura, depressione, a volte vera fonte di follia.
R. Hobbs, un economista inglese, ha scritto: "Il denaro è qualcosa che macchia. L'unico modo per non lasciarmene macchiare è considerarlo un mezzo che [argomento delicato] mi ha dato, non per la mia esclusiva sicurezza, ma per fare del bene agli altri. Sono solo un amministratore e alla fine della vita sarò giudicato sulla mia amministrazione, non sulla mia ricchezza. Guai a me se uso il denaro per corrompere un giudice o qualsiasi altro! Posso solo usarlo per l'unica ricchezza che conta: l'amore".
Chiusa (la parentesi)... ed avanti tutta in questo venerdi' tipico autunnale, saluti "bandaaaa"!:sun::sun:
"Beati i poveri in Spirito perchè di essi è il regno dei cieli"
Vogliamo però capire bene il senso di questa beatitudine dei poveri in spirito che non significa affatto disprezzo dei beni di questa terra ed esaltazione della miseria e dell'indigenza.
L'uomo - dice Dostoevskyj - ha un assoluto bisogno di adorare; s'inginocchia quindi o davanti a [argomento delicato] o davanti a un idolo: non potete servire contemporaneamente [argomento delicato] e mammona (le ricchezze)".
Il Regno di [argomento delicato]! Non è simile a un tesoro, come ha detto Gesù, talmente prezioso che, se lo trovi, vendi tutto pur di avere il tesoro?
Allora ecco un punto fermo: non divento povero per trovare il Regno, ma anzitutto perché l'ho trovato.
Dopo lo cercherò ulteriormente. Ma intanto se sono così persuaso che la vera ricchezza è il regnare di [argomento delicato] e del suo amore nella mia vita, io mi sbarazzo volentieri delle altre ricchezze perché m'intasano, a lungo andare mi soffocano e spengono.
Questa meditatione acquista il senso di una sciabolata di luce sulla nostra società dove tutto, dall'economia alla politica, alla produzione editoriale e degli spettacoli e di tutto il resto, perfino i prodotti farmaceutici ( e la salute!), tutto è in funzione del denaro.
In questo grande "ipermercato", andare in profondità nella beatitudine dei poveri in spirito, vuol dire riscoprire sostanzialmente l'urgenza di gestire in modo nuovo e libero (voglio dire autenticamente cristiano) ogni tipo di ricchezza. Il denaro, ma anche ogni proprietà, compresa l'intelligenza, le proprie qualità psicofisiche, la cultura, il proprio tempo. Tutto mi è stato dato in uso non in proprietà.
L'avido attaccamento è segno di errore esistenziale, ma è anche fonte di chiusura all'amore, d'inquietudine, paura, depressione, a volte vera fonte di follia.
R. Hobbs, un economista inglese, ha scritto: "Il denaro è qualcosa che macchia. L'unico modo per non lasciarmene macchiare è considerarlo un mezzo che [argomento delicato] mi ha dato, non per la mia esclusiva sicurezza, ma per fare del bene agli altri. Sono solo un amministratore e alla fine della vita sarò giudicato sulla mia amministrazione, non sulla mia ricchezza. Guai a me se uso il denaro per corrompere un giudice o qualsiasi altro! Posso solo usarlo per l'unica ricchezza che conta: l'amore".
Chiusa (la parentesi)... ed avanti tutta in questo venerdi' tipico autunnale, saluti "bandaaaa"!:sun::sun: