Speciale Pubblicato il 28/11/2017

Tempo di lettura: 4 minuti

Rinuncia TFM amministratore non socio 2017

di Nucibella Dott. Devis

Tassata la rinuncia al Tfm solo per l’amministratore non socio. I chiarimenti nelle Risoluzione dell'Agenzia delle Entrate



L'Agenzia delle Entrate con la risoluzione n. 124/E del 13 ottobre 2017 è intervenuta in materia di tassazione della rinuncia al trattamento di fine mandato (Tfm) da parte di quattro amministratori di una Srl, due soci e due “estranei”. L’Agenzia ha chiarito che per:

L'articolo continua dopo la pubblicità

Potrebbe interessarti la Circolare di approfondimento 219/2017 Rinuncia al Tfm tassata per l’amministratore non socio a cura del Dott. Nucibella. 

Per rimanere sempre aggiornato abbonati alla Circolare del giorno approfondimenti quotidiani (quasi 300 in un anno) precisi, tempestivi e completi, sulle novità e sui temi di maggiore rilevanza fiscale. Durata 12 mesi

TFM 2017: trattamento di fine mandato

Il TFM costituisce l’indennità di fine mandato spettante agli amministratori per la cessazione del rapporto di collaborazione coordinata e continuativa.
In pratica, in maniera sostanzialmente analoga a quanto previsto per i lavoratori dipendenti, agli amministratori viene così garantita un’indennità da corrispondersi, appunto, alla cessazione del rapporto.
La vigente normativa, sia civilistica sia fiscale, non prevede parametri per la determinazione della misura della quota da accantonare, così come stabilito invece dall’articolo 2120, C.c., per il rapporto di lavoro dipendente.
Pertanto, non esistendo limitazioni all’ammontare, il quantum dipende dalle pattuizioni fra le parti.
Si ritiene, tuttavia, che esso debba essere fissato in modo congruo in relazione:

Affinché tale indennità sia corrisposta agli amministratori alla fine del loro mandato, è necessario che la sua erogazione sia stabilita:

L’indennità di fine mandato può essere corrisposta direttamente dalla società, oppure la società può ricorrere per la copertura del TFM a un’apposita polizza assicurativa.

Rinuncia al TFM 2017: l'amministratore rinuncia al trattamento di fine mandato

In caso di rinuncia al Tfm si possono presentare due situazioni differenti qualora la figura dell'amministratore per il quale è stato accantonato il Tfm sia o meno anche socio della società:

Nel corso degli anni la società ha dedotto gli accantonamenti senza che vi sia stata alcuna conseguenza fiscale in capo all'amministratore. La tassazione di tale compenso di fine rapporto scatta in capo allo stesso solo nel momento dell'effettivo incasso. Con la rinuncia la società iscriverà una sopravvenienza attiva tassata e nessuna conseguenza fiscale sorgerà in capo all'amministratore. La tassazione della sopravvenienza riequilibra la situazione (si sono dedotti gli accantonamenti e ora si tassa la rinuncia) in capo alla società, restando del tutto neutra la posizione dell'amministratore (che non avendo mai posseduto tale reddito non deve assoggettarlo a tassazione);

In tal caso pare lecito considerare che la rinuncia al compenso dia luogo fiscalmente a una sopravvenienza  attiva non tassata ai sensi dell'art. 88, 4° comma del Tuir). In tal caso si considera la rinuncia in grado di generare una sopravvenienza attiva che sorgendo da una rinuncia a un credito da parte di un socio è irrilevante fiscalmente (indipendentemente dalla imputazione a conto economico al patrimonio netto)

TFM: risoluzione Agenzia Entrate 124/E del 13 ottobre 2017 sul TFM

Su tale questione è intervenuta recentemente l’Agenzia delle Entrate con la Risoluzione n. 124/E del 13 ottobre 2017. L’Agenzia delle entrate, ricorda in via generale che il comma 4-bis dell’articolo 88 del Tuir, inserito dal decreto internazionalizzazione, prevede che: “la rinuncia dei soci ai crediti si considera sopravvenienza attiva per la parte che eccede il relativo valore fiscale. A tal fine, il socio, con dichiarazione sostitutiva di atto notorio, comunica alla partecipata tale valore; in assenza di tale comunicazione, il valore fiscale del credito è assunto pari a zero”. Secondo tale disposizione legislativa:

L’irrilevanza fiscale della rinuncia e della relativa sopravvenienza attiva, rileva la risoluzione, è dovuta alla volontà del socio di incrementare il patrimonio della società partecipata. Con riferimento al la risoluzione in esame, l’Agenzia chiarisce che, nel caso di rinuncia al trattamento di fine mandato operata da amministratori soci:

Se la rinuncia al Tfm riguarda amministratori esterni alla società, invece, mancando la qualifica di socio, troverà applicazione l’articolo 88, comma 1,del Tuir, con la conseguenza che la società dovrà tassare una sopravvenienza attiva nei limiti delle quote di trattamento di fine mandato accantonate e dedotte.



TAG: Amministrazione e Controllo