Riferimento: Ditte Artigiane che lavorano insieme
Tempo fa cercai di capire meglio quella sorta di postulato che spesso si sente in ambito artigiano per cui "due atigiani non devono fatturasi tra loro" e ricordo che proposi anche i miei dubbi su questo forum.
Effettivamente a volte si trovano situazioni tra artigiani in cui uno raccoglie le commesse di lavoro, poi entrambi svolgono il lavoro, uno dei due fattura al committente a l'altro artigiano fattura al primo come sub appaltatore.
Tale situazione se raggiunge livelli tali per cui il fatturato di un argigiano è rappresentato per una alta percentuale da ricavi provenienti da fatture fatte ad altro artigiano, allora ritengo che la cosa è degna di opportuna attenzione.
Infatti così facendo, come evidenziato da Saura, si potrebbe celare dietro alla collaborazione un rapporto di natura subordinata, come se uno dei due fosse un dipendente dell'altro.
Inoltre una stretta collaborazione potrebbe far sorgere il dubbio di una società di fatto. Mi spiego, se uno dei due si accolla tutte le spese realtive all'acquisto di materie per eseguire un lavoro su cui opera anche altro artigiano, oppure è l'unico che acquista i beni strumentali e la cosa diventa una consuetudine, allora questo può far pensare ad una società di fatto se poi alla fine si dividono i proventi della commessa.
Le conclusioni a cui sono giunto sono le seguenti che di seguito propongo anche per eventuali commenti:
1- Collaborazioni tra artigiani sono possibili, ma occorre non esista una sorta di esclusività del rapporto tale per cui uno fatturi sempre ad altro artigiano;
2- E' bene che ognuno abbia i propri beni strumentali e propri materiali di consumo;
3- Quando è possibile è preferibile che, seppure di fatto si collabori, il rapporto si tale che comunque entambi fatturino al committente, evitando fatture incrociate;
4- E' bene che in caso di verifiche in cantiere ciascuno abbia il proprio tesserino cantieri come titolare;
5- E' bene che in caso la commessa sia consistente (si pensi a cantieri pluriennali) si sottoscriva un accordo di associazione temporanea d'impresa.
Almeno così ho cercato di inquadrare il problema, anche se ammetto non sono sicurissimo di aver esaurintemente risolto la questione, tant'è che se ci saranno altri contributi alla discussione, attingerò io stesso volentieri.