catia71
Utente
Salve,
ho questo problema sull'azienda della mia famiglia, snc due soci, di cui uno artigiano l'altro di capitale. Da più di 20 anni il socio artigiano versa uno stonfo di contributi artigiani anche perché per ragioni che non sto a spiegare ha in capo il 90% degli utili, dunque altrettanto stonfo di irpef. Negli ultimi due anni ha avuto bisogno di assumere, per cui ha il totale massimo dei dipendenti consentiti dall'artigianato. Da diversi mesi ha però due dipendenti in malattia per problemi seri e volendo assumere una persona in più ha dapprima sfruttato il 20% di sforamento consentito per tre mesi poi sentito l'artigianato ha chiesto di poterlo conservare in sostituzione dei dipendenti in malattia, in attesa di futuri sviluppi (pensionamenti ecc.) ma pare che non sia consentito. Sto valutando la convenienza di uscire dall'artigianato, se sono tutti punti a favore o ci sono degli aspetti che ignoro, ad esempio in un'ipotesi di opzione iri visto che gli utili per oltre un buon 70% non vengono prelevati il socio artigiano risparmierebbe di irpef e di pagare contributi sulla totalità degli utili che finirebbe per non dedurre o dedurre parzialmente, avendo delle riserve in trasparenza che avrebbero la precedenza sul prelevamento. Anche ipotizzando un compenso congruo ma molto più basso degli utili attribuiti ora, per i contributi pagherebbe meno anche se percentualmente più alti . L'azienda non avrebbe più l'ansia di superare il numero degli addetti.
Mi sfugge qualcosa?
ho questo problema sull'azienda della mia famiglia, snc due soci, di cui uno artigiano l'altro di capitale. Da più di 20 anni il socio artigiano versa uno stonfo di contributi artigiani anche perché per ragioni che non sto a spiegare ha in capo il 90% degli utili, dunque altrettanto stonfo di irpef. Negli ultimi due anni ha avuto bisogno di assumere, per cui ha il totale massimo dei dipendenti consentiti dall'artigianato. Da diversi mesi ha però due dipendenti in malattia per problemi seri e volendo assumere una persona in più ha dapprima sfruttato il 20% di sforamento consentito per tre mesi poi sentito l'artigianato ha chiesto di poterlo conservare in sostituzione dei dipendenti in malattia, in attesa di futuri sviluppi (pensionamenti ecc.) ma pare che non sia consentito. Sto valutando la convenienza di uscire dall'artigianato, se sono tutti punti a favore o ci sono degli aspetti che ignoro, ad esempio in un'ipotesi di opzione iri visto che gli utili per oltre un buon 70% non vengono prelevati il socio artigiano risparmierebbe di irpef e di pagare contributi sulla totalità degli utili che finirebbe per non dedurre o dedurre parzialmente, avendo delle riserve in trasparenza che avrebbero la precedenza sul prelevamento. Anche ipotizzando un compenso congruo ma molto più basso degli utili attribuiti ora, per i contributi pagherebbe meno anche se percentualmente più alti . L'azienda non avrebbe più l'ansia di superare il numero degli addetti.
Mi sfugge qualcosa?