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La fiducia del contribuente nel sistema fiscale e nelle autorità

Drackey

Utente
Riferimento: La fiducia del contribuente nel sistema fiscale e nelle autorità

Credo che la fiducia del contribuente nel sistema fiscale sarà sempre bassa finchè tutti, o quasi tutti, sentiranno di essere in qualche modo vessati.
La giustizia fiscale non può prescindere a parer mio da quella sociale. E non può prescindere dall'uso che viene fatto delle tasse estorte, e uso il termine a ragion veduta, al cittadino. Se la tassa viene pagata per il mantenimento e la crescita dello stato sociale è una tassa. Se i soldi vengono usati in modo criminale, è un'estorsione. E alla gente non fa piacere essere vittime di un'estorsione.
I dipendenti che non possono sfuggire si sentono rabbiosi, perchè sanno di pagare fino all'ultimo centesimo. D'altro canto, chi può ed evade, se da un lato può sentirsi furbo, dall'altro in certi casi lo fa, tra mille vergogne e paure, perchè altrimenti dovrebbe chiudere. Non è una novità che se fai tutte le cose secondo legge, regolamento, uso e vessazione, non puoi lavorare. E inoltre, ti tocca pure pagare profumatamente qualcuno che ti faccia pagare. Capisco che così si genera lavoro, e io di quel lavoro ci vivo, ma non è secondo me il giusto tipo di lavoro.
Non è possibile essere costretti a presentare un intrastat se si comprano 20 euro di merce in Francia e ci si fa fare la fattura.
Il sistema fiscale è attorcigliato su se stesso, e in barba a tutte le pretese di semplificazione, sempre più complesso, fuorviante, barocco.
Il bar sotto casa può ancora vivere, più o meno.
L'officina di confine, che lavora un po' con clienti francesi e un po' italiani, ha bisogno di un consulente fisso nello stanzino anche solo per raddrizzare un paraurti.
Ogni nuova finanziaria, ogni nuovo provvedimento sembra emanato da una banda di folli che non sanno dove sbattere la testa e che, soprattutto, non abbiano mai lavorato un giorno di vero lavoro in tutta la vita. Siamo proprio fuori da ogni verosimilità operativa.
L'impressione che si ha, però, è che tutto sia orchestrato attentamente per andare comunque a colpire i soliti noti. I grandi evasori, quelli non li beccano, perchè sono tutti dei loro. (Loro sono i ricchi e i potenti) O se li beccano, li riciclano altrove.
Fiducia significa anche non sentirsi cittadini di serie D.
 
Riferimento: La fiducia del contribuente nel sistema fiscale e nelle autorità

Di fronte al deciso potenziamento dell’attività di esazione dei tributi, che senza sosta caratterizza l’operato del Legislatore da un triennio a questa parte, chi scrive aveva convenuto che fosse necessario dare una scossa ad un sistema, quello della “vecchia” riscossione, il quale permetteva sin troppo
allegramente l’attività di evasione nei confronti del pagamento di imposte dovute a titolo definitivo.
Ne è derivata, successivamente, un’escalation dell’attività di Equitalia che, seppure legittimamente svolta, ha finito per incidere negativamente su attività economiche entrate, a vario titolo, nel “mirino” del Fisco.
Mi riferisco a quelle posizioni caratterizzate da atti contenenti una pretesa erariale che, sino alla loro definitività, sono portatori di presunzioni riguardo la ritenuta condotta elusiva o evasiva di un contribuente: atti che, come noto, attualmente comportano per il contribuente la corresponsione, nella
migliore delle ipotesi, del 50% della maggiori imposte e degli interessi richiesti dall’ente impositore (quando il ruolo non è iscritto a titolo “straordinario”, nel qual caso comporta l’iscrizione dell’intero importo che si presume dovuto al Fisco) ancora prima che il giudice adito si sia pronunciato su legittimità e fondatezza della pretesa.
Un temperamento del “principio di innocenza”, che dovrebbe invece caratterizzare il nostro ordinamento, che i professionisti e i contribuenti ben conoscono.
Ora, con la manovra recata dal DL n. 78/2010 definitivamente approvato nella Gazzetta Ufficiale, l’attuale regime sinora descritto appare come una sorta di “paese dei balocchi”
con quanto prevede l’articolo 29, rubricato
“Concentrazione della riscossione nell’accertamento”.
Viene dunque previsto, per gli atti notificati a partire dal 1°luglio 2011 e relativi ai periodi d’imposta in corso alla data del 31 dicembre 2007 e successivi, che l’avviso di accertamento emesso dall’Agenzia delle entrate ai fini delle imposte sui redditi e dell’imposta sul valore aggiunto ed il connesso
provvedimento di irrogazione delle sanzioni, dovranno contenere anche l’intimazione ad adempiere, entro il termine di presentazione del ricorso, all’obbligo di pagamento degli importi negli stessi indicati, ovvero, in caso di proposizione del ricorso ed a titolo provvisorio, gli importi stabiliti
dall’articolo 15 del Dpr n. 602/1973.
In sostanza, viene eliminata la “cartella di pagamento” e la sua funzione a favore dell’insorgenza dell’obbligo di pagare gli importi dovuti entro il termine di presentazione del ricorso, nel caso in cui il contribuente rinunci all’impugnazione oppure, nel caso in cui venga invocata la tutela giurisdizionale, la metà di quanto dovuto in ragione della previsione
della iscrizione nei ruoli in base ad accertamenti non definitivi.
Rispetto alla normativa vigente, una netta retrodatazione del momento di corresponsione delle maggiori imposte e dei relativi interessi oggetto di accertamento che, a mio avviso, contribuisce a fare sì che il temperamento del “principio di innocenza” al quale ho fatto dianzi riferimento si trasformi
in un vero e proprio “principio di colpevolezza”, del quale non si avverte affatto il bisogno.
Un “principio di colpevolezza” che alberga soltanto in ambito tributario, inimmaginabile nell’ambito della procedura civile e, men che meno, in quella penale: si immagini cosa potrebbe voler dire spedire in cella un indagato per scontare la metà della pena relativa al reato che si presume sia stato dallo stesso consumato, nell’attesa del giudizio…Tuttavia, la norma si cura di non esautorare l’agente della riscossione le cui prerogative torneranno molto utili nel caso in cui il contribuente, nonostante l’intimazione ad adempiere, non versi quanto richiesto.
In questi casi, essendo “sparito” il medium della pretesa rappresentato
dalla cartella di pagamento – atto immediatamente esecutivo, decorsi trenta giorni dal termine ultimo per il pagamento, la riscossione delle somme richieste, in deroga alle disposizioni in materia di iscrizione a ruolo, è affidata in carico agli agenti della riscossione anche ai fini dell’esecuzione forzata.
L’agente della riscossione, a questo punto sulla base dell’atto di accertamento, titolo “immediatamente” esecutivo, e senza necessità di notificare alcuna cartella di pagamento, procede all’espropriazione forzata con i poteri, le facoltà e le modalità previste dalle disposizioni che disciplinano la riscossione a mezzo ruolo: che spaziano, solo per fare qualche esempio, dall’espropriazione dei beni del debitore sino al pignoramento di crediti e cose del debitore presso terzi, anche senza necessità di attivare la procedura processualcivilistica e con sostanziale surroga del giudice delle esecuzioni.
Il tutto, “naturalmente”, per contribuenti che ancora non hanno subito la benché minima “condanna” dal giudice. (noi è un mio scritto ma un copia ed incolla dal sito Eutekne counque lo condivido in toto).

Già ho sempre considerato "ignobile" l'iscrizione a ruolo del terzo, ma questa norma è "terribile": e siete ancora a chidervi cosa dobbiamo aspettarci dall'ADE e dalla politica? Manco fossero due elementi separati: gli imput li da il parlamento (o il Governo) e l'ADE esegue.

Fare leggi sul fisco significa fare politica e l'ADE è la mano armata della politica: di destra o di sinistra non ha importanza.
Roberto Cattivelli
 

RICK48

Utente
Riferimento: La fiducia del contribuente nel sistema fiscale e nelle autorità

Mi viene da raccontare un piccolo aneddoto:

Multa dei vigili del Comune di Roma di circa 147 euro aprile 2005.
Notificato verbale regolarmente pagato nei 60 giorni con bollettino postale.
Novembre 2009 notifca cartella esattoriale di oltre 600 euro.
Lasciamo stare che nessuno risponde al telefono che fai istanza in autotutela via fax ma nessuno risponde al fax.
Un amico mi dice vai di persona perché potresti avere problemi.
Dicembre 2009 mi presento a Via Ostiense dove c'è il centro contravvenzioni e consegno la documentazione per fortuna ritenuta valida.
Dopo due mesi chiamo l'Equitalia nessuno sgravio risulta pervenuto.
Torno a Via Ostiense e mi dicono: lei si può ritenere fortunato proprio ieri abbiamo inviato lo sgravio in altri casi passano più di sei mesi.

Fortunato ma di che................................
 

Marco_56

Utente
Riferimento: La fiducia del contribuente nel sistema fiscale e nelle autorità

Mi ritrovo molto d'accordo con quello che dice Drackey.
Sull'aneddoto delle multa, anch'io ho qualcosa da dire, che potrebbe essere utile a tutti.
Caso molto simile (multa dei Carabinieri per un veicolo già venduto), arriva la notifica di pagamento (non la cartella).
Vado in prefettura, lascio fotocopia del documento da cui risulta la cessione.
Dopo sei mesi arriva la cartella.
Non vado nemmeno in prefettura.
Scrivo una raccomandata all'ispettorato generale di amministrazione presso il ministero dell'interno, lamentando l'inefficienza delle strutture periferiche del ministero stesso (e per conoscenza alla prefettura, naturalmente).
L'ispettorato non mi risponde, ma dopo dieci giorni arriva lo sgravio dalla prefettura.
Gli sarà strizzato qualcosa?
 

Luigia

Amministratore
L'ubbidienza per Simon Weil.....

L'ubbidienza è un bisogno vitale dell'anima umana. ....Presuppone il consenso non al singolo ordine ricevuto, ma un consenso stabilito una volta per tutte, con la sola riserva delle esigenze della coscienza, quando sia il caso. Occorre sia riconosciuto dalla generalità, e soprattutto dai capi, che il consenso, e non la paura della punizione o l'esca della ricompensa, costituisce in realta la molla principale dell'ubbidienza, di modo che nella sottomissione non vi sia mai sospetto di servilismo. Occorre anche che si sappia che coloro che comandano sanno, da parte loro ubbidire; e occorre che tutta la gerarchia sia orientata verso uno scopo il cui valore, e persino la grandezza, siano sentiti da tutti, dal primo fino all'ultimo...... pag. 22 dal libro La prima radice di Simon Weil.....

Vi sembra attuale questo discorso? buona serata e buon ferragosto a tutti.
 

gunters

Utente
Riferimento: La fiducia del contribuente nel sistema fiscale e nelle autorità

Caro Marco 56, non sono per nulla d'accordo con lei in merito agli studi di settore, contrari ad ogni principio di civiltà giuridica.
Quei "3 su 10" per cui a lei dispiace sono coloro che per primi non avranno fiducia in uno stato che li spinge a dichiarare più di quanto abbiano in realtà conseguito. Probabilmente quei tre parleranno con altri tre e così via.
Fino a prova contraria, abbiamo ancora un art. 53 della Costituzione che parla di tassazione in base ad una (effettiva) capacità contributiva.
Se vogliamo proprio introdurre una qualche forma di accertamento presuntivo, posso essere piu' d'accordo con uno basato sul tenore di vita.
 
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