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Accertamento fatture soggettivamente inesistenti

cippe

Utente
Buonasera, vi faccio un riassunto breve: accertamento cattivo della gdf che mi contesta l'oggettività di una mare di fatture di merce, di fornitori diversi, documentalmente corrette (pagamenti, spedizioni ecc...) utilizzando come unico indice il fatto che una era coinvolta in un giro di fatture false, l'altra non aveva presentato i bilanci, l'altra era sconosciuta al fisco ecc... L'agenzia delle entrate invece giustamente ritiene le fatture valide anche solo per un discorso meramente commerciale (ho acquistato tot, ho venduto tot, se metà degli acquisti sono falsi, ho venduto aria fritta?) oltre che per un discorso logistico dove ci sono bolle di consegna ecc... e nel mentre sul piano penale sono stato assolto in fase preliminare perchè il fatto non sussiste. Nonostante l'assoluzione penale, sapendo benissimo essere un binario parallelo e con regole differenti, e nonostante l'ottimo rapporto con l'agenzia, hanno inviato avviso di accertamento richiedendo l'iva, dicendo di non assumersi la responsabilità di ritenere il tutto nullo, ma affidando la cosa ad un giudice tributario invitandoci a fare ricorso.

Le mie domande sono le seguenti:
1) il cane che si morde la coda. Se tu agenzia, avessi ritenuto le fatture non detraibili come costi non documentabili per mancanza di alcuni documenti, avrei capito. La se mi richiedi l'iva dichiarando le fatture soggettivamente inesistenti, che sono già state considerate non soggettivamente inesistenti, non c'è un inghippo?

2) nel caso della soggettività, una volta mostrata determinata documentazione, sta all'ufficio dimostrare una mia complicità con determinate prove (mail, messaggi, telefonate, chat, dichiarazioni da parte di qualcuno coinvolto ecc..)... ma se in un'operazione dove io pago con bonifico, mando il corriere a ritirare la merce presso la sede legale ed operativa del fornitore, ho la prova di consegna di tale merce, il fornitore ha regolare sito internet con registrazione all'ingrosso, mandava regolari email, newsletter ecc... mi sembra un po' poco il solo fatto che non abbia presentato i bilanci come prova della mia malafede no?

Ovviamente il tutto è il mano da tempo ad avvocati, ma chiedo anche a voi qualche elemento che possa essere utile in fase di adesione onde evitare di fare ricorso che mi sembra davvero una perdita di tempo e di denaro, quantomeno su alcune situazioni salde come quella dell'esempio.

Grazie
 
credo che pur considerando la tua valutazione corretta chi debba alla fine riconoscerla altri non sia che la commissione tributaria; ecco perchè ti hanno consigliato la produzione di un ricorso
ciao
 
Ciao Cippe: hai acquistato della merce e ti dei detratto l'iva. Se il tuo fornitore non presenta i bilanci, non vedo ravvisabile alcuna truffa iva... saranno problemi del tuo fornitore, ma a te la cosa ritengo non interessi (l'iva l'ha versata, non presentando il bilancio forse non ha versato ires/irap... la cosa a mio avviso non ti tocca).
Se il fornitore è sconosciuto al fisco/giro fatture false/documento soggettivamente inesistente: l'iva che ti sei detratto, il fornitore l'ha versata all'erario? Se si bene, altrimenti c'è danno all'erario. E se tu sei coinvolto ne paghi le conseguenze.
Questo detto in maniera assolutamente superficiale, poi i tuoi consulenti, con le carte sotto mano, sicuramente sapranno consigliarti a dovere.
Gianni
 

cippe

Utente
credo che pur considerando la tua valutazione corretta chi debba alla fine riconoscerla altri non sia che la commissione tributaria; ecco perchè ti hanno consigliato la produzione di un ricorso
ciao
Capisco, tuttavia resta la domanda sulle scornate tra tributario e penale. Se a livello tributario, mi fossero stati chiesti soldi con una qualsiasi motivazione, quantomento a rigor di logica avrei compreso. Ma come si può chiedere l'iva per fatture soggettivamente inesistenti, dove esiste quindi un reato, quando il reato non sussiste secondo il giudice penale?

Ciao Cippe: hai acquistato della merce e ti dei detratto l'iva. Se il tuo fornitore non presenta i bilanci, non vedo ravvisabile alcuna truffa iva... saranno problemi del tuo fornitore, ma a te la cosa ritengo non interessi (l'iva l'ha versata, non presentando il bilancio forse non ha versato ires/irap... la cosa a mio avviso non ti tocca).
Se il fornitore è sconosciuto al fisco/giro fatture false/documento soggettivamente inesistente: l'iva che ti sei detratto, il fornitore l'ha versata all'erario? Se si bene, altrimenti c'è danno all'erario. E se tu sei coinvolto ne paghi le conseguenze.
Questo detto in maniera assolutamente superficiale, poi i tuoi consulenti, con le carte sotto mano, sicuramente sapranno consigliarti a dovere.
Gianni
Sul tuo discorso ho delle curiosità:
Nel primo caso non saprei dirti se risultano versamenti, nel 2018 (qui si parla degli anni 14-16) sono state presentate le dichiarazioni iva e i bilanci arretrati, però mi poni una domanda interessante che sarà mia premura fare a mia volta, ma che mi genera altre domande: se l'iva è stata versata solo in maniera parziale, come puoi stabilire a quale fatture di vendita sia relativa? Se alle mie, o a quelle di altri clienti ad esempio. Inoltre nelle loro fatture di acquisto, l'iva era presente non essendo acquisti intra, quindi comunque fosse anche che non hanno pagato l'iva sul ricarico, hanno pagato l'iva sull'acquisto, quindi anche qui c'è reale margine di manovra o sono solo discorsi?

Per quanto riguarda il danno all'erario nel secondo caso, mi risulta che comunque deve essere provata una mia malafede o peggio, un coinvolgimento. Sarebbe come dire che quando un paio di anni fa hanno chiuso e ingabbiato 18 persone per il sito storico "gli stockisti", fossero andati a esigere l'iva a tutti i clienti


Ovviamente il tutto per parlare e confrontarci perchè la questione è da anni in mano a dei professionisti
 
buongiorno Cippe: mi dici che gli anni contestati siano 2014 e 2016, all'epoca non veniva inviata la LI.PE. adempimento - questo - che serve proprio x recuperare l'iva da parte di chi fattura, trasmette le denunce iva ma, per problemi finanziari, non riesce a versare totalmente/parzialmente il tributo (l'evasione, cioè chi non fattura e non trasmette i dichiarativi) è ben altra questione. Per verificare se verso l'iva a debito (quindi quella sulle mie fatture di vendita) l'accertatore, oltre alla denuncia iva, richiede le liquidazioni iva periodiche e i relativi registri (acquisti + vendite + corrispettivi). Da un esame di tali documenti si riesce a verificare l'eventuale mancato versamento.
Per il secondo punto, è compito dell'acquirente, usando la famosa "diligenza del buon padre di famiglia" verificare se il soggetto e l'operazione in essere siano regolari o meno; se acquisto un auto nuova con uno sconto rispetto al prezzo di mercato pari al 50%, l'operazione puzza... la presunzione è la ricostruzione di un fatto ignoto attraverso l'esame di fatti e circostanze note. Se l'accertatore presume che tu sia coinvolto, poi la patata bollente passa a te (sulla tipologia/qualità delle presunzioni, in rete trovi ampia letteratura).
Buona giornata - Gianni
 
Buongiorno, a ulteriore integrazione dei discorsi precedenti:

Diritto alla detrazione. Operazioni soggettivamente inesistenti. Onere della prova. Condizioni. Limiti Corte di Cassazione, sentenza n. 24329/2019

In tema di Iva, l'Amministrazione finanziaria, se contesta che la fatturazione attenga a operazioni soggettivamente inesistenti, inserite o meno nell'ambito di una frode carosello, ha l'onere di provare, non solo l'oggettiva fittizietà del fornitore, ma anche la consapevolezza del destinatario che l'operazione si inseriva in una evasione dell'imposta, dimostrando, anche in via presuntiva, in base a elementi oggettivi e specifici, che il contribuente era a conoscenza, o avrebbe dovuto esserlo, usando l'ordinaria diligenza in ragione della qualità professionale ricoperta, della sostanziale inesistenza del contraente; ove l'Amministrazione finanziaria assolva a detto onere istruttorio, grava sul contribuente la prova contraria di avere adoperato, per non essere coinvolto in un'operazione volta ad evadere l'imposta, la diligenza massima esigibile da un operatore accorto, secondo criteri di ragionevolezza e di proporzionalità in rapporto alle circostanze del caso concreto, non assumendo rilievo, a tal fine, né la regolarità della contabilità e dei pagamenti, né la mancanza di benefici dalla rivendita delle merci o dei servizi.
 

cippe

Utente
Faccio un esempio: uno di questi fornitori ha un negozio fisico. Non mi risulta che nessuna persona che acquista presso un negozio, faccia chissà che verifiche sul fornitore, essendo già una struttura reale. I prezzi comunque erano in linea con quelli di altri fornitori ritenuti regolari in fase di verifica. Altra azienda aveva sede operativa dalla quale partiva il materiale, si appoggiava anche ad una logistica, aveva sito internet con sezione b2b ecc... diciamo che non è specificato bene quale sia l'ordinaria diligenza :). Anche la mancanza di struttura (che in questo caso non si discute) al giorno d'oggi viene veramente meno. Sono operativo dal 2003 e paradossalmente la mia struttura, dopo una crescita avuta nei primi anni, ha avuto una decrescita inversamente proporzionale al giro d'affari. Praticamente ormai lavoro dallo studio in casa, da solo, e fatturo 10 volte tanto prima. Uno che fa una verifica su di me basandosi su tali criteri (struttura, dipendenti ecc...) pensa non che sia un evasore, ma un truffatore che ti fa arrivare a casa un mattone ;)
 

cippe

Utente
E mi rimane in testa in contrasto che si è creato. Se tu sostieni che io abbia compiuto un reato penale, sulal base del quale mi chiedi dei soldi, e il giudice penale sostiene che il fatto non sussista, come puoi continuare a chiedermi dei soldi sulla base di un reato che chi di competenza ha giudicato non essere?
 

cippe

Utente
A proposito, e con questa chiudo, ci sono 2 cose ancora più assurde:

1) prendiamo 2 fornitori in esame, con prezzi molto simili, niente magazzino, metodo di lavoro analogo (vendita su varie piattaforme come amazon ed ebay, ben referenziati, più sito web, il tutto su dropshipping, e vendita B2B su triangolazione).

Uno, in regola con i versamenti, ovviamente è ok, l'altro no. Ma essendo tutto analogo, quali dovrebbero essere gli elementi di sospetto da parte mia??

2) la ditta di cui parlavo, dove la merce partiva dalla sede operativa ecc.... nella verifica avuta un anno prima, è stata ritenuta regolareper gli anni 11 e 12. Quindi se io compro da un'azienda per 10 anni, e dopo 8, tale azienda comincia a non pagare niente, non sono stato diligente??

Siamo un po' ridicoli ;)
 
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