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La fiducia del contribuente nel sistema fiscale e nelle autorità

Riferimento: La fiducia del contribuente nel sistema fiscale e nelle autorità

La mia "fiducia" nell'Amm.Finanziaria era in termini relativi ad altre pubbliche amministrazioni: certamente l'INPS è molto peggio.
Sulla questione dello "Stato di polizia": ho provato ad immaginare un controllo analitico per tutti i miei contribuenti incongrui, e ho provato a generalizzare questo sui contribuenti (incongrui) dei miei colleghi della zona. Ho anche provato ad immaginare il tempo che dovrebbero dedicare ad un controllo del genere sia il contribuente che il commercialista. Sono disposto a scommettere qualsiasi cosa che mediamente i soggetti coinvolti preferirebbero un sistema statistico tipo studio di settore. E poi, forse non basterebbe quintuplicare il personale dell'Ufficio locale dell'Agenzia.
Non dico che amo l'inversione dell'onere della prova, me ne guardo bene, ma lo stato di polizia sarebbe peggio. Ma se Giacomini95 lo preferisce, è lui (lei?) responsabile delle sue affermazioni.
Certo è che gli studi di settore sono uno strumento grezzo, che andrebbe affiancato -ad esempio- ad un redditometro, anch'esso ancora assai grezzo!
Comunque, nella mia esperienza degli ultimi anni, grossomodo ho avuto una situazione del genere:
Su 10 contribuenti incongrui (10 per dare un parametro, non in cifra assoluta)
3 li ho fatti adeguare
6 hanno ricevuto l'invito a comparire
1 non hanno ricevuto nulla
Dei 6 che hanno ricevuto l'invito, per 4 sono riuscito a fargli pagare di meno di quanto calcolava GERICO (in qualche caso sensibilmente meno) proprio discutendo con l'Agenzia, 1 a farlo archiviare, 1 siamo in contenzioso.
E' anche vero che fra quelli congrui c'è chi fa del nero, ne sono certo.
Sono una lei (marta) In linea generale ai ragione l'agenzia è meglio dell'inps.

Quanto poi la stato di polizia non è che il modello da te descritto sia quello che preferisco dico solo che se in altri paesi riescono a verificare ogni 2/3 anni i contribuenti xchè da noi non è psossibile e bisogna ricorre agli studi di settore?
quanto hai tuoi casi sei stato fortunato qui a MIlano di inviti al contraddittorio per studi con archiviazione personalmente non ne ho visto alcuno e così mi dicono alcuni colleghi amici. La riduzione ammonata a circa il 25% il massimo è stato il 50% ma causa grave malattia del contribuente.

Tornando a bomba sulla questione delle verifiche credo che si debba procede ad una riforma delle operazioni di verifica concentrando l'attività di controllo sulla sostanza delle cose.

Marta
 

Marco_56

Utente
Riferimento: La fiducia del contribuente nel sistema fiscale e nelle autorità

Ci sono molte ragioni che spiegano le difficoltà di fare da noi come all'estero, una è che forse la volontà politica di farlo non c'è mai stata, ma anche il grande numero di partite IVA ha il suo peso.
Un po' come per gli avvocati, che a Roma ce ne sono tanti quanti in tutta la Francia, e questo fatto a sua volta complica le cose del "capitolo giustizia". Ma questo è un altro newsgroup...
Anche noi commercialisti siamo troppi, la nostra numerosità è giustificata (si fa per dire) dalla numerosità e complicazione degli adempimenti, ma questo forse a sua volta giustifica l'esigenza di più commericlasti, e spinge i giovani a intraprendere un corso di studi per arrivare lì.
Sono d'accordo anch'io che i controlli dovrebbero essere più sostanziali, e la maggior importanza che vogliono dare al redditometro va proprio in questa direzione. Vorrei però capire come si può fare un controllo sostanziale per attività che hanno molti rapporti col pubblico (dai bar agli idraulici, per capirci), senza un riferimento statistico, che ha tutti i limiti che vuoi, ma è pur sempre un riferimento. O meglio, due riferimenti statistici: cose fanno gli altri (studio di settore) e indicatori del tenore di vita (redditometro).
Confesso che in questa discussione mi trovo un po' spiazzato. Non amo gli studi di settore, i loro difetti li conosco benissimo proprio perche li devo smontare quando vado in commissione tributaria, ma se ragiono da cittadino mi trovo a difenderli. Comincio a pensare delle cose che non condivido!
 
Riferimento: La fiducia del contribuente nel sistema fiscale e nelle autorità

Cita "Non amo gli studi di settore, i loro difetti li conosco benissimo proprio perche li devo smontare quando vado in commissione tributaria, ma se ragiono da cittadino mi trovo a difenderli. Comincio a pensare delle cose che non condivido!"


Come cittadina che ha sempre fatto il proprio dovere comprendo il tuo pensiero, tuttavia come professionista e come figlia di ex artigiani che hanno fatto ogni cosa oin regola e pagato fino all'ultimo centesimo, non trovo giusto che la mancanza di efficienza dell'amministrazione finanziaria sia fonte di un sistema fiscale che spara a zero su tutti.

MArta
 

Marco_56

Utente
Riferimento: La fiducia del contribuente nel sistema fiscale e nelle autorità

Siamo rimasti solo io e te a chiacchierare?
Non che mi dispiaccia, ma forse l'Università che sta facendo la ricerca sperava in qualcosa di maggior spessore...
Provo a cambiare argomento e prospettiva, vedo che sugli studi di settore non ti smuovi, né io ho particolari motivi per farti cambiare idea.
A volte però mi diverto a immaginare se fossi il ministro di turno, che tipo di riforma potrei proporre.
Posto che non potrei dimezzare le aliquote da un giorno all'altro, e posto che il problema dell'evasione dei grandi gruppi si affronta con strumenti molto diversi da quelli delle piccole imprese di cui si parla (l'equivalente dei tuoi genitori, per capirci), penso che proporrei una specie di catastizzazione dei redditi della piccolissima impresa. Fino tre addetti (titolare/i compresi) e al di sotto di un certo numero "X" di metri quadri (ove questa grandezza sia significativa), le micro imprese dovrebbero poter optare per un sistema "catastale" con zero adempimenti. Chi pensa di avere un reddito inferiore alle tabelle, rinuncia al catastale ed entra in un regime normale, fatto di registratore di cassa, fatture, registri IVA, quadro "G" ecc ecc. ma accetta controlli più approfonditi. Chi pensa di avere un reddito superiore, opta per il sistema catastale e lo stato non gli rompe più l'anima per niente (ma sul serio, non come la buffonata del concordato biennale di Visco di un po' di anni fa), paga un tot periodicamente e non tiene più nulla, nemmeno il registratore di cassa. Subisce solo i controlli sul diritto a stare nel sistema catastale.
Che ne dite?
 
Riferimento: La fiducia del contribuente nel sistema fiscale e nelle autorità

Siamo rimasti solo io e te a chiacchierare?
Non che mi dispiaccia, ma forse l'Università che sta facendo la ricerca sperava in qualcosa di maggior spessore...
Provo a cambiare argomento e prospettiva, vedo che sugli studi di settore non ti smuovi, né io ho particolari motivi per farti cambiare idea.
A volte però mi diverto a immaginare se fossi il ministro di turno, che tipo di riforma potrei proporre.
Posto che non potrei dimezzare le aliquote da un giorno all'altro, e posto che il problema dell'evasione dei grandi gruppi si affronta con strumenti molto diversi da quelli delle piccole imprese di cui si parla (l'equivalente dei tuoi genitori, per capirci), penso che proporrei una specie di catastizzazione dei redditi della piccolissima impresa. Fino tre addetti (titolare/i compresi) e al di sotto di un certo numero "X" di metri quadri (ove questa grandezza sia significativa), le micro imprese dovrebbero poter optare per un sistema "catastale" con zero adempimenti. Chi pensa di avere un reddito inferiore alle tabelle, rinuncia al catastale ed entra in un regime normale, fatto di registratore di cassa, fatture, registri IVA, quadro "G" ecc ecc. ma accetta controlli più approfonditi. Chi pensa di avere un reddito superiore, opta per il sistema catastale e lo stato non gli rompe più l'anima per niente (ma sul serio, non come la buffonata del concordato biennale di Visco di un po' di anni fa), paga un tot periodicamente e non tiene più nulla, nemmeno il registratore di cassa. Subisce solo i controlli sul diritto a stare nel sistema catastale.
Che ne dite?
L'idea in se non male, ma come tu stesso dici, esiste il rischio di fare la fine del concordato biennale e allora come evitare le carenze del concordato biennale? Altra problematica come realizzare i cluster del "sistema catastale" si dovrebbe effettuare analisi approfondita della reale situazione delle micro imprese cosa che sappiamo essere alquanto complessa.

Marta
 

Marco_56

Utente
Riferimento: La fiducia del contribuente nel sistema fiscale e nelle autorità

Ho paura che se continuiamo a cercare il meglio del meglio, non otteniamo nemmeno qualcosa di migliore (l'ho inventata adesso come battuta, ma sembra una perla di saggezza!)
Scherzi a parte, mi viene in mente una cosa che non c'entra niente, almeno direttamente. Tempo fa ho rivisto un vecchio film poliziesco in bianco e nero, che si svolgeva all'epoca del proibizionismo, forse a Chicago, forse a NY, quando i gangster riuscivano a tenere in scacco la polizia. In una stazione di polizia (o forse era la centrale?) alcuni poliziotti discutevano animatamente col loro capo sulle carenze di mezzi, sulle leggi garantiste che impedivano loro di arrestare i criminali, in pratica avevano aperto il classico "cahier des doleances" del buon agente, mentre numerosi apparecchi radio collegati con le vetture di pattuglia e con altre stazioni locali gracchiavano notizie e informazioni sull'ordine pubblico e sui movimenti degli automezzi. A un certo punto il capo spegne le radio una per una, nella stazione cala il silenzio, e chiede ai poliziotti: "Forse così è meglio?"
A me pare che il problema dei controlli fiscali, come la costruzione dei cluster che poni giustamente tu, abbia delle analogie con la scenetta che ho raccontato prima.
Sono comunque convinto anch'io che l'automatismo fra "incongruenza" e "accertamento" sia sbagliato, e tutto sommato se ne sono accorti, visto che questo automatismo inizia ad avere dei correttivi.
 
Riferimento: La fiducia del contribuente nel sistema fiscale e nelle autorità

La miglior risposta al quesito posto l'ha data il Governo.

Dal 1° luglio 2010, le banche e le poste operano una ritenuta d’acconto del 10% sui bonifici relativi alle spese che beneficiano del 36%.
 

Paolo Mi

Utente
Riferimento: La fiducia del contribuente nel sistema fiscale e nelle autorità

La soluzione è in effetti apprezzabile.

Tuttavia mi sento di rilevare il sempre maggiore uso che il legislatore fa del sostituto d'imposta, sempre gratuito e con pesanti sanzioni in caso di ritardi od errori, con pesanti ricadute sulle imprese in termini di costi ed impegni.

ciao
 
Riferimento: La fiducia del contribuente nel sistema fiscale e nelle autorità

La soluzione è in effetti apprezzabile.

Tuttavia mi sento di rilevare il sempre maggiore uso che il legislatore fa del sostituto d'imposta, sempre gratuito e con pesanti sanzioni in caso di ritardi od errori, con pesanti ricadute sulle imprese in termini di costi ed impegni.


Temo di essere stato frainteso:la mia era una critica non un elogio al Governo.
 
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