News Pubblicata il 18/06/2018

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Contratti a termine: tornano le causali

Il ministro del lavoro preannuncia novità in materia di contratti a tempo determinato, sulle delocalizzazioni e su uno specifico contratto per i "riders"



Il nuovo Ministro del lavoro Luigi di Maio ha annunciato venerdi alcune delle novità che dovrebbero trovare  posto nel  primo decreto in materia di lavoro e di rapporti industriali , in fase di preparazione.

In tema di contratti a termine, si tornerebbe all'obbligo di indicare la motivazione per l'utilizzo  del contratto a tempo determinato, recentemente abolita dal Jobs Act. In particolare ,   si tratta di tre causali prefissate tra le quali il datore di lavoro deve indicarne una:

Sarebbe anche in fase di valutazione la fine della possibilità,  assicurata dal Jobs act alla contrattazione collettiva,  di allungare  i contratti a termine anche  oltre i 36 mesi (termine ordinario).

Altro tema su cui  sono state annunciate novita è il rafforzamento delle tutele per i lavoratori  parasubordinati . E' in programma un incontro oggi con i cd. riders  e le rappresentanze sindacali dei  fattorini per le consegne a domicilio, la cui chiamata viene gestita da applicazioni telematiche. Per loro il decreto dovrebbe introdurre tutele sanitarie, ferie , maternità ecc, e maggiori vincoli per le aziende. Anche con i vertici di Foodora , la principale azienda interessata , è in programma un incontro, dopo che l'amministratore in una intervista ha annunciato che il cd. "Decreto dignità"  potrebbe costringere l'azienda a lasciare l'Italia. 

Sul fronte dei contratti a tutele crescenti  invece non sono stati prennnunciati cambiamenti .Si ipotizza solo un aumento  degli indennizzi nei licenziamenti giudicati illegittimi ma non il ripristino dell'articolo 18.

Nel decreto legge   si prevede anche una  stretta per le aziende che   dopo aver ricevuto incentivi o sgravi dalla finanza pubblica, decidano di delocalizzare.Il ministro intende rafforzare misure già esistenti: un articolo della legge di stabilità 2014  prevede la restituzione degli incentivi in conto capitale  in caso di delocalizzazione extra UE entro tre anni  e per licenziamento di  personale di almeno la metà. Esiste inoltre una circolare  del Ministro dello sviluppo economico che richiede  per l'erogazione di incentivi una «clausola, anche di fonte pattizia» su un obbligo di mantenimento della struttura produttiva nel territorio nazionale.  La nuova proposta trasformerebbe  questa clausola in una vera legge. Inoltre si ipotizza il divieto di delocalizzare ,  sempre per  3 anni , anche  in casi di  messa in mobilità del personale (e senza tetto del 50%). Inoltre la restituzione degli incentivi verrebbe maggiorata dagli interessi legali e scatterebbe anche in caso di  cessione di rami d’azienda o di appalti a terzi . 

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Sul contratto a termine scarica la Circolare del lavoro n. 18 del 11.5.2018 con un completo riepilogo della normativa attuale.

Fonte: Il Sole 24 Ore



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