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Fattura d'acconto-Fattura di saldo (con DDT) Problema con gli importi

Salve,
vorrei un Vs. parere per quanto in oggetto.
Faccio una premessa: molto spesso con la nostra società facciamo, ad alcune aziende con cui abbiamo rapporti costanti, fatture di acconto a inizio anno per fornitura merce dell'anno in corso.
In base a dei contratti siglati a inizio anno e in base alle loro esigenze sappiamo, ad esempio, che la ditta X acquisterà 100mila euro di merce, per cui ad inizio anno facciamo una fattura di acconto di € 10mila (+IVA). Gli anni scorsi, già con la prima (o al massimo la seconda fornitura) superavamo i 10mila euro al mese per cui emettevamo fattura di saldo per chiudere l'acconto iniziale.
Quindi emettevamo, com'è logico, fattura in questo modo:
Fornitura totale € 12.000,00
a detrarre acconto -€ 10.000,00
Totale imponibile € 2.000,00 (+IVA)

Quest'anno, causa Covid, le richieste reali della ditta X sono ovviamente più basse e abbiamo stimato che quasi mai, nell'arco di un mese, riusciremo a fare forniture pari o superiori a 10mila euro.
Come possiamo chiudere la fattura d'acconto iniziale in queste circostanze (nel frattempo abbiamo già emesso due fatture mensili di 1500,00 e 2300,00)?
Questo è il primo quesito.

Passo ad un secondo quesito relativo all'indicazione dei DDT in fattura. Noi vendiamo pasti semilavorati per catering e nell'emissione del DDT, per essere più precisi nel caso di controlli, andiamo a specificare le quantità esatte di quello che spediamo (ad esempio 10Kg di pesce, 1Kg di pane, 1Kg di farina, bottiglie di acqua, Kg di brodo ecc.). Mi vengono fuori DDT di 3/4 pagine e in teoria i vari prodotti andrebbero venduti (se fosse vendita "normale") ad aliquote diverse.
Nell'emettere fattura mensile di riepilogo delle varie forniture il commercialista mi ha consigliato di non andare a specificare i prodotti come nel DDT (non solo perché mi verrebbero fatture di 10pagine alle quali abbinare diversi DDT già corposi per i fatti loro, ma anche perché sarei costretto ad applicare aliquote differenziate per i vari prodotti), ma di mettere semplicemente "Fornitura pasti semilavorati" e richiamare il vari DDT (che vado a spillare insieme alla fattura), perché questa vendita deve avere l'unica aliquota al 10%.
Il procedimento per me è semplice ma vorrei capire se è corretto o se è meglio procedere diversamente (fermo restando che dovrei usare comunque l'unica aliquota al 10%).

Grazie e scusate se mi sono dilungato
 
Buongiorno, vengo ai quesiti:

1) con il versamento di una somma definita acconto (che è assai diverso da caparra) il cliente dà corso al contratto di fornitura; nel caso prospettato c'è un contratto scritto con evidenza di tempi? In mancanza di contratto, a mio avviso, non c'è alcun obbligo temporale di dover consegnare merce a saldo entro il mese di versamento dell'acconto... quindi la scheda del cliente può essere chiusa anche nei mesi successivi.

2) non seguo il settore alimentare, e non mi pronuncio sul discorso dell'aliquota iva prevalente da applicare in fattura pur in presenza di articoli a diversa aliquota... dico solo che la fattura di norma deve essere il più chiara possibile, inoltre l'esperienza mi insegna che i ddt spesso vanno persi. Lavoro in falegnameria, capita di frequente che un nostro fornitore di ferramenta (multinazionale) consegni direttamente in cantiere... ddt spesso introvabili (rimangono dentro i furgoni dei posatori) fattura "molto voluminosa"... è normale che sia così e la cosa ci aiuta a capire a quale commessa imputare una determinata fornitura.
 
Allora, in merito all'acconto, preciso che c'è un contratto di fornitura alimentare.
Il mio problema non è "entro" quando chiudere l'acconto, ma "come" chiuderlo.
Per chiudere un acconto di 10.000,00 euro devo emettere una fattura quantomeno di uguale importo a saldo e fatturare 0,00 o più.
Il problema che ho quest'anno è che nei singoli mesi, fino a fine anno, è probabile che le forniture non arriveranno mai (nei singoli mesi) a 10mila euro.
Quindi se da un lato sono obbligato ad emettere fattura entro il 15 del mese successivo all'emissione dei DDT mensili, dall'altro non so come potrò portare a detrazione l'acconto da una delle fatture che man mano vado emettendo.
Mi spiego tramite esempio:
Fattura di acconto fatta a gennaio € 10.000,00 + IVA

Fattura di fornitura maggio € 1.500,00+iva
Fattura di fornitura giugno € 2.300,00+iva
Fattura di fornitura luglio € 3.800,00+iva
Fattura (probabile) agosto € 5.500+iva
Fattura (probabile) settembre 6.000,00+iva
Fattura (probabile) ottobre € 3.000,00

Novembre/dicembre no forniture

La somma delle varie forniture è superiore all'acconto, ma visto che la legge mi obbliga a fatturare entro certi termini (essendoci dei DDT), non so come poter chiudere quell'acconto. Si può suddividere in diverse fatture? Penso proprio di no!!
 

Umby

Utente
Sulla forniture di maggio, fai una fattura (in riferimento ai ddt di maggio), a ZERO, in quanto porti in detrazione 1.500 Euro di acconto.
Idem: giugno
Idem: luglio ( e siamo a 7.600 Euro di acconto)

Sulla fattura di agosto: hai 5.500 come fatturato ddt, e porti in detrazione solo 2.400 Euro (la parte rimanente della fattura di acconto). Quindi avrai una fattura di 3.100 Euro + iva....
Da settembre in poi fatturerai il tutto....
 

Umby

Utente
Nell'emettere fattura mensile di riepilogo delle varie forniture il commercialista mi ha consigliato di non andare a specificare i prodotti come nel DDT (non solo perché mi verrebbero fatture di 10pagine alle quali abbinare diversi DDT già corposi per i fatti loro, ma anche perché sarei costretto ad applicare aliquote differenziate per i vari prodotti), ma di mettere semplicemente "Fornitura pasti semilavorati" e richiamare il vari DDT (che vado a spillare insieme alla fattura), perché questa vendita deve avere l'unica aliquota al 10%.
Molte aziende, quando emettono la fattura non espongono di nuovo la merce, ma solo i riferimenti dei ddt. Su questo non avrei alcun dubbio... (meglio ancora sarebbe esporre gli articoli raggruppati per quantità, cosi da capire cosa stai fatturando, quali quantita' a quale prezzo, (...eventuali sconti...) a quale aliquota !!!)
Forti dubbi, invece, li ho, sul fatturare il tutto alla stessa aliquota !!!! e quale aliquota applicare ?? il 10% ??? e chi lo ha stabilito ??? su quali basi ?
 
Molte aziende, quando emettono la fattura non espongono di nuovo la merce, ma solo i riferimenti dei ddt. Su questo non avrei alcun dubbio... (meglio ancora sarebbe esporre gli articoli raggruppati per quantità, cosi da capire cosa stai fatturando, quali quantita' a quale prezzo, (...eventuali sconti...) a quale aliquota !!!)
Forti dubbi, invece, li ho, sul fatturare il tutto alla stessa aliquota !!!! e quale aliquota applicare ?? il 10% ??? e chi lo ha stabilito ??? su quali basi ?
In rete ho trovato questo.
 
Allora, in merito all'acconto, preciso che c'è un contratto di fornitura alimentare.
Il mio problema non è "entro" quando chiudere l'acconto, ma "come" chiuderlo.
Per chiudere un acconto di 10.000,00 euro devo emettere una fattura quantomeno di uguale importo a saldo e fatturare 0,00 o più.
Il problema che ho quest'anno è che nei singoli mesi, fino a fine anno, è probabile che le forniture non arriveranno mai (nei singoli mesi) a 10mila euro.
Quindi se da un lato sono obbligato ad emettere fattura entro il 15 del mese successivo all'emissione dei DDT mensili, dall'altro non so come potrò portare a detrazione l'acconto da una delle fatture che man mano vado emettendo.
Mi spiego tramite esempio:
Fattura di acconto fatta a gennaio € 10.000,00 + IVA

Fattura di fornitura maggio € 1.500,00+iva
Fattura di fornitura giugno € 2.300,00+iva
Fattura di fornitura luglio € 3.800,00+iva
Fattura (probabile) agosto € 5.500+iva
Fattura (probabile) settembre 6.000,00+iva
Fattura (probabile) ottobre € 3.000,00

Novembre/dicembre no forniture

La somma delle varie forniture è superiore all'acconto, ma visto che la legge mi obbliga a fatturare entro certi termini (essendoci dei DDT), non so come poter chiudere quell'acconto. Si può suddividere in diverse fatture? Penso proprio di no!!
Concordo con la soluzione già prospettata da Umby: se verso un acconto a gennaio, non è detto che io debba effettuare tutta la prestazione a gennaio... ti direi anche che la prestazione può svalicare l'anno, ti faccio un esempio: impresa edile che realizza un immobile, percepirà acconto ( forse caparra) e fatturerà a stati di avanzamento lavori. Questo salvo che nel contratto non ci sia un termine temporale preciso da rispettare.
 
Molte aziende, quando emettono la fattura non espongono di nuovo la merce, ma solo i riferimenti dei ddt. Su questo non avrei alcun dubbio... (meglio ancora sarebbe esporre gli articoli raggruppati per quantità, cosi da capire cosa stai fatturando, quali quantita' a quale prezzo, (...eventuali sconti...) a quale aliquota !!!)
Forti dubbi, invece, li ho, sul fatturare il tutto alla stessa aliquota !!!! e quale aliquota applicare ?? il 10% ??? e chi lo ha stabilito ??? su quali basi ?
Grazie a tutti per gli interventi.
Su questo punto (chi ha stabilito l'aliquota al 10%), penso sia dovuto a 2 motivazioni:
1) Come diceva @gianni1968 l'aliquota unica è dovuta alla prevalenza (la maggior parte dei prodotti usati hanno aliquota al 10%) e noi non forniamo merci separate ma semilavorati da "completare" in loco per i catering. La suddivisione la facciamo nei DDT per facilitare un eventuale controllo degli organi di polizia (perché se scrivessimo 100 pasti semilavorati potrebbe non significare nulla per loro, così andiamo a specificare cosa trasportiamo).
2) Il servizio di catering prende per legge l'aliquota al 10% (anche se effettivamente noi in questo caso non facciamo catering diretto, ma forniamo altre ditte di catering).

Comunque sia, me l'ha detto il commercialista e mi "fido" di lui...anche se visto che forniamo pure il beverage e questo non fa parte dei semilavorati credo che andrebbe fatturato al 22% separatamente, sempre per il fatto che nel nostro caso non stiamo facendo catering, ma vendita....boh!!
Grazie ancora!
 

Umby

Utente
1) Come diceva @gianni1968 l'aliquota unica è dovuta alla prevalenza (la maggior parte dei prodotti usati hanno aliquota al 10%) e noi non forniamo merci separate ma semilavorati da "completare" in loco per i catering.
dipende da cosa vendi... da cosa scrivi sui ddt.

se sui ddt scrivi:
articolo 1 qta
articolo 2 qta
articolo 3 qta
stai vendendo i 3 articoli, e andrebbero fatturati i 3 articoli, ognuno con la sua quantità, ognuno con la sua aliquota...

se invece vendi:
semilavorato x, metterai la quantità totale del semilavorato, e se va al 10% lo fatturi al 10%
 
dipende da cosa vendi... da cosa scrivi sui ddt.

se sui ddt scrivi:
articolo 1 qta
articolo 2 qta
articolo 3 qta
stai vendendo i 3 articoli, e andrebbero fatturati i 3 articoli, ognuno con la sua quantità, ognuno con la sua aliquota...

se invece vendi:
semilavorato x, metterai la quantità totale del semilavorato, e se va al 10% lo fatturi al 10%
Il problema è il nostro "mondo" che è molto particolare.
Un "pasto semilavorato" è ad esempio un preparato per carne (aromi, olio, salse ecc..) insieme alla stessa carne. A sua volta questo "piatto" fa parte di un intero menu (antipasti, primi, dolci ecc.). E' ovvio che non possiamo scrivere semilavorato e basta, perché la carne (tranni in certi casi che è precotta) viagga congelata ma da cucinare, ma fa parte di un pasto. Nel DDT però indichiamo che tipo e quanti Kg di carne stanno viaggiando e quanti "elementi" del preparato ci sono (quanti limoni, quanto olio, quanti aromi, quanto sale, ecc..).
Noi però non vendiamo il sale, i limoni o altro come se fossimo grossisti o dettaglianti, ma in quanto necessari a completare il pasto così come ci viene commissionato dall'acquirente.
Naturalmente la carne ha la sua aliquota IVA che è diversa da quella degli aromi o del sale o dell'olio e così via.

In poche parole noi riceviamo fatture per queste cose che consideriamo materie prime, ma noi vendiamo semilavorati non prodotti finiti né le stesse materie prime esattamente come acquistate (tranne il beverage).
Lo so, è un casino spiegarlo e quindi capirlo, ma la nostra esplicazione nel DDT è solo per non incorrere in sanzioni nel caso di controlli ispettivi della merce viaggiante: è più semplice, ad esempio, per la GdF controllare se la quantità di carne è più o meno coerente con quella indicata nel DDT che verificare che i "pasti" siano corretti, perché non sarebbero in grado di "comporli" da soli senza conoscere la cucina
 
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