Buongiorno,
ho letto già alcune domande in merito, ma avrei necessità di approfondire la questione, se possibile, anche tramite esperienze analoghe.
Ho ricevuto una proposta di lavoro da parte di un’azienda austriaca, priva di uffici/stabilimenti in Italia. Specifico che l’attività da svolgere sarebbe inerente la contabilità (controllo e verifica dei loro movimenti interni) e pertanto non ha niente a che vedere con il territorio italiano.
Questa precisazione viene fatta alla luce del fatto che il commercialista austriaco dell’azienda in oggetto è risultato scettico in merito al fatto che gli adempimenti fiscali e previdenziali possano essere versati allo Stato italiano, mancando ogni possibile nesso tra loro (nemmeno, appunto, l’attività che andrei a svolgere) e la realtà italiana, ad eccezione della sola mia posizione lavorativa (geografica).
Interfacciandomi a riguardo con l’INPS, tramite mia commercialista, mi è stata invece chiarita la procedura: è necessario procedere all’apertura della posizione dell’azienda straniera; assegnare tramite Ag. Entrate alla stessa un codice fiscale per gli obblighi previdenziali; ricevere da parte dell’azienda un atto notarile che conferisca a me o altro soggetto rappresentanza (obbligazione solidale) per gli adempimenti contributivi.
Sembra che dunque in realtà da parte italiana si tratti di una fattispecie che non presenti irregolarità e sia persino contemplata.
Naturalmente sarà necessario indagare più approfonditamente con gli organi preposti, ma al momento vorrei almeno avere conferma che effettivamente sia possibile procedere, al pari di una qualsiasi assunzione entro i confini.
Vorrei inoltre capire meglio gli aspetti legati al versamento dei contributi tramite F24, che, credo, obbligherebbe l’azienda straniera ad avere un conto corrente italiano. Forse mi sbaglio? Oppure esistono alternative a questa modalità? Perché, nel primo caso, comporterebbe per il datore di lavoro estero un aggravio, dovendo farsi carico anche delle spese relative all’apertura e gestione di un ulteriore conto. Data la mia estrema ignoranza in materia, mi chiedo persino se sia possibile per una società straniera, priva di presenza in Italia, procedere qui all’apertura di un conto e, se si, quale mole di documenti debba fornire (ma questo eventualmente andrà specificato in altra sede).
So di essere stata estremamente lunga e articolata e mi scuso se la faccenda dovesse già essere stata ampiamente chiarita altrove in questo forum.
Grazie mille
ho letto già alcune domande in merito, ma avrei necessità di approfondire la questione, se possibile, anche tramite esperienze analoghe.
Ho ricevuto una proposta di lavoro da parte di un’azienda austriaca, priva di uffici/stabilimenti in Italia. Specifico che l’attività da svolgere sarebbe inerente la contabilità (controllo e verifica dei loro movimenti interni) e pertanto non ha niente a che vedere con il territorio italiano.
Questa precisazione viene fatta alla luce del fatto che il commercialista austriaco dell’azienda in oggetto è risultato scettico in merito al fatto che gli adempimenti fiscali e previdenziali possano essere versati allo Stato italiano, mancando ogni possibile nesso tra loro (nemmeno, appunto, l’attività che andrei a svolgere) e la realtà italiana, ad eccezione della sola mia posizione lavorativa (geografica).
Interfacciandomi a riguardo con l’INPS, tramite mia commercialista, mi è stata invece chiarita la procedura: è necessario procedere all’apertura della posizione dell’azienda straniera; assegnare tramite Ag. Entrate alla stessa un codice fiscale per gli obblighi previdenziali; ricevere da parte dell’azienda un atto notarile che conferisca a me o altro soggetto rappresentanza (obbligazione solidale) per gli adempimenti contributivi.
Sembra che dunque in realtà da parte italiana si tratti di una fattispecie che non presenti irregolarità e sia persino contemplata.
Naturalmente sarà necessario indagare più approfonditamente con gli organi preposti, ma al momento vorrei almeno avere conferma che effettivamente sia possibile procedere, al pari di una qualsiasi assunzione entro i confini.
Vorrei inoltre capire meglio gli aspetti legati al versamento dei contributi tramite F24, che, credo, obbligherebbe l’azienda straniera ad avere un conto corrente italiano. Forse mi sbaglio? Oppure esistono alternative a questa modalità? Perché, nel primo caso, comporterebbe per il datore di lavoro estero un aggravio, dovendo farsi carico anche delle spese relative all’apertura e gestione di un ulteriore conto. Data la mia estrema ignoranza in materia, mi chiedo persino se sia possibile per una società straniera, priva di presenza in Italia, procedere qui all’apertura di un conto e, se si, quale mole di documenti debba fornire (ma questo eventualmente andrà specificato in altra sede).
So di essere stata estremamente lunga e articolata e mi scuso se la faccenda dovesse già essere stata ampiamente chiarita altrove in questo forum.
Grazie mille