Domanda e Risposta Pubblicata il 07/12/2020

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Lavoro notturno: quali sono i requisiti e le agevolazioni?

Caratteristiche e definizione di lavoratore notturno secondo l'ispettorato nazionale del lavoro , CCNL, normativa e la Cassazione.



Il lavoratore notturno, per essere definito tale ai fini retributivi e previdenziali viene descritto dall'ispettorato come :

  1. colui che è tenuto contrattualmente a svolgere 3 ore del suo tempo di lavoro giornaliero nel periodo notturno (tra la mezzanotte e le 5 del mattino);
  2. in presenza di un contratto di lavoro  collettivo, è colui che svolge nel suddetto periodo notturno la parte di orario di lavoro previsto dal contratto collettivo, che definisce in dettaglio il numero di giornate e ore giornaliere di lavoro da effettuarsi in tale periodo notturno;
  3. in mancanza di regolamentazione collettiva (o qualora  tale contratto non specifichi il numero di giornate e ore giornaliere da effettuarsi nel periodo notturno)  il lavoratore notturno è colui che svolge almeno 3 ore del suo orario di lavoro giornaliero durante il periodo notturno per almeno 80 giornate lavorative annue.

Questo quanto stabilisce nello specifico la nota dell'ispettorato nazionale del lavoro del 26 novembre 2020.

Va ricordato anche che ai   ai fini del calcolo  della media per  non superare il limite è stato chiarito in una nota precedente dell'INL  che  la media  va calcolata su un periodo lavorativo fisso per tutti di 6 giorni (nel caso prestazione lavorativa su 5 giorni pertanto il sesto giorno è da considerarsi giornata di lavoro a zero ore) e cioè nell’arco temporale settimanale, al “netto” del giorno obbligatorio di riposo previsto dall’art. 7 del D.Lgs. n. 66/2003. 

In altre parole il parametro temporale da prendere a riferimento per calcolare la durata media dell’orario di lavoro notturno (8 ore nelle 24) è la settimana lavorativa intesa come un periodo di 6 giorni .

 Vale la pena sottolineare che i lavoratori notturni hanno diritto ad agevolazioni particolari sia dal punto di vista retributivo che previdenziale.

1 - Il codice civile stabilisce all'art 2108 c.c. 1° che il lavoro notturno, non compreso in regolari turni periodici, debba essere retribuito con una maggiorazione rispetto al lavoro diurno che viene stabilita dalla contrattazione collettiva . I contratti stabiliscono anche i limiti del lavoro notturno e  la sua durata . La maggior parte degli accordi prevede una maggiorazione del 15% per il lavoro notturno .

2 -   Per quanto riguarda l'aspetto previdenziale il lavoro notturno rientra tra i tipi di lavoro Usurante che accedono al  pensionamento anticipato. In estrema sintesi 

a seguito del  decreto legislativo 67/2011  tali lavoratori conseguono  il diritto al trattamento pensionistico con un'età anagrafica ridotta di tre anni rispetto alla pensine di vecchiaia. In questo ambito per essere considerato usurante il lavoro deve essere stato svolto 6 ore a notte  per un certo numero di notti l'anno ovvero se svolto tutto l’anno per almeno 3 ore tra la mezzanotte e le 5.    Vedi i dettagli nell'articolo  Chi sono i lavoratori soggetti a mansioni usuranti

Sul tema va ricordato che la legge di bilancio 2018  ha  previsto che per la rivalutazione dei periodi di lavoro notturno riconosciuto come attività gravosa o usurante dalla legge n. 67 2011,   vengano conteggiati con un coefficiente  aumentato di 1.5 ai fini del raggiungimento del numero minimo di turni necessario.. L'Inps è intervenuta sul tema  con  la circolare di istruzioni  n. 59 del 29 marzo 2018 .

Fonte: Ispettorato nazionale del lavoro

1 FILE ALLEGATO:
INL nota n. 1050 del 26-10-2020 lavoro notturno

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