Nella seduta plenaria del 10 novembre 2022, il Parlamento Europeo ha adottato la Direttiva Corporate Sustainability Reporting Directive nella versione del 1° luglio 2022, che tecnicamente interviene emendando il testo della Direttiva n. 34/2013, la c.d. Direttiva contabile e la Direttiva e Regolamento sull’audit, la «Transparency Directive» , con significative innovazioni in direzione dell’ampliamento dell’informativa sostenibile[1] e l’estensione ad una più grande platea differenziata che comprende PMI quotate e non quotate (su base volontaria).
Si deve attende il prossimo 28 novembre, sarà il Consiglio Europeo a adottare la Direttiva, e successiva pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale Europea ( la Direttiva entrerà in vigore trascorsi 20 giorni).
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I punti, c.d. “innovativi” si possono sintetizzare in:
Il legislatore europeo (ri)denomina la forma di rendicontazione “reporting non finanziario” in “reporting di sostenibilità”[4].
Rispetto alla Non Financial Reporting Directive ,NFRD, la Direttiva CSRD[5]:
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La Direttiva da dato l’avvio all’attuazione di veri propri standard europei dei reporting di sostenibilità su tutte le tematiche Enverinonmental, Social, Governance, ESG, improntati:
Detti standard (coerentemente con le raccomandazioni del TCFD e gli obblighi informativi promananti dalla EU Green Taxonomy (ex art. 8), dalla SFDR, dallo European Pillar on Social Rights e della Direttiva sulla Sustainable Corporate Governance and Due Diligence) saranno direttamente emanati dalla Commissione europea con Regolamenti ad hoc , c.d.“Delegated Acts”.
Il primo set di standard di sostenibilità europei sarà approvato ed emanato entro il 30.06.2023 e il secondo set inclusi quelli settoriali e per le PMI entro il 30.06.2024 e saranno rivisti almeno ogni tre anni.
Sono stati già contemplati i settori che avranno standard specifici in ragione del forte rischio e possibile impatto socio-ambientale:
La Direttiva, inoltre, impegna:
Schema di sintesi: le date di riferimento ed i tempi di attuazione
Data/termine di attuazione | Imprese che rientrano nell’obbligo |
1° gennaio 2024, con primo report all’inizio del 2025 | Le imprese che già producono la Dichiarazione non Finanziaria, DNF, ex D. Lgs 254/2016 |
1° gennaio 2025 | Le imprese che ricadono nel perimetro della Direttiva CSRD e che non producevano la DNF, ex D. Lgs. 254/2016 |
1° gennaio 2026, primo report inizio del 2027, con l’opzione di non applicare la nuova normativa (“opt-out option”) per due anni (ovvero fino al 1° gennaio 2028), salva la necessità di spiegare perché l’impresa ha deciso di avvalersi di tale opzione;
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PMI quotate che ricadono nella direttiva CSRD |
1° gennaio 2028, con primo report inizio 2029 |
Le filiali d’imprese che ricadono nella Direttiva CSRD
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Sotto l’impulso del legislatore europeo, è oramai dato certo che l’informativa sostenibile e la stesura del report di sostenibilità d’impresa diverranno parte integrante del bilancio d’esercizio.
Ciò interessa anche i bilanci OIC.
Anche la Fondazione OIC[8] estende la sua attività alla materialità e alla sostenibilità interagendo con l’EFRAG e l’IFRS Foundation.
Nel prosieguo, si fa riferimento al commento che l’OIC, adeguandosi al percorso di preparazione insieme agli paesi membri verso gli standard europei, ha pubblicato il 4 agosto con riferimento agli Exposure Drafts, ED, pubblicati in consultazione dall’EFRAG (fino al 8 agosto 2022) con riferimento agli effetti sul bilancio dei cambiamenti climatici. L’OIC evidenzia in tale sede, tra l’altro la necessità di una preparazione graduale[9] alla transizione dei bilanci OIC verso l’informativa sostenibile, in vista della data 2024 in cui si prevede il completamento degli standard europei.
Nella fase di transizione verso la sostenibilità in previsione degli Standard europei, l’estensore del bilancio d’esercizio deve porre attenzione:
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[1] Al riguardo si veda il Dossier di Fisco e Tasse, https://www.fiscoetasse.com/Rendicontazione_non_Finanziaria
[2] Cfr Peta M., capitolo 6, “Rendicontazione non finanziaria e modello business sostenibile delle PMI”, Collana E-Book, Fisco e Tasse, Maggioli, settembre 2022.
[3] La Direttiva 34/2013 interviene anche su aspetti definitori rinominando il “reporting di sostenibilità” anziché il precedente “reporting non finanziario”, in più scompare l’espressione “informazione non finanziaria”.
[4] Dalla data di pubblicazione della citata Direttiva sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, dovranno trascorrere 20 giorni per la sua entrata in vigore, gli Stati Membri avranno 18 mesi di tempo per il recepimento della normativa nei propri ordinamenti giuridici.
[5] Il legislatore ha ritenuto di dover introdurre la nuova CSRD, poiché le informazioni non finanziarie richieste dalla NFRD sono ritenute dagli investitori poco complete e di insufficiente qualità, oltre che un ostacolo alla transizione verso l’economia sostenibile.
[6] Ad oggi i requisiti della vecchia Direttiva NFRD sono applicabili soltanto alle grandi imprese che superino almeno due dei tre seguenti criteri: 500 dipendenti medi annui; 20 milioni € di totale attivo; 40 milioni € di ricavi delle vendite
[7] Alla stessa stregua del framework 2022, dei principi di rendicontazione Global Reporting Initiative, GRI
[8] Cfr. Con il comunicato stampa dell’OIC di aprile 2022,è stato reso noto che a seguito della pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del 28 febbraio, la Legge 25 febbraio 2022, n. 15, di conversione del decreto-legge 228/2021, che modifica gli artt. 9-bis e 9-ter del D.lgs. 38/05, l’OIC estende la sua attività alla materia della sostenibilità, interagendo con l’EFRAG e l’IFRS Foundation anche in tale ambito. In particolare, la Fondazione OIC è divenuta il referente nazionale per la definizione degli standard di rendicontazione in materia di sostenibilità. Nella nuova formulazione l'OIC “partecipa al processo di elaborazione di principi e standard in materia di informativa contabile e di sostenibilità a livello europeo e internazionale, intrattenendo rapporti con la International Financial Reporting Standards Foundation (IFRS Foundation), con l'Europea Financial Reporting Advisory Group (EFRAG) e con gli organismi di altri Paesi preposti alle medesime attività”
[9] Ibid., OIC, Comunicato stampa del 4 agosto 2022, www.oic.it