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Al termine di una notte di trattative, tra governo e sindacati è stato siglato l' accordo sulla riforma del sistema previdenziale e la modifica dello scalone Maroni. Il confronto, cominciato ieri alle 22 a Palazzo Chigi, è proseguito per oltre otto ore, con pause e interruzioni. Dal 2008 si potrà andare in pensione con 58 anni di età e 35 di contributi. Dal primo luglio 2009 bisognerà avere raggiunto "quota 95", con età minima a 59 anni cui sommare i contributi. A gennaio 2011 si passa a quota 96 -età minima 60 anni- e il primo gennaio 2013 si arriverebbe a "quota 97", con età minima 61.
La proposta fatta dal governo ai sindacati costerà 10 miliardi in 10 anni. L'accordo raggiunto a Palazzo Chigi prevede che dall'aumento dell'età di pensionamento siano esclusi 1,4 milioni di lavoratori impegnati in attività considerate usuranti. A partire dal 2010 la revisione dei coefficienti sarà triennale e automatica a fronte dell'aumento dell'aspettativa di vita, dell'andamento demografico e dell'andmento dell'economia. Lo ha detto il ministro del Lavoro Damiano,illustrando i dettagli dell'accordo.E' prevista l'istituzione di una commissione di esperti che può proporre modifiche dei coefficienti entro il 2008.
Il governo ha proposto ai sindacati di utilizzare le "finestre" per l'uscita dal lavoro anche per la pensione di vecchiaia per le donne. Lo hanno riferito fonti sindacali. Al momento le finestre sono un meccanismo di uscita valido solo per la pensione di anzianità. Secondo la proposta del governo,le donne che hanno compiuto 60 anni non potranno andare in pensione subito, ma dovranno aspettare la finestra e aver raggiunto il requisito almeno 6 mesi prima della finestra stessa. Chi è nata a ridosso delle finestre (es.10 gennaio) potrebbe ritardare la pensione di quasi 1 anno, potendo ritirarsi solo a gennaio anno successivo.
Da Televideo RAI ore 9:42
La proposta fatta dal governo ai sindacati costerà 10 miliardi in 10 anni. L'accordo raggiunto a Palazzo Chigi prevede che dall'aumento dell'età di pensionamento siano esclusi 1,4 milioni di lavoratori impegnati in attività considerate usuranti. A partire dal 2010 la revisione dei coefficienti sarà triennale e automatica a fronte dell'aumento dell'aspettativa di vita, dell'andamento demografico e dell'andmento dell'economia. Lo ha detto il ministro del Lavoro Damiano,illustrando i dettagli dell'accordo.E' prevista l'istituzione di una commissione di esperti che può proporre modifiche dei coefficienti entro il 2008.
Il governo ha proposto ai sindacati di utilizzare le "finestre" per l'uscita dal lavoro anche per la pensione di vecchiaia per le donne. Lo hanno riferito fonti sindacali. Al momento le finestre sono un meccanismo di uscita valido solo per la pensione di anzianità. Secondo la proposta del governo,le donne che hanno compiuto 60 anni non potranno andare in pensione subito, ma dovranno aspettare la finestra e aver raggiunto il requisito almeno 6 mesi prima della finestra stessa. Chi è nata a ridosso delle finestre (es.10 gennaio) potrebbe ritardare la pensione di quasi 1 anno, potendo ritirarsi solo a gennaio anno successivo.
Da Televideo RAI ore 9:42