News Pubblicata il 09/05/2016

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APE le prime indiscrezioni sulle pensioni anticipate

Al lavoro sui meccanismi di pensione anticipata con minima penalizzazione dell'importo dell'assegno il sottosegretario Nannicini. I lavoratori interessati



Il presidente del Consiglio  Renzi ha annunciato la scorsa settimana  che il Governo sta preparando un provvedimento  riguardante la flessibilità in uscita, di cui a lungo si è parlato nei mesi scorsi. Si tratta di una norma che probabilmente vedrà la luce con la prossima Legge di stabilità andando quindi in vigore nel 2017  e che permetterà di andare in pensione in anticipo di tre anni, al massimo, con una  penalizzazione sull'assegno proporzionale al numero di anni . La stampa specializzata  anticipa che il gruppo di lavoro guidato dal sottosegretario Nannicini  sta mettendo appunto una proposta  che attende l'ok del presidente Renzi e del ministro dell'economia Padoan  ( oltre che un probabile confronto con le parti sociali)  e che  si puo sintetizzare come segue:

SOGGETTI INTERESSATI  i nati dal maggio 1951 a fine 1953 , quindi coloro che ormai prossimi alla pensione hanno subito il rinvio previsto dalla Riforma Fornero  e non rientranti nella salvaguardia  dei decreti correttivi. In particolare:

Per le donne in particolare , quest'anno  dovrebbero rientrare solo  coloro che non hanno raggiunto nel 2015 i requisiti della  cosiddetta OPZIONE DONNA che permetteva già alle lavoratrici di queste classi di uscire  con 20 anni di contributi maturati al 31.12.2011.

IL MECCANISMO:  si tratta di una riforma riguardante la pensione di vecchiaia   che sarà strutturale, quindi ogni anno slitterà in avanti  il triennio di applicazione

CALCOLO DELLA PENALIZZAZIONE  Dovrebbe trattarsi del 2,3% per ogni anno di anticipo sugli assegni fino al triplo della pensione minima  mentre su quelli più alti (oltre 1500 euro ) si potrebbe arrivare all’8% . Le aliquote vanno applicate alla quota retributiva maturata:

I DUBBIO

Non è ancora chiaro se la quota di pensione contributiva ridotta verrà calcolata con il coefficiente di trasformazione corrispondente alla data di pensionamento effettivo o  quello ordinario . In questo caso per il finanziamento dei maggiori costi saranno  chiamate in causa banche e assicurazioni per potrebbero anticipare   gli importi  al pensionato o all’erario   e che  sarebbero poi restituiti a partire dal momento di pensionamento ordinario.

Nessuna anticipazione invece sul fatto  se la riforma riguarderà solo  i lavoratori privati o anche il pubblico impiego .

Fonte: Il Sole 24 Ore



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