Una attivita' autonoma puo' essere svolta grosso modo in due differenti modalita': la prima in qualita' di professionista e la seconda in qualita' di imprenditore. Nel primo caso ci si avvale perlopiu' delle proprie doti intellettuali, tipicamente il medico, il notaio, l'avvocato e simili, nel secondo caso a prevalere e' l'utilizzo di una organizzazione di beni organizzati, e quindi il negoziante, l'industriale, l'artigiano e cosi' via. Non esiste comunque, e ovviamente direi, una linea di confine precisa, ad es. nel tuo caso e' piu' una attivita' di consulenza (intellettuale) o di servizio alle imprese con minima oranizzazione di beni? E' il soggetto che valuta e quindi sceglie. Le conseguenze della scelta sono riferite poi alle modalita' di tassazione - per cassa il professionista e per competenza l'imprenditore, alle modalita' di iscrizione all'Inps, gestione commercianti o artigiani per gli imprenditori, parasubordinati per i professionisti sprovvisti di albo, iscrizione alla Camera di commercio per imprenditori, no iscrizione per professionisti, obbligo di indicazione della ritenuta del 20% per professionisti, e qualche altra amenita'. In linea di larga massima si puo' dire che la gestione di un professionista si rivela un pelino piu' semplice. Saluti!