Scopri il nostro network Home Business Center Blog Site Center

Prova malattia simulata

MS71

Utente
Buongiorno,

come è possibile per un'azienda provare che una dipendendente abbia simulato la malattia oppure non abbia effettuato tutte le cure necessarie per una pronta guarigione prolungando volutamente lo stato di malattia.

La malattia è iniziata dopo che l'azienda si è rifiutata di sottostare ad una "proposta" del sindacato licenziare la dipendente per farla usufruire dell'indennità di disoccupanzione pena eventuali denunce presso "organi competenti" che avrebbero applicato sanzioni ben più onerose del contributo di licenziamento e del preavviso a carico dell'azienda.

Per il primo mese lo stato di malattia durava dal lunedì al sabato (giorno lavorativo per l'azienda), per riprendere il lunedì successivo, poi la settimana dopo ferragosto la malattia è stata sospesa ma la dipendente non si è compunque presentata al lavoro per malattia del figlio. E' stata richiesta la visita fiscale dell'inps che ha confermato la malattia. E' stata richiesta la visita collegiale all'asl per l'idoneità alla mansione lavorativa. Durante la settimana in cui era stata fissata la visita collegiale la dipendente non ha prolungato lo stato di malattia, assentandosi dal lavoro per malattia del figlio. Presentandosi "guarita" alla visita collegiale è stata dichiata idonea alla mansione lavorativa. La ripresa dell'attività lavorativa è coincisa con la chiusura dell'azienda per festovità natalizie. Il giorno di rientro la dipendente si è di nuovo assentata per malattia, con certficato fino al sabato, domenica guarigione, lunedì successivo di nuovo malattia fino al sabato.

Come può l'azienda far fare dei controlli, ai quali vorrebbe far assistere un proprio medico di fiducia, senza che possano esserci ripercussioni per l'azienda stessa, affichè venga accertato se la dipendente è stata durante tutto questo periodo effettivamente malata e che in caso di effettiva malattia non abbia prolungato volutamente la guarigione.

L'azienda ha bussato a varie porte inps per primo, ma con semplicità viene sempre risposto che all'azienda non deve interessare se la malattia è falsa oppure no in quanto è carico dell'inps. In realtà una parte della malattia è carico dell'azienda (i primi tre giorni di ogni nuovo certificato di inizio malattia), oltre alla maturazione di ferie, rol, 13a e 14a, oltre all'esborso finanziario dell'anticpo della malattia per la parte dell'inps. A ciò si aggiunge anche la considerazione che la parte di malattia a carico dell'inps è in pratica a carico di tutti noi cittadini, azienda compresa.

Ringrazio anticipatamente chiunque vorrà darmi un consiglio o un suggerimento per risolvere tale problematica.
 

simysimy

Utente
La malattia è iniziata dopo che l'azienda si è rifiutata di sottostare ad una "proposta" del sindacato licenziare la dipendente per farla usufruire dell'indennità di disoccupanzione pena eventuali denunce presso "organi competenti" che avrebbero applicato sanzioni ben più onerose del contributo di licenziamento e del preavviso a carico dell'azienda
Se ha testimonianze di tale ricatto, le consiglio di contattare un avvocato e di valutare assieme a lui l'eventualità di denunciare sia la dipendente che il sindacato.

per il primo mese lo stato di malattia durava dal lunedì al sabato (giorno lavorativo per l'azienda), per riprendere il lunedì successivo, poi la settimana dopo ferragosto la malattia è stata sospesa ma la dipendente non si è compunque presentata al lavoro per malattia del figlio. E' stata richiesta la visita fiscale dell'inps che ha confermato la malattia.
Se una persona si ammala e il medico ritiene che ci siano possibilità di guarigione nel giro di una settimana, è normale che faccia il certificato di una settimana, per poi valutare lo stato del paziente ed eventualmente prolungare di un'altra settimana la malattia, e così via di settimana in settimana.
Le chiedo questo: nella copia del certificato telematico che le ha inviato la dipendente di settimana in settimana c'è scritto che si tratta del "prolungamento"?
 

simysimy

Utente
L'azienda ha bussato a varie porte inps
Se davvero ritiene che ci siano ragionevoli dubbi sulla veridicità della malattia del dipendente, dovrebbe ricorrere oltre che all' avvocato, anche all'investigatore privato, specializzato proprio in queste cose. Ce ne sono di davvero bravissimi.
 

MS71

Utente
I primi certificati non erano continuativi (cioè si trattava di malattia che inizia il lunedì e terminata il sabato, il lunedì successivo nuovo certificato - no continuazione - con inizio lunedì e termene sabato), poi certificati con inizio malattia il lunedì e termine il sabato e il lunedì successivo assenza per malattia del fiflio, poi per qualche mese i certificati fatti ogni lunedì erano una contunuazione della malttia precedente. Dopo la visita con esito positivo di idoneità alla mansione lavorativa, sono ripartiti altri due certificati non continuativi, ma di fatto la guarigione era di domenica. Con questo sistema l'azienda ha un costo maggiore perchè i primi tre giorni di ogni certificato non continuativo sono a carico dell'azienda. Oltre al fatto che l'azienda ritiene che la malattia sia stata simulata.

Grazie per qualsiasi consiglio vogliate fornirci.
 

MS71

Utente
L'azienda si è informata, ma l'investigatore può verificare solamente che la dipendente non è a casa, perchè magari uscita per fare una passeggiata. Però se la malattia diagnosticata fosse di tipo psicologico (es. depressione o stess), il fatto di uscire, fare un pò di shopping, una passeggiata, andare da alcuni amici... fa parte integrante della cura. Conducendo una vita normale (ad. es. non tutte le sere in discoteca fino a tarda mattinata), il solo fatto che non sia in casa, ma sia a fare una passeggiata non dimostra che la malattia è simulata. Pertanto vorremmo che ciò fosse diagnosticato da un medico che effettivamente ha le competenze per poter affermare che la dipendente non ha sofferto della malattia, oppure che non abbia intenzionalmente prolungato lo stato di malattia, non curandosi opportunamente.
 

MS71

Utente
Le affermazioni sono state fatte solo verbali e non ci sono testimoni esterni all'azienda. Non ci sono nemmeno registrazioni perchè francamente l'aziaenda non si aspettava affermazioni così esplicite da parte di un sindacato.
 

pluto

Utente
... Con questo sistema l'azienda ha un costo maggiore perchè i primi tre giorni di ogni certificato non continuativo sono a carico dell'azienda.....
vari CCNL prevedono dopo un certo numeri di eventi la riduzione/azzeramento dell'indennità per i giorni di carenza...
 

simysimy

Utente
Io proverei a richiamare il sindacato e la dipendente, facendo finta di aver ceduto, per rivedere la possibilità del licenziamento, magari avendo cura di registrare e documentare anche con testimoni ogni telefonata e scambio di mail.
Se il sindacato accetta e con la dipendente organizzate un incontro-trappola, sarà l'occasione giusta per raccogliere tutte le testimonianze del caso.

Altrimenti, se ne avessi la possibilità economica, recluterei un bravo investigatore. Anche i casi di falsa malattia per disturbi psicologici, possono essere scoperti se l'investigatore è di quelli davvero bravi.

Questo è ciò che farei io.
Buona fortuna, ci faccia sapere.
 

pluto

Utente
questa "voleva" essere licenziata...ora cerchi la prova per la malattia simulata per far cosa? licenziarla? non era più semplice licenziarla allora? Accordati e licenziala e morta li...
 

MS71

Utente
Che tipo di accordo può fare l'azienda? Al momento in cui è stata fatta la "proposta di licenziamento", l'azienda aveva immediatamente manifestato che il licenziamento avrebbe comportato un costo (preavviso e contributo di licenziamento), ma quella del sindacato ha immediatamente risposto che non era un loro problema visto che erano previsti per legge. Quindi non si tratta di fare un accordo, ma solo di sottostare unicamente alle loro imposizioni. Francamente anche a livello di principio non mi sembra giusto sottostare ai ricatti di persone fannullone che non vogliono lavorare ma solo stare a casa con i soldi dello stato e quindi di tutti i cittadini (compreso i miei). Se ha deciso di non lavorare più, ad esempio perchè preferisce stare a casa con i figli, perchè costringere l'azienda a sopportare dei costi (preavviso e contributo di licenziamento), senza cedere niente in cambio. E non mi sembra giusto che non ci sia la possibilità di tutelare l'azienda da simili comportamenti.
Provare che la dipendente ha simulato la malattia, permetterebbe all'azienda di avere una migliore posizione nei confronti di un eventuale accordo, oltre che richiedere il risarcimento del danno subito, che potrebbe barattare magari con una rinucia a qualcosa da parte della dipendente.
 
Ultima modifica:
Alto