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Inps richiede indietro mobilità non spettante

Devid C.

Utente
Salve a tutti,

mi chiamo Devid. Avrei bisogno di un chiarimento riguardo una richiesta da parte dell'INPS di una somma in riferimento a mobilità non spettante.

A febbraio 2013 venni iscritto alle liste di mobilità con durata di 12 mesi causa licenziamento. Successivamente, a settembre trovai un lavoro a tempo determinato di 4 mesi che ne comportò la sospensione. A gennaio decisi di partire per Londra e diedi le dimissioni volontarie circa un mese prima della scadenza del contratto.
Mi recai quindi al Centro per l'impiego e all'Inps per comunicare le mie dimissioni e la volontà di trasferirmi all'estero il 15/01/2014. La mobilità venne
riattivata per 2 settimane fino alla data della mia partenza per l'estero. Chiesi anche se fosse stato possibile percepire l'indennità una volta trasferitomi e mi dissero che avrei dovuto iscrivermi come disoccupato nel paese estero per poter riattivare la mobilità per un massimo di 90 giorni. Mi vennero consegnati i modelli U1 e U2 ed una volta in Inghilterra ed essermi iscritto al job centre di Londra, lo comunicai all'Inps per riattivare la mobilità, che venne poi di nuovo sospesa nel momento in cui trovai un lavoro.

A distanza di 6 anni, esattamente il 9/09/2020, l'Inps mi inviò una raccomandata alla mia abitazione in Italia (faccio presente che sono iscritto all'AIRE e non sono più residente in italia), dove richiedono una somma di circa 1800 euro causa mobilità non spettante in riferimento al periodo dal 15/01/2014 al 30/04/2014, senza dare alcuna spiegazione.

A questo punto, in quanto impossibilitato a viaggiare causa covid-19, chiesi a mio padre di recarsi alla CGIL per capire quale fosse stato il problema. Dopo essere riusciti a spiegare la situazione all'operatrice, venne inviata all'INPS una email di riesame, spiegando di essere al corrente di tutte le email inviate tra me e L'INPS riguardo la possibilità di recepire la mobilità una volta iscritto come disoccupato all'estero.

La risposta da parte dell'INPS fu che le mie dimissioni volontarie dal lavoro a tempo determinato prima di lasciare l'italia, comportavano la cancellazione alle liste di mobilità e quindi la perdita del diritto di indennità dal 3/01/2014 (giorno delle mie dimissioni). Inoltre viene specificato che gli operatori del Centro per l'impiego mi aiutarono al fine di giustificarmi e reinserirmi nelle liste di mobilità per percepire l'indennità dal 3/01 al 14/01, con decadenza della stessa il 15/01.

Quello che non si riesce a capire è il motivo per cui L'INPS dice che la mia partenza comportava la decadenza della mobilità, in quanto sono stati proprio i loro operatori ad informarmi che una volta trasferito si poteva riattivare per 90 giorni e ad inviarmi i moduli necessari per fare richiesta.

Vorrei sapere se questa richiesta da parte dell'INPS sia legittima e quindi io sia obbligato a restituire la somma, oppure se ci sia stato un errore da parte loro e quindi non sarei ritenuto a rimborsarli.

Grazie in anticipo.

Devid
 
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