News Pubblicata il 16/07/2018

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Contratti a termine: la stretta è in vigore

Pubblicato il Decreto Dignità: ecco le modifiche e le conferme in tema di contratto a tempo determinato e i dati poco incoraggianti della relazione tecnica



Dopo la lunga attesa si conferma con la pubblicazione  ieri in Gazzetta Ufficiale la stretta sui contratti a termine inserita nel Decreto dignità,  gia a partire da oggi e anche  in riferimento al lavoro in somministrazione.

La novità rispetto alla bozza approvata la scorsa settimana  è l'inserimento di una specificazione che salva le attività stagionali dagli obblighi di causale, come già succedeva con il Decreto Poletti.   

Si conferma dunque che  a partire da oggi 14.7.2018

  1. si possono stipulare contratti a termine senza causale se inferiori a 12 mesi  o contratti a termine con causale se di durata superiore ( due le possibilità : 1 - esigenze temporanee estranee all'azienda come le sostituzioni per maternità o 2- picchi di attività imprevista e temporanea) 
  2. con atto scritto da consegnare in copia al lavoratore entro 5 giorni.
  3. Anche i rinnovi di contratti già in corso dovranno tenere conto di quest'obbligo
  4. la durata massima complessiva  scende da 36 mesi a 24 mesi
  5. Il contributo addizionale sale di 0,5% della retribuzione imponibile per ogni rinnovo dopo il primo, anche per la somministrazione e anche per le attività stagionali 
  6. le proroghe possono essere al massimo 4, sempre nel limite dei 24 mesi 
  7. La sanzione in caso di violazione dei tempi resta la trasformazione del rapporto in tempo indeterminato.

In queste ore ha fatto scalpore la notizia che i contratti  a termine ogni anno sono quasi 2 milioni e quelli oltre i 24 mesi  sono quasi 80 mila, il 10 % dei quali probabilmente non verrà rinnovato, con la perdita quindi 8000 posti di lavoro ogni anno fino al 2028. Sono i dati indicati dallo stesso  Ministero dell'Economia nella relazione tecnica che accompagna il Decreto  e utilizzati per il conteggio delle coperture necessarie.

Inoltre, si legge nella relazione,   tra il 2018 e il 2019 si stimano  circa 130 milioni di euro come minori entrate fiscali derivanti dal calo di contratti,  che ovviamente non saranno automaticamente sostituiti da contratti a tempo indeterminato. 

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Fonte: Fisco e Tasse



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