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Gestione contabilità interna

M

Marina

Ospite
Ciao a tutti, avrei un quesito semplice semplice ;-) per i commercialisti: ..dove finiscono i "compiti" (lo so, brutto termine ma non me ne vengono altri al momento)di un'impiegata che gestisce la contabilità all'interno dell'azienda e dove iniziano quelli del commercialista? Grazie
 
impiegata/azienda
tenere la contabilità in modo chiaro, preciso, intelleggibile, rispettando i termini e, sicuramente, le indicazioni del professionista esterno.
allo stesso dovranno essere passati tutti i dati per gli adempimenti formali, civilisti e fiscali nei termini e nei modi previsti.
possibilmente e periodicamente fare in modo che il capo/azienda paghi le parcelle.

ovviamente ho scherzato un poco (?) ma. a grandi linee, puoi prendere per buone alcune di queste indicazioni.
ciao e buon anno
 
Mi accorgo di essere stata poco chiara nel porre la domanda.
Le liquidazioni iva verrano eseguite all'interno dell'azienda ed io abituata al ruolo svolto nel precedente lavoro ho dato per scontato di dover "gestire anche il bilancio"..ovvero di dover creare un'anagrafica conti con le percentuali di detraibilità..etc etc...ed invece il commercialista mi ha quasi "richiamato" per la mia ingerenza nei suoi compiti. Dunque mi chiedevo se effettivamente delle rettifiche fiscali dovevo disinteressarmi. Grazie
 
dipende dal ruolo che l'azienda vuole attribuire al consulente.
1) fate tutto internamente e a fine anno passate la situazione dei conti con bilancio di verifica già rettificato.
in questo caso il comm. si limita alla verifica dei dati (con eventuali modifiche) e redige bilancio, nota integrativa (con dati forniti dall'azienda) e dich. fiscali.
2) fate tutto internamente e a fine anno passate i dati "così come sono" al comm. il quale provvederà a passarvi le operazioni di rettifica. ciò fatto seguirà tutti gli adempimenti successivi, civilistici e fiscali.
ho molto semplificato le cose ma rimane il fatto che, pur facendo tutto internamente, deve esserci un continuo contatto con il comm. primo, per non arrivare a fine anno con troppi problemi da risolvere, secondo per dare modo al comm. di conoscere l'evolvere della vita aziendale, cosa indispensabile per non trovarsi a valutare freddi numeri che dicono tanto ma non tutto.
se posso dare un consiglio, che non deve essere visto di parte, propenderei, laddove si voglia veramente avvalersi di studio esterno, di lasciare a detto studio il ruolo di analisi, verifica e conclusione.
nel caso contrario, l'amm. si dota di smart-card e con l'ausilio dei propri amministrativi gestisce in toto la vita contabile-amministrativa-fiscale dell'azienda.
ariciao
 
Antonio...chissà perchè alla lettura del tuo intervento (che ho tanto apprezzato) mi è venuto in mente Troisi e i suoi 30 giorni da orsacchiotto ;-) ovvero, la gestione che avevamo all'interno dell'azienda dove precedentemente lavoravo era un giusto connubio tra le tue due tesi: noi, dotati di un programma affidabile che era poi lo stesso del commercialista, registravamo i documenti contabili prestando attenzione oltre che alla "detraibilità dell'iva" per le fatture..anche alla deducibilità dei costi, ad intervalli regolari di tempo poi io mi incontravo con un responsabile dello studio commerciale per un controllo del bilancio in evoluzione e per chiarire laddove presenti problematiche e quesiti vari. Il commercialista a fine anno "importava" i dati aziendali per la chiusura del bilancio e le dichiarazioni dei redditi. Ti sembra che mi "allargavo" troppo? ;-) Grazie ancora per i tuoi interventi
 
ritengo debbano essere i tuoi "capi", ossia gli amministratori della società per la quale lavori, a dover darti le direttive e a dirti quali sono i tuoi compiti specifici.
se prendi tu l'iniziativa dato che sei dipendente e non titolare ... (rischiando inoltre di sbagliare la scelta) ... si, ti allarghi troppo.
comunque la preparazione del commercialista sarà sicuramente adeguata al ruolo che ricopre, e pertanto ti avrà consigliato al meglio per poter offrire un valido servizio all'azienda cliente, organizzando il proprio lavoro, e riducendo al minimo i rischi di errore.
... quindi come dicevo prima ... patti chiari e amicizia lunga in uno spirito di collaborazione tra l'azienda e i propri consulenti.
 
Punto primo: gli amministratori mi hanno lasciato ampia autonomia di scelta.
Punto secondo: il commercialista è un essere umano come me,le registrazioni sullo studio commerciale non vengono effettuate da lui in prima persona ma sotto la sua tutela...cosa che potrebbe benissimo continuare a fare. Non voglio attirarmi le antipatie di nessuno ma credo molto nell'organizzazione aziendale interna molto più che in quella esterna e questo rispettando i ruoli ed innanzitutto le persone.
 
chiarito e recepito il messaggio, posso solo ribadire che a qusto punto serve solo chiarire il tipo di collaborazione richiesta al professionista esterno. ciò fatto, sempre che lui sia d'accordo, il suo intervento può essere solo di verifica sui risultati del lavoro svolto da te.
il problema non lo vedo, ho anch'io clienti di questo tipo: chiaramente, almeno 3 volte all'anno ci dobbiamo vedere per chiarire dubbi ed apportare le necessarie rettifiche; inoltre, il contatto telefonico è molto frequente con i miei collaboratori.
il nostro lavoro non è contabilità e bilancio e dichiarazioni e consulenza, bensì
contabilità e/o bilancio e/o dichiarazioni e/o consulenza, poi sta alla scelta di ciascuno di noi accettare di prestare il servizio su tutto il pacchetto o meno.
cmq un consiglio: date per scontate le tue indubbie capacità professionali, non trascurare il parere di chi ha fatto di questo "benedetto" lavoro una professione:
l'aggiornamento e il "marciapiede" sono indispensabili per acquisire quelle esperienze che, forse, non tutti hanno.
ciò posto, se il commercialista in questione non accetta un impoegno parziale, cambialo.
ciao
 
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