Saluti a tutti, volevo porre il seguente problema:
Marito e moglie possiedono il 50% ciascuno dell'appartamento in cui vivono (prima e unica casa). Alla morte del marito, aprile 2009, la moglie e i due figli ereditano la quota (50%) del marito, divisa in parti uguali, 1/3 per uno
Quindi la moglie possiede i 4/6 dell'appartamento in cui continua a vivere. I due figli che vivono ciascuno nel proprio appartamento di proprietà, cedono la loro quota in usufrutto gratuito alla madre, ma senza registrare alcun contratto all'ufficio registri (contratto verbale)
Oggi, leggo che per usufruire delle agevolazioni fiscali Irpef (evitare la rivalutazione di 1/3 della rendita) e ICI (nel comune di residenza NON si paga se l'appartemento è dato in usufrutto gratuito a parenti entro il secondo grado) NON basta la comunicazione al comune (a mano all' ufficio protocollo o con fax/raccomandata alla sezione finanze e oneri tributario servizio ICI), con apposito modulo.
Nella documentazione viene spiegato testualmente che:
"La concessione in uso gratuito presuppone l’esistenza di un contratto di comodato d’uso gratuito tra il proprietario del bene e l’utilizzatore dell’immobile (comodatario).
Il contratto di comodato è regolato dagli artt. 1803-1812 del codice civile.
Si precisa che nella comunione di proprietà, ciascun partecipante ha il diritto di servirsi della cosa comune, purché non ne alteri la destinazione e non impedisca agli altri partecipanti di farne parimenti uso secondo il loro diritto (artt. 1101 e 1102 del codice civile).
Pertanto il mero fatto che uno dei comproprietari abiti l’unità immobiliare non configura di per sé la concessione in comodato da parte dei contitolari.
Per godere dell’esenzione o dell’aliquota ridotta deve essere data prova dell’esistenza effettiva di un contratto di comodato, tra il soggetto che ha costituito la propria residenza nell’immobile e gli altri contitolari.
Il termine di presentazione coincide con quello della presentazione della dichiarazione dei redditi dell’anno in cui l’unità abitativa è stata concessa in uso gratuito."
Mi chiedo:
Che cosa rischio in caso di controllo per lo scorso anno, per il futuro ho tutto il tempo per mettermi in regola, in mancanza di un contratto registrato avendo in mano solo una scrittura privata?
Preciso che tra madre e figli esiste il massimo accordo sulla situazione di fatto
Ringrazio in anticipo per ogni suggerimento
Marito e moglie possiedono il 50% ciascuno dell'appartamento in cui vivono (prima e unica casa). Alla morte del marito, aprile 2009, la moglie e i due figli ereditano la quota (50%) del marito, divisa in parti uguali, 1/3 per uno
Quindi la moglie possiede i 4/6 dell'appartamento in cui continua a vivere. I due figli che vivono ciascuno nel proprio appartamento di proprietà, cedono la loro quota in usufrutto gratuito alla madre, ma senza registrare alcun contratto all'ufficio registri (contratto verbale)
Oggi, leggo che per usufruire delle agevolazioni fiscali Irpef (evitare la rivalutazione di 1/3 della rendita) e ICI (nel comune di residenza NON si paga se l'appartemento è dato in usufrutto gratuito a parenti entro il secondo grado) NON basta la comunicazione al comune (a mano all' ufficio protocollo o con fax/raccomandata alla sezione finanze e oneri tributario servizio ICI), con apposito modulo.
Nella documentazione viene spiegato testualmente che:
"La concessione in uso gratuito presuppone l’esistenza di un contratto di comodato d’uso gratuito tra il proprietario del bene e l’utilizzatore dell’immobile (comodatario).
Il contratto di comodato è regolato dagli artt. 1803-1812 del codice civile.
Si precisa che nella comunione di proprietà, ciascun partecipante ha il diritto di servirsi della cosa comune, purché non ne alteri la destinazione e non impedisca agli altri partecipanti di farne parimenti uso secondo il loro diritto (artt. 1101 e 1102 del codice civile).
Pertanto il mero fatto che uno dei comproprietari abiti l’unità immobiliare non configura di per sé la concessione in comodato da parte dei contitolari.
Per godere dell’esenzione o dell’aliquota ridotta deve essere data prova dell’esistenza effettiva di un contratto di comodato, tra il soggetto che ha costituito la propria residenza nell’immobile e gli altri contitolari.
Il termine di presentazione coincide con quello della presentazione della dichiarazione dei redditi dell’anno in cui l’unità abitativa è stata concessa in uso gratuito."
Mi chiedo:
- Per usufruire delle agevolazioni fiscali di legge, l'usufrutto gratuito va per forza dimostrato con un contratto di comodato gratuito registrato all'ufficio registro (costo circa 170 euro + marche varie da bollo)? Non basta una scrittura privata? (la moglie è proprietaria del grosso dell'appartamento, ci vive anagraficamente e legalmente da 50 anni, i figli vivono altrove).
- Se la registrazione andasse per forza fatta, e i figli la facessero subito, ai fini fiscali nel 730 2009-2010 si può comunque dichiarare il comodato d'uso di fatto, o ciò potrà essere fatto solo il prossimo anno?
- Essendo due i figli ci vorrebbero in questo caso due distinti contratti da registrare? (Spese raddoppiate)
- Il contratto può essere retroattivo? Cioè si può scrivere oggi che l'usufrutto gratuito è partito un'anno fa?
- Se il termine di consegna è quello della dichiarazione dell'anno in corso (quindi fine maggio) faccio ancora in tempo a spedire la comunicazione in comune?
- Dove trovo procedura e costi esatti per la (le) eventuale registrazione/i
Che cosa rischio in caso di controllo per lo scorso anno, per il futuro ho tutto il tempo per mettermi in regola, in mancanza di un contratto registrato avendo in mano solo una scrittura privata?
Preciso che tra madre e figli esiste il massimo accordo sulla situazione di fatto
Ringrazio in anticipo per ogni suggerimento