Speciale Pubblicato il 01/10/2012

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Immobili: le novità fiscali dopo il Decreto Sviluppo

di Secco Dott. Maurizio

Importanti novità fiscali sugli immobili sono state introdotte dal decreto n. 83/2012 (Decreto Sviluppo) per favorire il settore immobiliare ed edile considerato il volano della crescita economica. I provvedimenti normativi sono intervenuti da un lato aumentando le detrazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie e dall’altro riscrivendo la disciplina Iva delle locazioni e delle cessioni dei fabbricati in modo da favorire le imprese di costruzione.



Il decreto “Passera” o decreto “Crescita” – d.l. n. 83/2012 – ha introdotto importanti agevolazioni per il settore immobiliare ed in particolare per quello delle costruzioni. La relazione illustrativa al decreto ha chiaramente identificato come obiettivo delle novità previste all’art. 11 quello di favorire la realizzazione di interventi di ristrutturazione edilizia, anche nell’ambito della riqualificazione energetica degli edifici, con lo scopo di incentivare la ripresa del mercato delle costruzioni (si ipotizza un incremento di circa il 30%), che da sempre rappresenta uno dei comparti produttivi più importanti
per la crescita del PIL nazionale.
Analogamente, l’obiettivo dichiarato delle novità legislative di cui all’art. 9 consiste nel rendere disponibili risorse economiche che attualmente le imprese di costruzione non utilizzano a causa della vigente normativa Iva. Nello specifico, si è intervenuto in alcune fattispecie che rendevano l’Iva non neutrale nei confronti degli imprenditori edili, quali la norma che prevedeva che le cessioni di immobili destinati ad uso abitativo effettuate da dette imprese costruttrici, oltre i
cinque anni dalla costruzione, fossero sempre esenti dall’imposizione di Iva, così come nella maggior parte delle locazioni di abitazioni effettuate da parte dei medesimi soggetti.
In particolare, sulla base di studi effettuati dall’Ance, è stato ipotizzato che la quota di unità abitative che il costruttore non riesce a vendere dopo i cinque anni sia pari al 6% delle abitazioni ultimate ogni anno. In tali condizioni, e senza modifiche normative, le imprese avrebbero dovuto restituire l’Iva precedentemente detratta all’atto della vendita o della locazione.

Il decreto è quindi intervenuto nel settore dell’edilizia sui seguenti aspetti:

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