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Trasferimento

P

Pippo

Ospite
Salve, una domanda.
La mia azienda si trasferisce (sede unica) in un'altro comune, ho diritto a qualcosa o devo seguire per forza le sorti dell'azienda
grazie
pippo
 
Buongiorno Pippo,

Credo che dovresti vedere cosa c’è scritto nel tuo contratto di categoria.

In generale se il Comune della nuova sede dell’azienda è limitrofo al Comune dell’attuale sede (diciamo < 30 km) non ti spetta niente; le cose invece cambiano notevolmente a seconda se la nuova sede è ad una distanza tale da comportare per te maggiori disagi in termini di costi e di orari, oppure se peggio ancora sarai costretto a cambiare residenza con le immaginabili conseguenze.

Tieni presente che da un punto di vista formale l’azienda dovrebbe comunicarti in forma scritta del tuo trasferimento di sede, almeno un mese prima, indicando modi, tempi ed eventuali condizioni di adeguamento economico, che devono essere da te controfirmate per accettazione (pena: il licenziamento).

Nel caso tu faccia opposizione, dietro tua formale richiesta l’azienda deve motivare la sussistenza di comprovate ragioni organizzative-tecnico-produttive atte a determinare il trasferimento di sede, prima di decidere unilateralmente di licenziarti.

Se mi posso permettere vorrei metterti in guardia sul fatto che, furbescamente, molte aziende approfittano della situazione, di bisogno contingente, non formalizzando niente ed inviando il dipendente nella nuova sede di lavoro dapprima come trasfertista (…mentre la sede vecchia è ancora aperta), in maniera che per contratto egli non possa rifiutarsi e che nel contempo egli provveda a portare avanti, nella nuova sede, tutti i necessari avviamenti tecnici delle attività di sua competenza (…ovviamente tutto questo avviene creando all’interessato positive aspettative di crescita economica e professionale…) ; terminata questa prima fase di “installazione” propongono al dipendente un formale trasferimento di sede alle loro condizioni (….ovviamente svantaggiose) facendo leva sulla maggiore importanza che ha il salvataggio del posto di lavoro; quasi sempre durante quest’ultima fase, l’azienda assume un potenziale sostituto che lavorando in affiancamento al dipendente trasferito lo sostituisce immediatamente non appena questi si dimette.

Spero che tu non venga a trovarti in questa situazione!!!

In bocca…al lupo.

Marco.
 
Grazie 1000 per la risposta, ti ringrazio anche per i consigli.
Nello specifico ti dico che
- la nuova sede non solo dista più di 30 km, ma è anche in un'altra provincia.
- Nella nuova sede si trasferiranno tutti i dipendenti immediatamente, non ci sarà una sede distaccata.
- l'azienda è piccolissima 10 dipendenti circa

se faccio opposizione mi licenziano dunque? in quel caso meglio tacere allora?

Grazie
Pippo
 
Caro Pippo,

Se le cose stanno come tu dici l’azienda dovrebbe comunicarti in forma scritta del tuo trasferimento di sede, almeno un mese prima, indicando modi, tempi e condizioni economiche a tuo favore.

In questa lettera l'azienda dovrebbe specificare di pagarti tutte le spese relative al vitto ed alloggio per un periodo di tempo di almeno 1 anno, necessario a stabilirti nella nuova sede di lavoro.

Non so se poi tu vivi in famiglia, con padre e madre, sei single, oppure hai moglie e/o figli e, sei affittuario o proprietario della casa abitata nell'attuale sede di lavoro, perchè, a seconda dei casi, l'azienda dovrebbe anche pagarti tutte le spese di viaggio per recarti periodicamente (da convenirsi se settimanalmente, mensilmente , etc.) alla tua sede di origine per trovare i tuoi cari, pagarti eventuali indennizzi causati dal recesso del contratto di locazione corrente, se sei affittuario, o pagarti comunque un trasloco per tuo mobilio, più una una-tantum a sostegno delle spese che avrai con le agenzie immobiliari.

Come vedi la situazione non è semplice e devi stare anche molto attento agli eventuali accordi che sottoscrivi perchè poi ti potresti trovare a pagare spiacevoli conseguenze.

Purtroppo, da come scrivi non si evince quale sia la linea di condotta che questa azienda stia seguendo nei tuoi confronti, ma di certo posso dirti che l'assenza di un qualsiasi accordo scritto lascia presagire niente di buono.

Se accetti di trasferirti senza un'accordo scritto, varrà la regola di accettazione col silenzio-assenso e in un secondo momento non potrai più rivendicare i tuoi diritti, se invece, dietro tua richiesta, l'azienda si rifiuterà a fare accordi scritti con te potrai almeno patteggiare una dignitosa buonuscita in sede giudiziale oppure darti quello che ti spetta.

Saluti, Marco.
 
Caro Pippo,

Nel caso tu sia costretto a rassegnare le dimissioni aggiungo che....il dipendente che sia costretto a rassegnare le dimissioni per fatto imputabile al datore di lavoro per trasferimento illegittimo (cioè in mancanza di un accordo scritto...) può ottenere soltanto il pagamento dell'indennità sostitutiva del preavviso, che consiste nell'ipotesi più favorevole a 4 mensilità di retribuzione.

Saluti, Marco.
 
....per completezza di informazione aggiungo ancora che se il tuo datore di lavoro ti licenzia illeggittimamente (come nel caso di un suo totale rifiuto ad accordarsi...) con un ricorso giudiziale rischia poi corrisponderti una penale risarcitoria, ora ragguagliata alle retribuzioni perdute, e comunque non inferiore a 5 mensilità, sia il diritto alla reintegrazione convertibile in un'indennità pari a 15 mensilità di retribuzione.

In più acquisisci il diritto alla sussistenza di disoccupazione cosa che invece perdi nel caso accetti di dimetterti.

Saluti, Marco
 
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