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Apertura posizione iva

P

Pierluigi

Ospite
<HTML>Ho ricevuto un’offerta di lavoro come procacciatore d’affari il cui compenso prevede un minimo rimborso spese e le classiche provvigioni.
L’azienda non è (ovviamente) interessata a propormi un contratto come lavoratore dipendente e mi ha esposto come unica alternativa l’apertura della partita I.V.A., soluzione verso la quale ho moltissimi dubbi per i costi di gestione che comporta e l’incertezza che deriva dall’affrontare un’esperienza di lavoro a provvigioni.
E’ consigliabile, almeno sino a quando non potrò contare su un giro d’affare decente, un (meno impegnativo?) contratto di collaborazione continuativa? Ci sarebbero altre soluzioni?
Grazie mille</HTML>
 
L

Luigia Lumia -

Ospite
<HTML>La risposta per poter essere data correttamente necessita di ulteriori importanti elementi, primo fra tutti l'ammontare presunto delle provvigioni. Dal primo gennaio 2001 le provvigioni sono infatti assimilate al reddito di lavoro dipendente ed in pratica godono di una esenzione da imposte sino a 12 milioni. D'altra parte anche i redditi di impresa minimi godono di determinate detrazioni. E quindi bisogna fare i conti.
Altra considerazione importante è tenere presente le spese che si sostengono per lo svolgimento dell'attività. Le collaborazioni non ammettono detrazioni di spese, la partita IVA consente invece di detrarre le spese sostenute inerenti ai ricavi, pur con delle limitazioni. Questa è la problematica ma per una risposta esatta Le consiglio di rivolgersi a un professionista.
Luigia Lumia - www.fiscoetasse.com</HTML>
 
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